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Le idee chiare del Comune di Roma sui sampietrini

Creato il 02 gennaio 2015 da Esquilino

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30 dicembre :

Da “Libero”

Maurizio Pucci, neoassessore comunale ai lavori pubblici ha pensato di far cassa con la vendita degli stessi blocchetti di leucitite. “I sampietrini hanno un mercato fiorente, sia italiano sia internazionale. Li daremo alle imprese, sono un valore”. Conscio delle critiche che già stanno arrivando Pucci ha inoltre dichiarato: “Gli approcci ideologici non servono. E io dico che i sampietrini se non sono utili sono pericolosi, per automobilisti scooteristi e pedoni, per tutti: vanno sostituiti con l’asfalto, almeno in tutte le strade dove passa l’autobus al fine di rendere la città più funzionale”. Tra l’altro, aggiunge, “la sutura tra un sampietrino e l’altro produce polvere che crea inquinamento, danneggia i monumenti”.

31 dicembre :

Da “Il Messaggero”

I sampietrini che verranno smobilitati da piazze e strade del centro storico non verranno messi in vendita. Alla fine la linea dell’assessore ai Lavori pubblici Maurizio Pucci in giunta è stata bocciata: i blocchetti di leucitite verranno sì rimossi da alcuni luoghi storici del cuore di Roma, come anticipato dal Messaggero, ma non verranno utilizzati per fare cassa. Verranno invece trasferiti in periferia, nelle nuove aree pedonali che verranno create in tutti gli altri 14 municipi della città.

LE STRADE
Da piazza Venezia a via Nazionale, il Comune ha deciso di asfaltare i percorsi più trafficati del centro storico: troppo costoso mantenere i “serci”, che spesso rappresentano un’insidia per auto e moto, facendo rimbalzare le gomme e anche impennare il rumore. Che fare però dello storico selciato con cui Sisto V lastricò per prima piazza San Pietro dopo avere rischiato che la sua carrozza si cappottasse? L’assessore Pucci aveva proposto di metterli tutti sul mercato per rimpinguare le casse, sempre più magre, di Palazzo Senatorio, parlando addirittura del valore di circa 100 euro a pezzo.

La proposta però ha suscitato una bufera di reazioni. Il consigliere regionale Fabrizio Santori ha annunciato la presentazione di un esposto alla Procura «per la svendita del patrimonio culturale della città eterna». Il critico d’arte ed ex sottosegretario ai Beni culturali Vittorio Sgarbi ha parlato di «una follia, un’offesa alla città di Roma», anche perché, sostiene Sgarbi, «non mi pare che il sampietrino sia una pietra preziosa e che quindi consenta di fare grandi profitti».

LE POLEMICHE
Sull’addio all’uso in strada avevano storto il naso anche i «selciaroli», gli storici posatori di sampietrini ormai in estinzione. L’associazione che li difende ieri ha addirittura lanciato una petizione per chiedere al Campidoglio l’apertura di un tavolo per discutere di «problematiche e soluzioni legate alla pietra il cui nome viene fatto risalire al Cinquecento, quando venne utilizzata per la prima volta per la pavimentazione di piazza San Pietro». Secondo la presidente dell’associazione, Ilaria Giacobbi, «invece di rimuovere i sampietrini bisognerebbe valorizzare il lavoro del posatore, che ormai sta scomparendo ed è un patrimonio indiscutibile della Capitale dal punto di vista artistico ed archeologico».

LE ZONE
Ecco allora il dietrofront del Comune. La caratteristica trama a scacchi del selciato verrà trapiantata nei quartieri più periferici della città. «I sampietrini tolti dal centro storico – ha spiegato ieri il sindaco Marino – li utilizzeremo nelle periferie per realizzare piccole aree pedonali, dando così la stessa dignità ai cittadini che abitano in quei quartieri». Le aree, spiega il vicesindaco e assessore alle periferie Luigi Nieri, verranno selezionate attraverso un percorso partecipativo con il coinvolgimento dei municipi. Nelle prossime settimane verranno individuate 14 “isole dalle varie amministrazioni territoriali e i primi lavori di pavimentazione partiranno già nel 2015. «In tutte le piazze – spiegavano ieri dal Comune – verranno installati dei cartelli su cui verrà indicato da quale via del Centro provengono i sampietrini».

1 gennaio

Da RomaReport

Nessuna marcia indietro sul sampietrino. I selci romani potranno essere venduti dal Comune come merce di scambio. “Le zone pedonali non devono esserci solo a via dei Fori Imperiali, ma devono esservi delle aree pedonali anche nelle nostre periferie – ha spiegato il sindaco Marino -. E perchè non arredarle con quei bellissimi sampietrini che togliamo da via Nazionale dove rappresentano un pericolo per il traffico?”.

Una nota del Campidoglio chiarisce meglio come verranno messi sul mercato i sampietrini: “C’è una non indifferente variabile economica che rende più vantaggiosa la parziale sostituzione del fondo in basolato lavico. Un metro quadrato di posa di sampietrini costa infatti 212 euro, la stessa superficie in asfalto moderno ne costa 52. I sampietrini rimossi possono dunque rappresentare un valore prezioso da utilizzare come cambio merce negli appalti con le aziende incaricate di ripavimentare le strade sia in asfalto che con i sampietrini rimossi. Dunque – continua la nota – si sta studiando questa opportunità come ipotesi di lavoro. In tal senso, e solo in questo contesto, si può quindi parlare di un valore economico di vendita dello storico fondo stradale cittadino”.

“In luoghi ad alta percorrenza – ha aggiunto Marino – vogliamo mettere del catrame moderno, innovativo, miscelato con il pulviscolo di pneumatici usati, per avere maggiore aderenza, maggiore sicurezza per moto e motorini e una diminuzione significativa dell’inquinamento acustico”. Il piano di ricollocazione dei sampietrini sarà messo a punto entro la Befana, ha promesso nei giorni scorsi l’assessore Pucci. Secondo quanto riferisce l’Ansa però “lo storico sampietrino, con tanto di targa e certificato di garanzia, è già presente in numerosi scaffali di alcuni negozi della Capitale e non solo.

Con qualche decina di euro è possibile portarsi a casa un originale cubo in selce venduto come oggetto di design in versioni differenti, dalla lampada al salvadanaio. Il tutto con l’autorizzazione di Roma Capitale”.

Vedremo quali saranno i prossimi sviluppi

Comunque a tutti coloro che ritengono i sampietrini dei semplici sassi da vendere al migliore offerente vorrei ricordare che questo stesso blog pubblicizzò una mostra d’arte della pittrice Solveig Cogliani che si tenne due anni fa a Villa Altieri (a proposito, a quando un’altra ?) dal titolo “Sampietrini e tetti” (vedi) proprio a testimoniare il fatto che al pari dei tetti anche questi “serci” sono parte della tradizione, della storia e della cultura di Roma .



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