Sul N. 3 del 10/2/2011 di Città Nuova, a pag. 71, leggo l’interessante articolo dal titolo “Gita di Classe? No, grazie” di Luca Gentile.
A parte il riferimento al DDL 70/2010 (poi convertito in legge), che meriterebbe uno spazio a sè (tutt’altra cosa gli sforzi di quel Ministero, per far quadrare i conti, ai tempi di Quintino Sella; tutt’altra classe politica, capace di ridursi gli emolumenti al minimo pur di far quadrare i conti!), l’articolo contiene alcuni spunti meritevoli di riflessione.
Intanto il taglio dei fondi che colpisce un settore nevralgico come la Scuola.
Già martoriata, umiliata, ridimensionata, vilipesa, questa nobile decaduta (Il Carducci e il Pascoli furono insegnanti di Liceo; ed anche Vecchioni, il vincitore di Sanremo, lo è stato sino a qualche anno fa), annaspa, sanguinante, sotto i colpi di accetta di governi insensibili ed incapaci che negli ultimi venti anni hanno proceduto impietosamente ad un’operazione sistematica di smantellamento(la sinistra è stata totalmente incapace di selezionare adeguatamente il personale insegnante, consentendo a dei laureati demotivati e senza vocazione, di rifugiarsi in una sorta di ultima spiaggia per ambiziosi delusi e di partime per docenti, uomini e donne, con altre mire extra-scolastiche; ricordo ancora le parole del commissario che ci comunicava l’esito favorevole del concorso a cattedre, nel lontano 1987: “tenete alta la bandiera dei docenti; molti di loro purtroppo, entrano in ruolo dopo decenni di precariato ed è come se poi odiassero chi li ha angheriati per troppo tempo; la destra ha concluso l’opera a forza di tagli scriteriati e mostruosi).
L’ultimo capitolo tagli riguarda le gita scolastiche. Per molti studenti costituivano forse l’unica occasione della loro vita per recarsi fuori dalla propria regione e per visitare la nostra bella Italia.
Io avevo già smesso da un pezzo di accompagnare i miei studenti in gita: un po’ per lasciare posto ad altri colleghi, un altro po’ perchè negli ultimi dieci anni sono andato fuori col gruppo teatrale che ho creato all’interno della scuola; inoltre perchèmi è parso che le gite stessero diventando sempre meno viaggi di istruzione e sempre più viaggi di trasgressione, con gli studenti sempre più impegnati a distinguersi per atti di vandalismo e di bullismo; infine, proprio a causa di questa esplosione di rabbia repressa manifestata in modo crescente da studenti sempre più a disagio con se stessi, ho visto crescere a dismisura le responsabilità dei docenti accompagnatori.
Ed è proprio questo uno dei tasti che l’articolista di Città Nuova tocca a ragion veduta nelsuo interessante articolo.
Per saperne di più
http://www.cittanuova.it
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