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Le elezioni cilene e la rappresentanza in Parlamento dei mapuches. La proposta dei seggi riservati

Creato il 24 novembre 2013 da Rottasudovest
Mentre Michelle Bachelet ed Evelyn Matthei sono impegnate a consolidare il loro staff, in vista del secondo turno delle elezioni presidenziali, il 15 dicembre, nel web cileno si susseguono le analisi sui risultati del primo turno. Michelle Bachelet ha ottenuto una vittoria chiara, portando a casa il 46% dei voti e lasciando solo il 25% all'avversaria; non è ancora chiaro quanta parte del suo programma potrà realizzare, vista la composizione del nuovo Parlamento. Su uno dei blogs di latercera.com, sito web del quotidiano La Tercera, il giornalista mapuche Pedro Cayuqueo analizza il risultato del voto per il suo popolo. E' un punto di vista che in genere passa inosservato in Europa e per questo è interessante. "Nel Sud profondo tutti i candidati mapuches al Congreso sono stati sconfitti" scrive. Erano sei i candidati, alcuni indipendenti e altri nelle liste di Nueva Mayoria e dell'Alianza, le due formazioni di centro-sinistra e di centro-destra che fanno riferimento a Bachelet e a Matthei. Perché sono stati battuti? Secondo Cayunqueo sono state "candidature testimoniali, senza sostegno né convinzione da parte dei partiti che le hanno presentate. La cosa triste è che tutti loro hanno perso, portando voti preziosi al compagno di lista più forte, cioè il leader locale, non mapuche, su cui sì i partiti hanno concentrato forze e risorse". Con questo sistema elettorale i mapuches, nel caso ottenessero l'elezione, lo farebbero "come contorno e non come piatto principale". Dunque, come dare loro rappresentanza parlamentare? Per l'autore dell'articolo sarebbe necessario fondare una forza politica propria, si deve "passare dalla protesta alla proposta, dalle rivendicazioni al lavoro di convincimento degli altri. Questo significa la sfida di ampliare il discorso a temi trasversali per tutti". I mapuches, insomma, parlano adesso troppo di se stessi e poco di se stessi in relazione agli altri. L'inclusione dei mapuches nella rappresentanza politica è un tema fondamentale per la soluzione del "conflitto che insanguina periodicamente le terre del sud. E' un argomento che non passa solo per la restituzione delle terre, ma anche per la partecipazione politica e il controllo dei mapuches sui propri temi". E' il cosiddetto diritto all'autodeterminazione, "che sembra terrorizzare tanto la conservatrice elite politica locale". Siccome l'attuale sistema elettorale cileno non consentirebbe la rappresentazione dei mapuches in Parlamento, Cayuqueo ritiene sia necessario riservare alcuni seggi ai rappresentanti di questo popolo. "Se i popoli indigenas sono il 10% della popolazione del Paese, è legittimo poter contare sul 10% di rappresentazione parlamentare" scrive. Un'idea che era stata avanzata già nel 1999, ma che da allora non è più stata ripresa. L'idea dei posti riservati ai popoli originari è stata applicata dalla Nuova Zelanda, dove, trent'anni fa, si riservarono sette seggi del Parlamento ai maori. "Questo permise varie cose, una fu tirare via la dirigenza maori dalle strade e dalle campagne per dibattere politicamente nel Congresso. Dalla protesta alla proposta. Un'altra cosa, non meno importante fu gestire un'interlocuzione valida tra i maori, una società di clan e lignaggi familiari non molto diversa da quella dei mapuche. Questa è una cosa di cui si lamentano sempre le autorità cilene, quando devono dialogare al sud del fiume Biobío. "Con quale di tutti i gruppi mapuches parliamo?" chiedono sempre. Gli spagnoli, cinque secoli fa, ebbero lo stesso problema, una volta scoperto che parlare con le armi era un disastro". Ma sarebbero disposti, i dirigenti mapuches, a entrare nel gioco politico di Santiago? Cayuqueo dice che "se qualcosa caratterizza la cultura mapuche è il suo attaccamento ai protocolli delal diplomazia e dell'alta politica". Lo hanno dimostrato anche i sette deputati mapuches attivi tra il 1925 e il 1973. Tocca dunque alla democrazia cilena il modo di dare rappresentanza a questo popolo, attraverso i seggi riservati, in modo temporaneo e transitorio.

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