UN VENERDI' TIEPIDO...DEDICHIAMOCI ALLA SALUTE A TAVOLA CON LIBRI CHE CI INDICANO LA GIUSTA ALIMENTAZIONE...DALLA NATURA !!!
“Ogni prato, campo o collina può essere considerata una farmacia.” ParacelsoAndar per erbe…
..TESTI INTERESSANTI E RICCHI DI SPUNTI
...PERCHE' ...ANDARE PER CAMPI !!!!
Se ci addentriamo in un boschetto ( nelle periferie delle città ve ne sono ancora !!) eccoci circondati da alberi, arbusti, erbe, bacche, foglie e radici che se si riconoscono possono apportare benessere.Avviciniamoci al mondo della natura .... profumi, sapori colori vivaci che racchiudono le forze curative delle piante. Ed ogni stagione ci offre i suoi doni. I prati si colorano del verde intenso della primavera. Le piante iniziano a germogliare e si arricchiscono di clorofilla e ferro.Cogliamo i preziosi germogli che aiutano a depurare il nostro organismo, prepariamo gustose pietanze...seguiamo il corso della natura!Oggi l’alimentazione è improntata sull’uso di cibi conservati, la cui provenienza è estranea all’ambiente in cui viviamo ...spesso sono alimenti inscatolati, ricchi di conservanti, coloranti e quindi impoveriti dal punto di vista nutrizionale. Invece le piante spontanee sono alimenti primari, non manipolati dall’uomo, ricchi di vitalie (vitamine, sali minerali, enzimi, antiossidanti, ecc…) e ci donano maggior forza e vitalità...In sostanza, mangiando piante selvatiche e prodotti del territorio, aumentando la varietà dei nostri cibi ed osservando il ritmo delle stagioni, armonizzeremo la nostra salute: la natura va incontro all’uomo e difende la natura stessa
Nel lontano 1767 il noto naturalista Ottavio Targioni Tozzetti pubblicò un libro sulle erbe alimurgiche (Erbe per combattere le carestie e la fame) dove coniò il termine fitoalimurgia proprio nel suo “De alimenti urgentia, proposto per il sollievo dei popoli ” aggiunse come didascalia al titolo “Alimurgia, intendendo con questa nuova scienza illustrare come sopperire, in caso di carestia, alla carenza di cibo attraverso la raccolta delle erbe selvatiche commestibili ”. Per l’allora neologismo si servì del greco ” á līmos ”, che calma la fame, e di “urgìa”. Per un paio di secoli il significato del termine è rimasto legato a quello voluto dal suo autore , oggi lo si usa ponendo più l’accento sulla conoscenza, l’individuazione e l’utilizzo di piante selvatiche per uso alimentare e di meno sulla raccolta per stato di necessità.Viviamo ancora in una civiltà del benessere e avendo (pressoché) tutti il piatto pieno possiamo guardare con occhi diversi che nel passato la pasta con legumi...
Il titolo stesso di un lavoro diAngelo Lippi, Da erbe peri poveri a cibo per buongustai: la riscoperta delle piante selvatiche diuso alimentare, edito nel 1998, ci mostra l’attualità di questo cambiamento nei modi di alimentarci, che si amplia ogni giorno. Variamente denominate –selvatiche, della nonna, di un tempo, ecc. – per meglio apparire nelle carte di ristoranti e agriturismi, le erbe spontanee si presentano sempre di più in pietanze e preparazioni che arricchiscono la nostra dieta e fanno bene alla nostra salute.