Dopo i legittimi interventi in Afghanistan e in Iraq, conseguenti alla dichiarazione di guerra messa in atto con l’abbattimento delle due torri gemelle da parte dei fondamentalisti islamici e con l’occupazione del Kuwait da parte di Saddam, questa a cui stiamo assistendo in questi giorni è invece una vera guerra da parte dell’occidente nei confronti dei Paesi islamici, insomma una vera e propria crociata.
Sono passati mille anni dalle prime crociate, ma un millennio non ha portato consiglio come invece si dice possa fare la notte.
Vedo una cecità assoluta che porta a considerare inferiore la gente islamica. Una cecità che ci porta a dire cosa è giusto e cosa non è giusto, cosa devono fare e cosa non devono fare i popoli di altre culture millenarie diverse dalla nostra.
Io ho sempre ammirato le culture e anche le religioni diverse dalla nostra, perchè non ho mai pensato che l’essere nato in un punto della Terra mi dia l’autorità per pensare di essere dalla parte dei migliori.
Ho viaggiato, non da turista, ma da viaggiatore, nei Paesi islamici per vivere la loro cultura e per quel poco tempo che mi sono potuto concedere in mezzo a loro, l’ho apprezzata.
Non ho per nulla rimpianto la mancanza di comodità di confort e spesso di igiene. Non mi ha infastidito niente, comprese le litanie dei mujahidin che volente o nolente sei costretto a sentire amplificate in qualsiasi luogo tu ti trovi. Al contrario del fastidio sentito da quella Finlandese alla vista di un nostro Crocifisso in un’aula scolastica..
Ho, invece apprezzato tutto ciò come forma di una cultura diversa da quella occidentale, che mi sono andato a cercare per viverla dal di dentro.
Ho apprezzato le loro Moschee, il loro rispetto per i luoghi sacri. Ho apprezzato le brande sfatte che mi hanno offerto per dormire.. ho apprezzato la dissenteria che ho avuto in quei luoghi che spesso hanno un concetto dell’igiene diverso dal nostro.
Ma chi siamo noi per giudicare quel che è meglio e quel che è peggio.
Forse gli occidentali hanno un’aspettativa di vita maggiore di quella che c’è in quei paesi, ma chi l’ha detto che è giusto?
Quanto ci costa quella che noi giudihiamo una migliore qualità di vita?
Cosa ci è rimasto delle nostre tradizioni?
Stiamo diventando la società che comunica tramite Facebook, che organizza manifestazioni serie, semiserie e decisamente poco serie tramite social network. Ormai Facebook è il modello di comunicazione per eccellenza, pare, a sentire quotidianamente i Tg nostrani.
Questa è la fine della cultura occidentale, una cultura che si affida a paginate di commenti scritti da perditempo.
Lasciamo vivere gli altri popoli come devono vivere, che trovino le risorse sociali e politiche nella loro civiltà e nelle loro tradizioni, e non incantiamoli col nostro “modello superiore” che basta vedere quello che accade a Lampedusa per capire che non ha alcun senso reclamizzare.
Amen.
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