Pensare ad un ordinamento geopolitico in termini legati alla visione dello Stato nazionale non rispecchia la complessità dei rapporti tra attori internazionali che prendono sempre più la forma di spazi continentali. In quest’ottica, è fondamentale la creazione di una rete di collegamenti infrastrutturali che permettano non solo di agevolare e di accelerare gli interscambi materiali, ma anche favorire l’incontro tra popoli e culture in una società sempre più interconnessa. Questi argomenti, rapportati al contesto euro-asiatico, sono stati l’oggetto della conferenza tenutasi il 27 novembre presso la Sala delle Colonne della Camera dei Deputati, dal titolo Le grandi infrastrutture euro-asiatiche. Nuova industrializzazione e geopolitica della pace. L’evento è stato organizzato dall’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG) e dall’Associazione “Conoscere Eurasia” nell’ambito del Forum Euro-Russo, un ciclo di eventi dedicati al rapporto tra l’Europa e la Federazione Russa. Tra gli enti che hanno patrocinato l’iniziativa, l’Accademia Diplomatica della Federazione Russa e il giornale Russia Beyond the Headlines.
I lavori sono stati aperti dal Dott. Tiberio Graziani, Presidente dell’IsAG, che ha introdotto i temi della conferenza portando i saluti dell’on. Francesco Boccia e sottolineando l’attualità dell’iniziativa in un contesto geopolitico che vede sia l’Eurasia (lo spazio geopolitico comprendente i Paesi ex URSS) sia l’Euro-Asia (ossia il continente euro-asiatico propriamente detto, dal Portogallo al Giappone) ancora al centro dell’interesse mondiale.
Ai suoi saluti e alla presentazione dei relatori, ha fatto seguito l’intervento del Dott. Dario Citati, Direttore del Programma “Eurasia” dell’IsAG e moderatore dell’evento. Considerando quelli che sono, attualmente, i difficili rapporti politici e diplomatici tra la Russia e l’Europa, la collaborazione tra queste due realtà per la realizzazione di importanti progetti infrastrutturali appare foriera non solo di un auspicato cambiamento in positivo delle relazioni tra i Paesi, ma anche di una soluzione ai problemi legati alla crisi economica che ancora attanaglia l’economia mondiale: progetti legati allo sviluppo e ai legami tra l’Eurasia e l’Europa, possono contribuire alla realizzazione di un assetto internazionale in cui le varie forme di crisi congiunturale trovino adeguate risposte. La ricchezza di materie prime, di risorse energetiche e naturali, proprie soprattutto del territorio della Federazione Russa, se unite al know-how, allo sviluppo tecnologico e all’innovazione in cui l’Europa ha il primato, creano solide basi per una completa e integrata collaborazione tra questi due paesi.
Il Dott. Citati ha quindi passato la parola a Dmitrij Štodin, Ministro Consigliere dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia, che ha espresso il punto di vista istituzionale della Federazione Russa sulla tematica della cooperazione tra Russia e Unione Europa. Štodin ha affermato che non esiste un’alternativa valida all’incontro e all’interazione tra queste due entità, elogiando la collaborazione finora raggiunta nei campi dell’economia, del commercio, degli investimenti, della produzione industriale: metà dell’interscambio totale della Federazione Russa con l’estero coincide col commercio con i paesi dell’Unione Europea. L’Italia, in particolare, rappresenta il quarto partner commerciale mondiale della Russia: nel 2013 il nostro interscambio bilaterale cresceva del 20%, così come il flusso di turisti russi nel nostro territorio aumentava del 25%. Nonostante tutte le misure restrittive avviate dall’Unione e le contromisure prese dalla Russia in risposta alle prime, il primo semestre del 2014 ha registrato l’ammontare del valore dell’interscambio commerciale tra i due paesi pari a 260 miliardi di dollari, segno che la volontà, da parte di entrambi, di non voler vanificare i risultati positivi finora raggiunti in campo economico e commerciale prevale su qualsiasi forma di scontro ideologico.
In seguito la parola è passata al dott. Andrej Zajcev, rappresentante della Millennium Bank, promotrice del progetto di grandi investimenti infrastrutturali noto come “corridoio trans-euroasiatico Razvitie”, presentato nel corso della conferenza. Questo progetto si propone, innanzitutto, di creare un corridoio multi-infrastrutturale avente l’obiettivo di collegare con un sistema del tutto nuovo la costa del Pacifico con il Mar Baltico e l’Atlantico, coinvolgendo in Oriente Paesi come la Cina e il Giappone e in Occidente numerosi Stati europei. Un corridoio che attraverserà il continente euro-asiatico e che sarà composto da un mix di collegamenti ferroviari, stradali e autostradali, linee elettriche, linee cablate, condotte per il petrolio e il gas, canalizzazioni delle acque, favorendo la nascita di almeno dieci nuove città. Il dott. Zajcev ha sottolineato il valore che, in tale iniziativa, assume la collaborazione tra Russia ed Italia per la sua realizzazione. L’esperienza italiana nella costruzione e nel funzionamento dell’Alta Velocità è stata ampiamente elogiata e considerata come un esempio di eccellenza nel campo dei trasporti: anche per questo, l’Italia viene considerata come un partner di necessaria importanza, in quanto in grado di fornire un essenziale e prezioso contributo per il compimento di questo progetto. Inoltre, anche per il sistema italiano esso rappresenta una grande opportunità, soprattutto per tutte quelle imprese che hanno accettato la sfida di contribuire alla costruzione delle nuove città e dei poli tecnologici che sorgeranno lungo la tratta interessata.
Del primato di eccellenza italiano in ambito di trasporti ha parlato anche il Dott. Alberto Mazzola, Responsabile degli Affari Internazionali delle Ferrovie dello Stato, il quale ha esordito ricordando la nomina dell’Amministratore Delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, alla vicepresidenza dell’Unione Internazionale delle Ferrovie, a riprova del riconoscimento, a livello mondiale, degli ottimi risultati raggiunti per il servizio reso. La presidenza è, invece, affidata a Vladimir Jakunin, presidente delle Ferrovie russe (RZD): la responsabilità internazionale, di cui questi paesi sono stati insigniti, rafforza ancora di più le relazioni commerciali bilaterali e le collaborazioni congiunte. Il dott. Mazzola si è poi soffermato sui dati che provano il livello di sviluppo e gli alti traguardi raggiunti dalla società: miglior ferrovia d’Europa dal punto di vista finanziario, al terzo posto, invece, per il trasporto passeggeri e per il trasporto regionale e al secondo per il trasporto regionale in Germania con più di 3000 dipendenti. L’efficiente gestione di ben 1000 kilometri di rete ad alta velocità, che ha permesso, tra l’altro, anche il rinnovo e la modernizzazione di molte stazioni in tutta Italia, rappresenta un bagaglio di esperienze e capacità che l’Italia è capace di offrire nella collaborazione euro-russa per la realizzazione di grandi opere infrastrutturali.
Il Dott. Paolo Raimondi, Presidente del Comitato Italiano “Razvitie“, ha incentrato il suo intervento sulla spiegazione della genesi e degli obbiettivi che il progetto in questione si pone, approfondendo dunque i temi già trattati da Andrej Zajcev. Nel corridoio trans-euroasiatico “Razvitie”, oltre ai trasporti ferroviari e autostradali, sono previsti anche collegamenti continentali con pipeline per il gas, il petrolio, l’acqua, l’elettricità e le comunicazioni. Si ipotizza anche lo sviluppo in profondità di una fascia di 200-300 km lungo l’intera linea per nuovi insediamenti urbani e nuovi centri produttivi. In questo modo si pensa anche di affrontare la questione demografica in un Paese che ha visto negli ultimi venti anni diminuire spaventosamente i livelli di popolazione e di fertilità. Con esso si potrebbe mettere in moto anche una progressiva urbanizzazione dei territori della Siberia e dell’Estremo Oriente ancora quasi totalmente disabitati. Il suo obiettivo, infatti, non è semplicemente quello di dare un impulso alla crescita dell’economia, ma di promuovere uno sviluppo solidale tra popoli diversi grazie all’utilizzo delle tecnologie più avanzate e il miglioramento della qualità della vita delle popolazioni interessate.
Il Prof. Andrej Volodin, docente presso l’Accademia delle Scienze e l’Accademia Diplomatica della Federazione Russa, ha, poi, illustrato il fenomeno geopolitico che egli definisce “la riscoperta dell’Eurasia”, ossia una propensione, da parte dei paesi europei, a rivolgere il proprio sguardo ed i propri interessi verso i paesi di area ex sovietica come, soprattutto per quanto riguarda l’Italia, a voler riscoprire le proprie origini e il proprio legame con il passato: da Alessandro il Macedone alla Via della Seta i rapporti tra la penisola europea e il grande spazio continentale costituito dalla Russia e dell’Asia centrale, l’Eurasia, ha conosciuto legami commerciali e culturali di primissimo piano. L’Eurasia è ancora oggi il principale scacchiere geopolitico del mondo, proprie grazie alla unicità della sua posizione geografica che le consente di collegare molte zone tra l’Europa e le coste del Pacifico, cioè l’Asia propriamente detta: in questo contesto, i corridoi di trasporto internazionale giocano un ruolo fondamentale per permettere gli scambi e le interazioni tra i popoli.
Il rapporto tra la crescita del sistema ferroviario e quella economica e demografica è stato analizzato dall’Ing. Giovanni Saccà, incaricato di ricerca in Sistemi di trasporto dell’Università di Verona. Procedendo con un excursus storico sulla nascita e sullo sviluppo delle prime ferrovie transcontinentali, egli ha messo in evidenza come queste abbiano cambiato il mondo del commercio e dei trasporti. La prima ferrovia transcontinentale è stata realizzata negli Stati Uniti d’America nel 1855: la “Panama Railway”; pochi anni dopo, nel 1885, nasce la “Canadian Pacific Railway” che ha assunto, col tempo, il compito di facilitare l’immigrazione in Canada anche grazie all’incentivo della vendita delle terre che si trovavano in prossimità di essa. La “Transiberiana”, la ferrovia transcontinentale più lunga al mondo, è stata costruita tra il 1891 e il 1901 e collega Mosca con Vladivostok, sulla costa del Pacifico: questa linea, però, non è riuscita a competere sul mercato dei trasporti per le merci in transito, in quanto, essendo a binario singolo ed utilizzata anche da treni merci locali, la velocità media era ridotta a 15 km/h.
Nel corso della conferenza è stato presentato un altro innovativo progetto, frutto di un’attività di ricerca durata 50 anni: il treno a levitazione magnetica denominato UAQ4 (Università dell’Aquila modello 4) coordinato dai Proff. Giovanni Lanzara e Gino D’Ovidio. Questo treno, super-ecologico e ad alta velocità, ha la capacità di viaggiare ad una velocità di 600 km all’ora ma, soprattutto, possiede delle caratteristiche eccezionali: è un treno a impatto zero, dunque non produce né rumori né vibrazioni e, ad eccezione di quella aerodinamica, non ha resistenze al moto e, pertanto, a basse velocità ha consumi di energia trascurabili. Rispetto alle TAV tradizionali, quella concepita dall’Università abruzzese permette di risparmiare 7mila tonnellate di carburante ogni anno, una quantità paragonabile a quella trasportata da una piccola petroliera. Rispetto ai treni a levitazione magnetica più noti, quali quelli tedeschi e giapponesi, le differenze tecnologiche dell’UAQ4 sono molte: quelle sostanziali riguardano soprattutto i principi fisici di funzionamento dell’apparato di levitazione. Il progetto del treno a levitazione magnetica è già stato presentato in occasione di tre grandi eventi recenti quali: il G8 (L’Aquila 2009), l’Esposizione Mondiale (Shanghai 2010) e il 150° anniversario dell’Unità d’Italia (Roma 2011). Dopo l’interessamento di Paesi come Brasile, Russia e Australia c’è stato un primo tentativo di accostare il treno super ecologico UAQ4 all’Expo 2015 di Milano, una possibilità caduta per diversi motivi, tra questi quelli economici.
Il ciclo di interventi è stato chiuso dal Dott. Marco Ricceri, Segretario Generale dell’Eurispes, partner del progetto Razvitie, che ha criticato l’assenza di un “sistema Europa” che sostenga l’iniziativa imprenditoriale e commerciale all’estero e, soprattutto, in Russia: l’Europa, infatti, non è mai riuscita a creare un partenariato in quanto sistema europeo, ma gli investimenti e l’iniziativa partono principalmente dai singoli paesi. Riguardo, invece, il progetto Razvitie, Ricceri ha sottolineato l’importanza dello sviluppo territoriale e settoriale locale in un territorio, come quello russo, che soffre di un problema di sviluppo interno. È necessario un approfondimento di tale problematica, mediante studi di piani sia di sviluppo dei territori che devono essere attraversati sia di sviluppo urbano. A tal proposito, il governo italiano si è fatto promotore di un’iniziativa sul “diritto alla città”: il 31 ottobre le Nazioni Unite hanno accolto tale suggerimento ed è stato avviato un processo per inserire nella Carta dei Diritti un articolo dedicato appositamente ad esso. La conferenza si è conclusa con un dibattito tra il pubblico ed i relatori che ha messo in evidenza la complessità di tematiche e di spunti di riflessione che da essa sono stati proposti.
(Testo di Maria Monesi, foto di Giorgia Licitra)
Pubblicazione di Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG).