Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in una delle sue innumerevoli macchiette, se n'è uscito con una "bella" bestemmia. Immediatamente si è innalzato lo sdegno del mondo cattolico: Avvenire, l'Osservatore Romano si sono fatti sentire in modo, per loro, veemente:
"In questo contesto appaiono tanto più deplorevoli alcune battute del capo del Governo, più o meno recenti e di cui peraltro Berlusconi si è subito scusato, che offendono indistintamente il sentimento dei credenti (...)" (Osservatore Romano)Voce fuori dal coro, Mons. Fisichella, la cui apertura mentale nei confronti del peccato sembra direttamente proporzionale al potere o ai quattrini del peccatore: tanto più questi è ricco e potente tanto più i suoi peccati andrebbero "contestualizzati" o rivisti.
Già, perché Mons. Fisichella si era già pronunciato favorevole all'accostamento all'Eucarestia da parte di Berlusconi trovando una scappatoia degna del miglior azzeccagarbugli. Pur ribadendo che
"La Chiesa non ha mai cambiato idea a tal proposito, i divorziati che si sono risposati una seconda volta civilmente, non possono accostarsi a questo sacramento"nel caso del Presidente del Consiglio:
"(...) essendosi separato dalla seconda moglie, la signora Veronica, con la quale era sposato civilmente, è tornato ad una situazione, diciamo così, ex ante. Il primo matrimonio era un matrimonio religioso. E’ il secondo matrimonio, da un punto di vista canonico, che creava problemi. E’ solo al fedele separato e risposato che è vietato comunicarsi, poiché sussiste uno stato di permanenza nel peccato. A meno che, ovviamente, il primo matrimonio non venga annullato dalla Sacra Rota. Ma se l’ostacolo viene rimosso, nulla osta"
Monsignor Fisichella
Ragionamento ineccepibile se non fosse ipocrita, giacché il monsignore pareva incredibilmente dimentico del fatto che la separazione dalla seconda moglie fu chiesta dalla stessa, esasperata dalle continue scappatelle del marito addirittura con minorenni! Però evidentemente il concetto di pentimento ha un significato piuttosto vago quando a doversi pentire sono i potenti. Per questi valgono i sotto-commi...Riguardo alla bestemmia, Mons. Fisichella riesce a superare se stesso:
"Bisogna sempre in questi momenti saper contestualizzare le cose e, certamente, non bisogna da un lato diminuire la nostra attenzione, quando siamo persone pubbliche, a non venir meno a quello che è il nostro linguaggio e la nostra condizione; dall’altra credo che in Italia dobbiamo essere capaci di non creare delle burrasche ogni giorno per strumentalizzare situazioni politiche che hanno già un loro valore piuttosto delicato"Ebbene, accontentiamo Fisichella e contestualizziamo. La bestemmia è scappata a seguito di uno scatto d'ira ove in genere qualsiasi essere umano perde in parte, se non del tutto il controllo delle proprie azioni? O forse a seguito di un pestone sui calli? Era forse Berlusconi arrabbiato con Dio per situazioni contingenti che spesso sfuggono alla comprensione umana ,morte ingiusta o quant'altro?No, ha bestemmiato semplicemente per fare una battuta , peraltro pessima: per una barzelletta da osteria.
Quindi? E' meno grave? Qualche dubbio, diciamocelo, permane. Ma per Mons. Fisichella è più importante che la bestemmia non venga strumentalizzata, come a dire che, di questi tempi, anche un peccato del genere può passare in secondo piano.Sono d'accordo: discorso al solito ineccepibile. Se fosse pronunciato da chiunque non portasse una veste religiosa. Ma se a pronunciarle è un arcivescovo allora qualcosa non quadra: da un punto di vista religioso è più importante la tenuta del governo od un offesa gratuita alla divinità? Perché in fondo, non paiono esserci nei testi sacri dispense particolari sul secondo comandamento, dispense e precisazioni che abbondano su altri tanto da essere persino contraddittori.Ma il monsignore non si ferma qui, aggiunge che:
"(...) si debba fare di tutto per evitare il conflitto e dobbiamo quindi guardare a cose più importanti e sono convinto che anche i mezzi di comunicazione faranno la loro parte".Affermazione piuttosto strana, perché in fondo i mezzi di comunicazioni che manifestano il massimo sdegno sono quelli di matrice cattolica ovvero l'Osservatore Romano, organo del Vaticano e ancor più duro il giornale dei vescovi, ovvero Avvenire. A questo punto sembra evidente che Monsignor Fisichella si sia schierato in modo aperto, operando in tal modo ingerenza sulla politica italiana, alla faccia della equidistanza che la CEI ha sempre sostenuto essere una costante e non una politica di facciata.
Per concludere, una cosa ovvia: benché non mi reputo religioso, ritengo la bestemmia una atto assolutamente da stigmatizzare in quanto non rispettoso del credo altrui. E' una questione di civiltà, come recita la figura in apertura: il fatto che l'incivile di turno sia il capo del governo del mio Paese, mi mette oltremodo a disagio.
Questo al di là dell'appartenenza politica.