Magazine Diario personale

Le feste a cui non dovresti partecipare

Da Giulia Calli @30anni_Giulia

Ogni tanto capita. perché non succede mai di Dire di no pare brutto, essere al paesello in occasione di questi eventi. E poi - pensi - rivedi un po' di amici, di vecchie conoscenze, scambi due chiacchiere. Che male c'è. Le occasioni di vita mondana oltretutto scarseggiano alla grande qui, per cui bisogna approfittarne.

Scacci dalla mente gli scenari meno piacevoli, illudendoti che non verranno a galla.

Quindi ci vai. Anche perché non sembra, ma sono passati tre anni da quando hai visto per l'ultima volta l'amica che oggi ti invita, e fra separazioni, espatri, figli (loro) e cambi di lavoro, non c'è mai stata occasione di rivedersi di persona. Hai visto i suoi bimbi crescere su WhatsApp, finalmente potrai conoscerli di persona.

Hai mantenuto i jeans, ma messo le ballerine e una maglia Arrivi da sola al locale. casual chic, per la felicità di tua madre che non poteva accettare l'idea che ti presentassi in società con la t-shirt a righe.

Devi farti carina - dice - è pur sempre una festa.

È una festa come già ne hai viste tante, i bambini che corrono sudati con i vestiti appiccicati al corpo e una pizzetta fra i denti, la colonna sonora di poi una torta da tagliareda intrattenere. Insomma, ti guardi intorno e cerchi di capire con chi puoi scambiare due parole. Paradossalmente Frozen a tutto volume, il soffio delle candeline e gli applausi. Abbracci la tua amica e i bambini, cercate di iniziare a chiacchierare ma c'è un'emergenza moccio che cola, , poi gli altri ospiti conosci il 70% dei presenti, il che sembrerebbe rendere le cose più facili e garanzia di poter passare un paio d'ore di amabili chiacchiere.

Ancora sconosciuti i motivi per cui ti illudi che questa cosa possa veramente succedere.

Le casistiche con cui devi avere a che fare sono invece le seguenti:

- c'è quella , che decidi di andare a salutare perché dopo l'emergenza moccio non sai con chi parlare. Ti guarda con occhi sgranati e ti chiede vicina di casa di tua zia Ma stai beeeeeene, si? L'importante è che tu stia serena. Sorridi, annuisci, confermi che stai bene. Passi tu alle domande di rito, lasci che ti parli dei suoi figli e dei nipoti arrivati e in arrivo. Finalmente abbandoni la conversazione.

- c'è la ha partorito da due mesi e ti mostra la dormiente creatura. Bella. Con una accenno di pena negli occhi ti chiede figlia della vicina di casa di tua zia, Ma stai beeeeeene, si? Dov'è che vivi? A Barcellona, ah sí. Sorridi, annuisci, confermi che stai bene. Ti racconta degli sforzi che deve fare per addormentare la bambina la sera, ascolti, sorridi e poi abbandoni la conversazione.

- c'è questo tipo quella manciata di anni fa. La moglie sgomita, rampante professionista marito della figlia della vicina di casa etc. che si avvicina mentre parli con la moglie, ti guarda, ti stringe la mano e si presenta. Dimenticandosi di aver partecipato al tuo matrimonio manno' guarda che vi conoscete!, sorriso di imbarazzo, eh già. Meglio abbandonare la conversazione.

- ci sono diverse coetanee tue , che una quindicina e poco più di anni fa vedevi di tanto in tanto durante le vasche domenicali con le amiche. Hanno figliato, accanto hanno sempre lo stesso uomo di allora, oggi fanno finta di non conoscerti. Conversazione non necessaria.

- ci sono dei ribelli, dei grandi oratori durante le assemblee di istituto. Oggi hanno giacca, camicia e scarpe lucide e parlano di quanto siano svogliati i giovani d'oggi. Le loro mogli siedono in un angolo con le camicette striminzite, lo stivaletto taccato, il colore dei capelli appena ravvivato, la bambina che gioca con il loro cellulare. Cerchi di iniziare una conversazione sia con gli uni che con le altre: provi con argomenti basici da cui potrebbe venir fuori qualche chiacchiera - i tipi che al liceo erano dei fighi, di cosa ti occupi ora, quanti anni ha la bambina - ma dopo le risposte di rito, visto lo scarso interesse che dimostrano per l'interazione con te, lasci perdere.

- c'è un tipo per cui ti eri presa una cotta quando avevi 13 anni, lui se la tirava da matti, aveva il ciuffo che gli ricadeva sull'occhio e si metteva con tutte le tue amiche tranne che con te. Oggi sembra timido, ha una moglie sovrappeso e poco aggraziata che non ha niente a che vedere con le ragazzine fighette che lui cercava da adolescente. Non tenti nessuna conversazione, prendi solo atto.

Il resto delle persone ti saluta e passa oltre, se va bene, se no ti squadra dalla testa ai piedi e sicuramente pensa che potevi andarci anche tu, a fare una piega dal parrucchiere.

Riesci a sventare la tentazione di ingozzarti di cupcakes tanto per tenerti impegnata.

Ti senti diversa.

Sei arrivata da sola alla festa, gli astanti sanno che sei separata, hai già trent'anni e qualcosa e nemmeno l'ombra di un figlio, sei andata via dal paesello e fai un lavoro che non si capisce più bene qual è.

Ti senti un'outsider, una con cui non perdere tanto tempo in chiacchiere, perché tanto boh, quand'é che riparti?

Dopo lo scambio dei regali e aver impilato piattini di plastica sporchi di torta, raccogli le tue cose e metti su la faccia del devo proprio andare. Abbracci la tua amica ripromettendovi che vi rivedrete senza far passare altri tre anni, ecco magari provate a organizzare qualcosa di più intimo, così potreste riuscire anche a parlare sul serio e a sapere veramente come state.

Provateci, almeno.

Perché non mi venite a trovare a Barcellona, una volta - cerchi di lanciare, sapendo già che questa proposta verrà come sempre accolta con circostanza.

- Non credo potremo - risponde lei - abbiamo già altri programmi.

- Sono contenta per voi, i bambini si divertiranno.

Almeno è sincera. E pure io, sono veramente contenta per loro.

Adesso però è ora di tornare a casa.

Le feste a cui non dovresti partecipare

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Le feste a cui non dovresti partecipare

Ogni tanto capita. perché non succede mai di Dire di no pare brutto, essere al paesello in occasione di questi eventi. E poi - pensi - rivedi un po' di amici, di vecchie conoscenze, scambi due chiacchiere. Che male c'è. Le occasioni di vita mondana oltretutto scarseggiano alla grande qui, per cui bisogna approfittarne.

Scacci dalla mente gli scenari meno piacevoli, illudendoti che non verranno a galla.

Quindi ci vai. Anche perché non sembra, ma sono passati tre anni da quando hai visto per l'ultima volta l'amica che oggi ti invita, e fra separazioni, espatri, figli (loro) e cambi di lavoro, non c'è mai stata occasione di rivedersi di persona. Hai visto i suoi bimbi crescere su WhatsApp, finalmente potrai conoscerli di persona.

Hai mantenuto i jeans, ma messo le ballerine e una maglia Arrivi da sola al locale. casual chic, per la felicità di tua madre che non poteva accettare l'idea che ti presentassi in società con la t-shirt a righe.

Devi farti carina - dice - è pur sempre una festa.

È una festa come già ne hai viste tante, i bambini che corrono sudati con i vestiti appiccicati al corpo e una pizzetta fra i denti, la colonna sonora di poi una torta da tagliareda intrattenere. Insomma, ti guardi intorno e cerchi di capire con chi puoi scambiare due parole. Paradossalmente Frozen a tutto volume, il soffio delle candeline e gli applausi. Abbracci la tua amica e i bambini, cercate di iniziare a chiacchierare ma c'è un'emergenza moccio che cola, , poi gli altri ospiti conosci il 70% dei presenti, il che sembrerebbe rendere le cose più facili e garanzia di poter passare un paio d'ore di amabili chiacchiere.

Ancora sconosciuti i motivi per cui ti illudi che questa cosa possa veramente succedere.

Le casistiche con cui devi avere a che fare sono invece le seguenti:

- c'è quella , che decidi di andare a salutare perché dopo l'emergenza moccio non sai con chi parlare. Ti guarda con occhi sgranati e ti chiede vicina di casa di tua zia Ma stai beeeeeene, si? L'importante è che tu stia serena. Sorridi, annuisci, confermi che stai bene. Passi tu alle domande di rito, lasci che ti parli dei suoi figli e dei nipoti arrivati e in arrivo. Finalmente abbandoni la conversazione.

- c'è la ha partorito da due mesi e ti mostra la dormiente creatura. Bella. Con una accenno di pena negli occhi ti chiede figlia della vicina di casa di tua zia, Ma stai beeeeeene, si? Dov'è che vivi? A Barcellona, ah sí. Sorridi, annuisci, confermi che stai bene. Ti racconta degli sforzi che deve fare per addormentare la bambina la sera, ascolti, sorridi e poi abbandoni la conversazione.

- c'è questo tipo quella manciata di anni fa. La moglie sgomita, rampante professionista marito della figlia della vicina di casa etc. che si avvicina mentre parli con la moglie, ti guarda, ti stringe la mano e si presenta. Dimenticandosi di aver partecipato al tuo matrimonio manno' guarda che vi conoscete!, sorriso di imbarazzo, eh già. Meglio abbandonare la conversazione.

- ci sono diverse coetanee tue , che una quindicina e poco più di anni fa vedevi di tanto in tanto durante le vasche domenicali con le amiche. Hanno figliato, accanto hanno sempre lo stesso uomo di allora, oggi fanno finta di non conoscerti. Conversazione non necessaria.

- ci sono dei ribelli, dei grandi oratori durante le assemblee di istituto. Oggi hanno giacca, camicia e scarpe lucide e parlano di quanto siano svogliati i giovani d'oggi. Le loro mogli siedono in un angolo con le camicette striminzite, lo stivaletto taccato, il colore dei capelli appena ravvivato, la bambina che gioca con il loro cellulare. Cerchi di iniziare una conversazione sia con gli uni che con le altre: provi con argomenti basici da cui potrebbe venir fuori qualche chiacchiera - i tipi che al liceo erano dei fighi, di cosa ti occupi ora, quanti anni ha la bambina - ma dopo le risposte di rito, visto lo scarso interesse che dimostrano per l'interazione con te, lasci perdere.

- c'è un tipo per cui ti eri presa una cotta quando avevi 13 anni, lui se la tirava da matti, aveva il ciuffo che gli ricadeva sull'occhio e si metteva con tutte le tue amiche tranne che con te. Oggi sembra timido, ha una moglie sovrappeso e poco aggraziata che non ha niente a che vedere con le ragazzine fighette che lui cercava da adolescente. Non tenti nessuna conversazione, prendi solo atto.

Il resto delle persone ti saluta e passa oltre, se va bene, se no ti squadra dalla testa ai piedi e sicuramente pensa che potevi andarci anche tu, a fare una piega dal parrucchiere.

Riesci a sventare la tentazione di ingozzarti di cupcakes tanto per tenerti impegnata.

Ti senti diversa.

Sei arrivata da sola alla festa, gli astanti sanno che sei separata, hai già trent'anni e qualcosa e nemmeno l'ombra di un figlio, sei andata via dal paesello e fai un lavoro che non si capisce più bene qual è.

Ti senti un'outsider, una con cui non perdere tanto tempo in chiacchiere, perché tanto boh, quand'é che riparti?

Dopo lo scambio dei regali e aver impilato piattini di plastica sporchi di torta, raccogli le tue cose e metti su la faccia del devo proprio andare. Abbracci la tua amica ripromettendovi che vi rivedrete senza far passare altri tre anni, ecco magari provate a organizzare qualcosa di più intimo, così potreste riuscire anche a parlare sul serio e a sapere veramente come state.

Provateci, almeno.

Perché non mi venite a trovare a Barcellona, una volta - cerchi di lanciare, sapendo già che questa proposta verrà come sempre accolta con circostanza.

- Non credo potremo - risponde lei - abbiamo già altri programmi.

- Sono contenta per voi, i bambini si divertiranno.

Almeno è sincera. E pure io, sono veramente contenta per loro.

Adesso però è ora di tornare a casa.

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Le feste a cui non dovresti partecipare

Giulia. Trent'anni e qualcosa, dopo una separazione e molti traslochi, ora vivo in una scatola di fiammiferi di fronte al mare di Barcellona (♥). Ogni tanto riempio uno zaino e vado a esplorare il mondo. Se sono ben accompagnata ne sono felice, altrimenti cammino benissimo da sola. Per avere più dettagli clicca qui.


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