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Le Else dello spadone

Creato il 28 marzo 2012 da Albertocapece

Le Else dello spadoneRosella Roselli per il Simplicissimus

Era ora! Francamente se ne sentiva la mancanza, dopo cento e passa giorni di grigiore e sacrifici che gridano vendetta. Ritornano, sulle pagine di quotidiani e settimanali, le gesta dei comprimari dell’eccellentissimo professor Monti e del suo predecessore.
Ed è una gragnuola di colpi, sparati dalle agenzie ieri sera e prontamente rilanciati dalla stampa.
Protagonisti il vecchio viveur Emilio Fede e la first lady, quell’altra, la signora Elsa Monti.
Entrambi, prepotentemente, occupano le prime pagine e rilasciano interviste surreali.
C’è da dire che Emilio Fede è stato spesso al centro della cronaca, durante il (quasi) ventennio berlusconiano, costringendo i suoi esegeti a districarsi nelle materie più disparate (Serra e Caporale su Repubblica ne offrono oggi un ritratto esilarante. Altrettanto comiche le dichiarazioni dello stesso Fede sul Corriere della Sera).
Stupisce invece la lunga intervista della seconda consorte in carica su Chi, il settimanale di Signorini, ex cantore di Berlusconi che, non pago, sullo stesso numero in edicola da oggi ci offre un inedito ritratto di Corrado Passera, ministro dello Sviluppo economico e neo papà immortalato in situazioni meno disumane di quanto finora ci abbia abituato. Possiamo vederlo a spasso con i figli e la giovane moglie, abiti casual e nessuna traccia di scorte, o mentre, sempre con la signora sceglie libri nella libreria dell’Auditorium, a Roma.
Son belle cose.

Si marca la differenza dei comportamenti, criticabilissimi quelli di Fede – e non solo per l’ultima ambigua vicenda in cui è coinvolto in questi giorni che segue l’allucinante catena di arresti, indagini e malefatte che coinvolgono politici e imprenditori di ogni colore – quanto vorrebbero essere invece rassicuranti, quelle dei ministri in carica nella loro versione familiare.

Corrado, Mario. Il mio Mario.
Purtroppo sembra di leggere il remake in forma ridotta di “Una storia italiana”, il tragico opuscolo patinato stampato in milioni di copie che raggiunse milioni di italiani togliendo loro persino il disturbo di correre all’edicola. E forse anche questo particolare non è una differenza di poco conto.
Sembra invece una triste coincidenza che notizie come queste, vere armi di distrazioni di massa, si sovrappongano a quelle degli scontri avvenuti a Roma proprio ieri tra gli operai dell’Alcoa che rischiano di perdere il lavoro e a quelle delle manifestazioni che si stanno svolgendo in tutta Italia per rivendicare l’intoccabilità dell’art.18.
Quasi fosse una strategia per confondere il giudizio. E non turbare il premier. Mario, il “nostro” Mario


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