In Tunisia alcuni poliziotti hanno stuprato una donna, gesto odiosissimo gesto, che il gruppo femminista ucraino Femen non ha voluto lasciar passare inosservato, usando come al solito, secondo la tecnica che sfrutta lo sfruttamento del corpo femminile da parte dei massmedia, il topless in luoghi pubblici molto frequentati. In questo caso la protesta è stata abbracciata dallo scenario del Louvre di Parigi e la Venere di Milo, d’accordo o no non lo sappiamo, ha assistito in silenzio.
Il gruppo ucraino femminista Femen
Certo la bellezza esige rispetto, così come la fragilità femminile. Ma se è polizia che infrange la legge? Se lo stupro diventa addirittura un diritto, come una pazzesca legge afghana consentiva al marito di stuprare la moglie? In Italia leggi simili non ce ne possono essere, eppure c’è il dato di fatto. Le violenze che le mogli subiscono dai mariti sono innumerevoli. E allora? Allora topless, scandalo, cancàn. Farà discutere, soprattutto se si parla dei reati orrendi patiti dalle donne. Questa protesta però è deflagrata a Parigi, al Louvre: “Stupra me, sono immorale” era scritto sul cartello appeso dalle Femen alla Venere di Milo. Obiettivamente certuni considererebbero immorale anche la Venere di Milo! Il personale del museo è arrivato qualche minuto dopo, lasciando che la protesta si compisse, e ha tolto il cartello. Le Femen si sono allontanate e la Venere di Milo probabilmente avrà gradito l’attenzione. Ha sempre qualcosa da dire, la bella signora. E l’assessore Jane Alquati? E la critica d’arte Donatella Migliore? Che direbbero di questa iniziativa di protesta? Parteciperebbero mescolandosi tra le Femen? Ovviamente al Louvre, non a Cremona.
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