commento di Antonio GentileSummary:
“Un uomo che custodisce un segreto nascosto in un passato segnato dalla guerra. Un uomo meraviglioso ma tormentato da un dramma indelebile. Un uomo che cerca di guarire attraverso il perdono. Il suo nome è Eric Lomax”.
Le due vie del destino con il titolo originale “The Railway Man” diretto da Jonathan Teplitzky (“Burning Man”), per una co-sceneggiatura di Frank Cottrell Boyce, si presenta come un film classico del grande cinema di guerra che va ad aggiungersi alla filmografia ispirata al secondo conflitto mondiale, un drammatico /storico basato su una storia vera tratta dal romanzo autobiografico scritto da Eric Lomax divenuto un best seller internazionale. Il regista J. Teplitzky tratta in modo attento e vigoroso e con toni melodrammatici la storia riguardante la drammatica prigionia di un militare britannico vissuta negli anni quaranta in Thailandia durante la guerra, un uomo condannato alle peggiori umiliazioni e torture da parte di un aguzzino ufficiale giapponese.
1942, durante il secondo conflitto mondiale a Singapore molti militari britannici vengono fatti prigionieri dopo l’occupazione nipponica. Tra le giovani reclute militari c’è il ventunenne Eric Lomax (interpretato da Jeremy Irvine “Grandi speranze”), un tenente scozzese addetto alle comunicazioni e con una grande passione per i treni. Eric, come tanti altri, viene mandato in Thailandia e condannato ai lavori forzati riguardanti la costruzione della celebre “Ferrovia della morte”, 400 km di binari tra la Thailandia e la Birmania. Attraverso atroci sofferenze e maltrattamenti, comincia il calvario di Eric, che all’insaputa dei guardiani aguzzini e avvalendosi del coraggio e dell’aiuto dei suoi compagni, costruisce di nascosto una radio per mantenere vivo il contatto con la realtà, ma una volta scoperto viene torturato e umiliato in modo impietoso da un ufficiale giapponese Takashi Nagase (Hiroyuki Sanada).
Anni ’80 ci troviamo in Inghilterra, ed Eric Lomas (Colin Firth “Il discorso del re”), un uomo ossessionato dagli orari ferroviari, durante un suo tragitto in treno, incontra Patti (Patricia Wallace interpretata da Nicole Kidman “Grace di Monaco”), una donna affascinante che riesce a farlo sorridere e di cui si innamora perdutamente, i due si corteggiano come giovani amanti e in tempi rapidi si sposano, ma già dalla notte di nozze Patti si accorge che Eric è tormentato da terribili incubi di cui si rifiuta di rivelarne il contenuto. Incubi riguardanti le atrocità subite dal giovane ufficiale giapponese che riemergono continuamente, rendendo la vita di coppia insostenibile. Patti cerca di carpire i segreti che hanno generato un’enorme sofferenza al marito persuadendo Finlay (Stellan Skarsgard “Nymphomaniac vol. 1-2″), il migliore amico di Eric a far rompere il codice del silenzio che lega gli ex prigionieri britannici. Patti una volta a conoscenza del segreto scioccante riuscirà a restare accanto ad Eric, un uomo che vive con l’ossessione della vendetta? Il giovane ufficiale giapponese è ancora vivo ed Eric farà di tutto per ritrovarlo.
Teplitzky con Le due vie del destino - The Railway Man alterna fasi di passaggio di una linea narrativa su due periodi storici; il periodo bellico degli anni quaranta emotivamente dirompente e caratterizzato da scene drammatiche riguardanti la prigionia di Eric interpretato da Jeremy Irvine e in parte girate nei luoghi citati in cui si sono svolti i fatti, e il periodo degli anni ’80 girato in Australia e nel Regno Unito, dove ritroviamo un Eric interpretato da Colin Firth calato totalmente nel personaggio più avanti negli anni ma anche psicologicamente provato da un trauma post guerra che si porta dietro, e affiancato dalla moglie, una Nicole Kidman determinante per la storia ma perennemente in attesa che accada qualcosa oltre ad un magistrale Stellan Skarsgard nel ricoprire il ruolo di Finlay un attore che riesce ad individuare sempre una sua idea e farla crescere.
Il regista in ogni caso nel contenuto si avvicina maggiormente a “ Furyo” (1983) di N. Oshima prendendo le distanze dal precedente “Il ponte sul fiume Kwai” (1957) di D. Lean, un film che elude la terribile realtà, ispirandosi ad esso solo per le tematiche trattate, Le due vie del destino - The Railway Man a differenza mette in evidenzia le debolezze causate dalla sofferenza che ogni essere umano si porta dietro sia per chi le causa che per chi le subisce: la vendetta, la rabbia e il perdono sono condizioni emotive alimentate dai ricordi e rafforzate dal tempo. Teplitzky riesce a rompere il silenzio su fatti drammatici su cui poco se ne parla donando maggiore enfasi nelle riprese rafforzate in modo suggestivo da effetti sonori: silenzi, fischi, sussurri, grida e respiri. Un film che dimostra la stupidità della guerra toccando gli animi degli spettatori.
Un film dalle grandi aspettative che si avvale di notevoli competenze tecniche, inoltre prendono parte come attori Sam Reid, e Tanroh Ishida. Le due vie del destino – The Railway Man di J. Teplitzky presentato in anteprima mondiale al “Toronto International Film Festival” nel 2013 e distribuito in Italia da “Koch Media” ci aspetta 11 Settembre 2014 in tutte le sale cinematografiche. “La guerra ti segna per la vita”.
di Antonio Gentile per Oggialcinema.net