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Le decisioni e la fortuna. L’arte di decidere andando oltre il risultato

Creato il 19 maggio 2012 da Pandm

Credo sia esperienza di tutti che le decisioni veramente complesse sono quelle che hanno un certo grado di incertezza. Promuovere o meno una persona, aprire una nuova linea di servizi, modificare i sistemi premianti, ecc. Nel prendere queste decisioni per quante analisi tu possa fare c’è una gran parte del risultato che dipende dal fattore “C” (C di fortuna :-) ).
Facciamo questa considerazione: se i risultati in situazione di incertezza possono essere figli o meno del fattore “c” a prescindere dalla correttezza o meno del tuo processo decisionale (analisi dei fatti, criteri, alternative, ecc.) vorrà dire che possiamo trovarci in 4 possibili situazioni
1)      Risultato Ok Processo decisionale Ok –STAR-
2)      Risultato Ko Processo decisionale Ko –ECLISSI-
3)      Risultato Ko Processo decisionale Ok –Fattore S-
4)      Risultato Ok Processo decisionale Ko –Fattore C-
Nella situazione STAR (Risultato Ok Processo decisionale Ok) Siamo tutti contenti e continuiamo così
Nella situazione ECLISSI (Risultato Ko Processo decisionale Ko) il risultato negativo è un allarme lampante che ci porta ad analizzare gli errori decisionali. Ho l’opportunità di imparare dall’esperienza sempre che il capo/contesto me lo permetta.
Nella situazione FATTORE S come precedentemente ho un allarme dal risultato ma devo sperare di avere un capo che guardi oltre a questo tenga conto della S (sfiga) e con le sue reazioni non distrugga la propositività e la capacità di prendere decisioni da parte dei suoi collaboratori.
La situazione FATTORE C è la più pericolosa. Non avendo nessun riscontro negativo non metto in discussione il mio processo decisionale e magari sono anche promosso….Il problema è che la fortuna per definizione “gira” e se costantemente non rivedo (perché obbligato  dai risultati o perché allenato a farlo) il modo in cui ho preso le decisioni e non imparo dall’esperienza prima o poi farò un brutto tonfo! In definitiva finiremo a provare ad azzeccare invece di decidere ma il nostro lavoro è fare il manager e non il mago Otelma!
Morale del post:
Non si possono giudicare le decisioni solo dai risultati. Potrei aver deciso bene ma le conseguenze non sono quelle previste o viceversa
Le trappole
1.      Se non permettiamo ai nostri collaboratori di sbagliare e li penalizziamo per decisioni corrette questi non decideranno più e quindi le prossime volte non penseranno al bene dell’azienda ma ad evitare i rimproveri del capo
2.      Dal tempo in cui prendi una decisione a quello in cui si manifesta il risultato spesso ne passa di acqua sotto i ponti. Non possiamo giudicare le decisioni utilizzando informazioni non disponibili al momento della presa di decisioni, questo sarebbe scorretto verso i collaboratori e altamente demotivante per gli altri e per noi.
Conclusioni
·        Decidere bene non significa sempre che si conseguiranno i risultati sperati

·        Tu apprendi molto di più ragionando sul processo con il  quale hai preso le decisioni che dal risultato in sè

·        Per migliorare il modo in cui si prendono le decisioni si deve imparare dall’esperienza, attenzione quindi alle situazioni “C” ed “S”

·        Non disprezzare il fattore “C” almeno a me è servito e serve tuttora…
Buone decisioni
Ugo

PS il post è stato elaborato a partire dal libro “Iceberg in vista” del Prof. Arino (IESE)

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