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Le favole di Casimiro

Creato il 17 marzo 2012 da Einzige

Le favole di Casimiromomenti nella vita del piccolo Casimiro, nella settimana che lo separa dal suo dodicesimo compleanno.
I.Robespierre
si potrebbe dire che questo è un film sognato. sognato nel senso che prende mossa da tutto quell’universo di suoni, voci e colori che costella e confonde la mente di un ragazzino nell’età della transizione, non più bimbo ma neanche adolescente. è una realtà sognata, perché è resa migliore dal filtro degli occhi ingenui (forse più puri) della fanciullezza, quelli che conoscono ancora pochissimo della vita ma ne sono già rimasti ammutoliti- come a tutti noi, del resto, è capitato. il limbo in cui Casimiro ristagna è l’incubo di chiunque: essere bambini nel glitterato ventunesimo secolo è molto più difficile ora che ai tempi di Cuore. a tutti- a quasi tutti- va bene così: ci sono le feste, si fantastica sul primo paio di tette (viste? non viste?), non si fanno programmi e si guarda ai modelli pseudo-adulti che popolano il loro quotidiano. crescere, diventare adulti, sembra divertente solo a chi guarda dall’esterno: a chi ci sta dentro, sembra (lo è) un’impresa titanica.
II.in provincia di
e la famiglia non sembra proprio il contenitore migliore entro cui sfogare quest’emozioni. Casimiro lo sa ed è per questo che, sostanzialmente, “se ne sta sempre zitto”, come lo rimprovera l’amichetto più scafato, quello che beve, fuma, lavora e fa la voce grossa ché si sente uomo, pur essendo- anche a lui, al pari di tutti gli altri, di tutti noi- alla ricerca del suo posto. i genitori sono più dello stereotipo, sono la realtà. e, in questo, la fiction trascolora nel documentario, restituendo un vero e proprio documento dell’Italietta di provincia 2.0: volti segnati, quasi mortificati, dalla routine, una vita che ha perso la sua luce e ha assunto i contorni delle partite a carte, delle cene e dei balli davanti al monitor del televisore- tutti, inevitabilmente, consumati in silenzio. gli esempi più vicini a Casimiro sono quelli poveri che offre il triste panorama di questi anni: fratello palestrato con la fissa per la discoteca; i coetanei che, con la testa, vorrebbero essere già più grandi; una nonna, figura enigmatica e stralunata, che sembra alienata da tutto il resto. Casimiro ha solo paura di diventare grande, com’è normale. quand’è ora di smettere con pupazzi e cartoni animati e mettere il culo su un motorino o su un trattore, a faticare come l’amico? quand’è che si smette di essere piccoli e si cresce? perdonatemi la banalità, ma probabilmente mai.
Le favole di Casimiro
titolo originale: Le favole di Casimiroun film di Alessio Di Zio2011

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