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dal libro: I TRUCCHI DELLA MENTE – Scienziati e illusionisti a confronto
di Stephen Macknick e S. M. Conde
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”Apollo diceva loro di essere coraggiosi; Atene di innamorarsi… Oggi invece la gente vede la pubblicità delle patatine al formaggio e si fionda fuori a comprarle, però lo chiama libero arbitrio. Almeno gli antichi greci erano onesti” – spiega lo scrittore C. Palahniuk
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Perché le nostre scelte ci appaiono tanto libere e illimitate?
La risposta sta in parte nella cosiddetta dissonanza cognitiva, un principio psicologico che entra in gioco quando nel nostro cervello sorge un contrasto fra due idee, comportamenti, fatti o credenze; di norma il cervello risolve il conflitto cambiando atteggiamento, convinzione o comportamento, in modo da far prevalere un’idea sull’altra. I maghi amano la dissonanza cognitiva perché illude ogni volta gli spettatori di aver deciso in modo libero.
La dissonanza di solito entra in gioco quando si tratta di decidere fra due cose che appaiono equivalenti: in quei casi tandiamo ad attribuire alle nostre scelte un valore più alto per la semplice ragione che si tratta delle nostre scelte.
(Vi è mai capitato che un vostro superiore prendesse una decisione sbagliata e la mantenesse a lungo anche dopo essersi reso conto dell’errore?
Avete mai preso una decisione sciocca riguardo i vostri figli, un collega, un’esperienza o un fatto qualsiasi, rimanendo poi sulle vostre posizioni per “non mostrarvi incoerenti” ?)
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La dissonanza si verifica perché il libero arbitrio non è davvero libero; è fortemente condizionato dal contesto e dalla storia. E la storia, lo sappiamo, la scrivono i vincitori. Questo non vale solo per le culture e le nazioni, ma anche per i pensieri e le azioni potenziali che popolano la nostra mente: la scelta vincente induce le nostre emozioni, le nostre parole e la nostra memoria a considerarla corretta in modo ineffabile e inevitabile. In realtà tutte le decisioni comportamentali non sono che un riflesso della nostra storia genetica e ambientale.
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Molti si infastidiscono quando scienziati e filosofi affermano che il libero arbitrio sia un’illusione. Chi considera la mente e il cervello due entità separate – una tesi chiamata dualismo – tende a pensare che il libero arbitrio sia un attributo fondamentale della mente. Secondo tale visione il libero arbitrio sarebbe una distinta qualità spirituale dell’essere, non soggetta alle leggi fisiche e chimiche, e non riconducibile ai circuiti neurali.
A noi sembra di avere il pieno controllo sulla nostra mente. Certo, il cervello esegue molti compiti senza esserne cosciente: guidiamo fino a casa con il “pilota automatico”, carichiamo la lavastoviglie conversando amabilmente.
Ma le decisioni importanti? La vita mentale non dipende forse dal fatto che siamo liberi di scegliere fra i diversi possibili corsi delle nostre azioni ?
Abbiamo tutti la sensazione che i processi decisionali siano guidati dalla nostra volontà; su questa sensazione abbiamo fondato il nostro senso della giustizia e della responsabilità morale.
Diamo uno sguardo a qualche studio a favore dell’idea (del fatto, oseremmo dire) che il libero arbitrio sia un’illusione.
In una famoso esperimento del neurofisiologo Benjamin Libet si scoprì che il cervello decide in via inconscia di muoversi molto prima che noi ne diventiamo coscienti. In altre parole è il cervello, non la mente cosciente, a prendere le decisioni. Ciò non collima con la nostra esperienza, ma è così che vanno le cose. Prima che vi angosciate troppo sappiate che non è così terribile: sebbene ogni decisione sia inconscientemente preparata in precedenza, abbiamo ancora potere di veto sulle nostre azioni. Forse non siamo liberi di volere, ma come dice non solo Libet, siamo liberi di non volere…
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La sensazione di avere una volontà cosciente è pervasiva, a livello psicologico, ma in precise condizioni il libero arbitrio si mostra per quello che è: una sofisticata illusione cognitiva. Se stiamo all’erta possiamo constatare come, in qualche rara occasione, nella vita quotidiana, l’illusione crolli: Vi è siete mai sentiti lanciati senza controllo su una traiettoria di comportamenti complessi che non riuscivate a controllare, nonostante tutti vostri sforzi?
Non stiamo parlando di funzioni fisiche come la tosse gli starnuti o l’orgasmo: questi sono senza dubbio comportamenti complessi in cui ci sentiamo dissociati dalle nostre azioni corporee, ma si tratta più di riflessi che di scelte. Chi dipende dalle droghe o dall’alcol, o che presenta una grande varietà di disturbi neurologici, perde il senso della libera scelta. Ma che dire delle persone sane?
Le risate incontrollate, ad esempio , non sono un comportamento riflesso: per definizione, sono dei processi che seguono la Via più breve possibile attraverso un determinato percorso neurale. Quando il dottore vi colpisce il ginocchio con un martelletto e la vostra gamba si alza di scatto, quello è un riflesso. Anche la risata coinvolge una serie di azioni emotive, cognitive e motorie altamente complesse, che voi pensate di poter controllare. Potete sempre scegliere di non ridere, se non volete, giusto? Avete controllo sul vostro corpo e si vostri comportamenti, vero?
Falso.
Spesso siamo talmente condizionati dalle emozioni o dalle nostre reazioni inconsce da perdere completamente il controllo.
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Inoltre numerosi esperimenti hanno dimostrato che esistono aree cerebrali che riportano precise informazioni sulla scelta imminente molto prima che questa sia operativa a livello consapevole, influenzando le nostre decisioni. Anche se siete convinti che la vostra decisione sia stata libera e aperta, non è affatto vero.
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Se le nostre azioni sono determinate da una precedente attività neuronale che s’innesca a livello inconscio qualche istante prima di prendere una decisione consapevole, abbiamo davvero possibilità di scelta su qualche cosa? Siamo responsabili delle nostre azioni?
Nel suo libro The illusion of free will, lo psicologo di Harvard Daniel W.egner approfondisce la questione paragonando l’illusione del libero arbitrio alla percezione del magico. Noi percepiamo un evento come magico quando una sequenza causale apparente (il mago che sega in due l’assistente) oscura una sequenza causale reale (la scatola è toccata in modo che la lama non sfiori la donna); nonostante siamo consapevoli che la sequenza apparente se impossibile il violi il senso comune, non percepiamo reale svolgersi degli eventi.
Secondo Wegner il nostro sé è magico allo stesso modo. Quando osserviamo noi stessi avvertiamo una sequenza causale apparente, semplice e spesso stupefacente – ho pensato questa corsa ed è successa – mentre l’aver sequenza causale che è alla base del nostro comportamento è complessa, generata da più fattori e non percepibile mentre sta accadendo. Lo studioso si domanda come le persone sviluppino questo magico senso del sé, che il filosofo Daniel Dennet chiama ” un duro nocciolo di straordinarietà interiore”.
Perché viviamo le nostre azioni come governate da una libera volontà che sorge in via misteriosa dal nostro sé?
E perché siamo così refrattari ad ogni tentativo di spiegare queste azioni nei termini di reali sequenze causali, ossia di eventi che si svolgono dietro le quinte della nostra mente?
Ci sembra di agire liberamente perché abbiamo pensieri e desideri indipendenti, poi messi in atto con cura dal nostro corpo; il nostro cervello è una macchina associativa, come i maghi non smettono mai di dimostrarsi quando ci sottopongono eventi causalmente impossibili. siccome siamo in grado di connettere causa ed effetto, non abbiamo nessuna spinta evolutiva a sviluppare percorsi sensoriali necessari a distinguere ogni singolo frammento d’informazione che passa attraverso il nostro cervello. Abbiamo già detto come, avendo risorse naturali limitate, non possiamo occuparsi di tutto quello che passa nel nostro campo visivo: bene, questo limita tentativo sarebbe ben peggiore se dovessimo occuparsi anche di ogni nostro singolo processo cerebrale. Davvero vorremmo conoscere nei minimi dettagli le informazioni che i neuroni della corteccia prefrontale trasmettono alla corteccia motoria primaria quando afferriamo un bicchiere d’acqua? Se abbiamo sette si basta che il nostro braccio afferri il bicchiere e lo porta alla bocca. Deduciamo che quell’azione sia guidata dalla nostra libera volontà perché non abbiamo comunicato a nessun altro i nostri intimi desideri.
Wegner ha inventato un esperimento per verificare se sia possibile indurre le persone ad associare i propri pensieri ad un evento non da loro provocato, convincendole di esserne state la causa.
Portate indietro le lancette dell’orologio ehi fingete di partecipare all’esperimento. Venite invitati a contribuire a uno studio che riguarda l’influenza della psicosomatica sulla salute: il vostro compito è far finta di essere uno stregone che pratica un rito voodoo su u altro partecipante, una vittima, infilzando degli altri in una bambolina. In realtà la persona è un complice. Poco dopo che avete conficcato gli spilloni nel corpo del feticcio la vittima comincia a lamentare un’emicrania. Credereste di aver provocato il suo male? Molti partecipanti ci sono cascati. Se la ” vittima” aveva per giunta modi sgarbati, La sensazione di essere davvero une stregone dotato di poteri aumentava, benché nessun danno reale fosse stato inferto.
Questa prontezza nello stabilire correlazioni illustra il modo in cui le persone, in generale, arrivino a credere nel paranormale e nei suoi corollari: la chiaroveggenza, la precognizione, La psicocinesi.
Il il nostro corpo risponde senza sforzo ai nostri desideri, e noi interpretiamo questo fatto come una correlazione fra i nostri desideri e la reazione del nostro corpo. Così è facile desiderare l’improbabile ehi, quando si verifica, ritenere di averlo causato, con le nostre speranze e le nostre preghiere.
Siccome nella vita normale siamo abituati a ottenere ciò che desideriamo (c’è un piede faccia un passo avanti all’altro, per esempio), non possiamo astenerci dal desiderare ciò che è fisicamente impossibile. Un’eccezione erano forse gli antichi greci, convinti che dietro ogni loro sentimento ho intenzione ci fosse una divinità:
”Apollo diceva loro di essere coraggiosi; Atene di innamorarsi… Oggi invece la gente vede la pubblicità delle patatine al formaggio e si fionda fuori a comprarle, però lo chiama libero arbitrio. Almeno gli antichi greci erano onesti” – spiega lo scrittore C. Palahniuk
E’ abbastanza facile dimostrare come l’universo non assecondi ogni nostro capriccio. Desiderate eseguire uno studio di Chopin al pianoforte senza aver mai preso una lezione, e non accadrà. Ciononostante, La nostra propensione al desiderio finisce spesso per sconfinare.
Wegner spiega perché: ” se i nostri desideri sembrano indurre una serie di attività all’interno della nostra sfera d’influenza personale, perché non sperare di potersi spingere oltre? Molte forme di credenza nel sovrannaturale, incluse la preghiera, possono svilupparsi come naturale estensione del magico che percepiamo in noi. Se il nostro desiderio basta a togliere il tappo a una bottiglia di birra, perché non desiderare la luna?”
Due altri effetti psicologici contribuiscono a darci l’illusione del libero arbitrio. Nell’effetto priorità abbiamo la sensazione di causare un’azione quando il pensiero di quell’azione giunge subito prima del verificarsi dell’azione stessa. Possiamo per esempio essere indotti a considerare i movimenti del braccio di un’altra persona come se fossero i nostri. In veste di neurobiologi, possiamo assicurarvi che si tratta di un effetto davvero bizzarro. Immaginate di essere in vestaglia, con le braccia distese lungo i fianchi. Dietro di voi un assistente infila le braccia dentro le vostre maniche. Indossa un paio di guanti. Un auricolare vi trasmette alcune istruzioni sul modo in cui dovete muovere le braccia. Non appena l’assistente esegue i vostri stessi movimenti, avete la sensazione di avere il controllo delle sue braccia. È un’illusione di azione. Avete mai ricevuto una telefonata da qualcuno proprio mentre stavate pensando lui? È una coincidenza, ma vuoi sembra essersi un nesso causale. Allora, però, ogni sensazione di libero arbitrio che abbiamo un’illusione.
Nell’effetto di esclusività abbiamo la sensazione che i nostri pensieri siano causa di eventi per i quali escludiamo altre cause possibili. Ma possono esserci delle ragioni per cui operiamo delle scelte di cui non siamo consapevoli, ecco simpatico esempio. Fate finta di essere al ristorante, e che la persona al vostro fianco ordini un piatto di gamberetti. Stavate per ordinarlo che voi, ma ora potrebbe sembrare che state copiando le scelte dell’altro. Quindi, per non sembrare influenzabili, cambiate ordinazione. Siete convinti di agire in base al vostro libero arbitrio, ma non è così. Il fatto di sentirvi influenzati dalla banale ordinazione di un piatto di gamberetti mostra che il vostro libero arbitrio è piuttosto fragile. Davvero, nessuna idea è un’isola.
Wegner disse che, per spiegare a posteriori le nostre azioni, abbiamo a disposizione solo il pensiero cosciente e la percezione cosciente: possiamo pensare che siano entrambi connessi al libero arbitrio, ma in questo modo trascuriamo indimostrabile potere dell’inconscio che guida le nostre azioni, per concludere che la mente cosciente è l’unica protagonista. Il pensiero cosciente fornisce una mera giustificazione razionale alle azioni appena compiute, in realtà motivate in modo deliberato e molto poco libero dal nostro cervello inconscio.
E’ possibile rompere l’incantesimo? Alcuni temono che, descrivendo il libero arbitrio come un’illusione che nasce dal corpo materiale, lo spirito umano morirebbe; ma è improbabile che si verifichi un simile rivolgimento nel pensiero popolare. La percezione di un’azione cosciente nella vita di tutti giorni è onnipresente: essa reprime il nostro intimo scetticismo, che pure ci suggerisce come i nostri comportamenti siano causate da meccanismi cerebrali e non dal nostro libero arbitrio. L’illusione della presenza di un magico sé non è facile da sopprimere. Inoltre molti filosofi, e altrettanti scienziati, sostengono che, se La coscienza può essere illusoria, responsabilità etica è del tutto reale.
[Una curiosa scoperta in tema di libero arbitrio è che le persone, quando credono o sono indotti a credere che il libero arbitrio sia un'illusione, possono diventare più antisociali.
All'università della British Columbia hanno sottoposto 30 studenti a un test che studiava l'aritmetica mentale. Gli studenti venivano invitati a calcolare mentalmente La risposta a 20 semplici problemi. Prima di svolgere il test, però, a metà di loro veniva fatto leggere questo passaggio del libro di Francis Crick, La scienza e l'anima: Tu, con le tue gioie i tuoi dolori, i tuoi ricordi e le tue ambizioni, il tuo senso di identità personale e il tuo libero arbitrio, in realtà non sei altro che la risultante del comportamento di una miriade di cellule nervose e delle molecole in esse contenute. Noi non siamo altro che un mazzo di neuroni [...] Anche se ci sembra di avere una volontà libera, le nostre scelte sono già state stabilite per noi, e noi non possiamo cambiare questo stato di cose. ”
Gli altri studenti leggevano un passo differente, che non menzionava il libero arbitrio. Più tardi, quando se ne presentava l’occasione, coloro che avevano letto il brano più neutrale imbrogliava non meno del gruppo che avevano letto il libero arbitrio è un’illusione… ]
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E’ abbastanza facile dimostrare come l’universo non assecondi ogni nostro capriccio. Desiderate eseguire uno studio di Chopin al pianoforte senza aver mai preso una lezione, e non accadrà. Ciononostante, La nostra propensione al desiderio finisce spesso per sconfinare.
Wegner spiega perché: ” se i nostri desideri sembrano indurre una serie di attività all’interno della nostra sfera d’influenza personale, perché non sperare di potersi spingere oltre? Molte forme di credenza nel sovrannaturale, incluse la preghiera, possono svilupparsi come naturale estensione del magico che percepiamo in noi. Se il nostro desiderio basta a togliere il tappo a una bottiglia di birra, perché non desiderare la luna?”
Due altri effetti psicologici contribuiscono a darci l’illusione del libero arbitrio. Nell’effetto priorità abbiamo la sensazione di causare un’azione quando il pensiero di quell’azione giunge subito prima del verificarsi dell’azione stessa. Possiamo per esempio essere indotti a considerare i movimenti del braccio di un’altra persona come se fossero i nostri. In veste di neurobiologi, possiamo assicurarvi che si tratta di un effetto davvero bizzarro. Immaginate di essere in vestaglia, con le braccia distese lungo i fianchi. Dietro di voi un assistente infila le braccia dentro le vostre maniche. Indossa un paio di guanti. Un auricolare vi trasmette alcune istruzioni sul modo in cui dovete muovere le braccia. Non appena l’assistente esegue i vostri stessi movimenti, avete la sensazione di avere il controllo delle sue braccia. È un’illusione di azione. Avete mai ricevuto una telefonata da qualcuno proprio mentre stavate pensando lui? È una coincidenza, ma vuoi sembra essersi un nesso causale. Allora, però, ogni sensazione di libero arbitrio che abbiamo un’illusione.
Nell’effetto di esclusività abbiamo la sensazione che i nostri pensieri siano causa di eventi per i quali escludiamo altre cause possibili. Ma possono esserci delle ragioni per cui operiamo delle scelte di cui non siamo consapevoli, ecco simpatico esempio. Fate finta di essere al ristorante, e che la persona al vostro fianco ordini un piatto di gamberetti. Stavate per ordinarlo che voi, ma ora potrebbe sembrare che state copiando le scelte dell’altro. Quindi, per non sembrare influenzabili, cambiate ordinazione. Siete convinti di agire in base al vostro libero arbitrio, ma non è così. Il fatto di sentirvi influenzati dalla banale ordinazione di un piatto di gamberetti mostra che il vostro libero arbitrio è piuttosto fragile. Davvero, nessuna idea è un’isola.
Wegner disse che, per spiegare a posteriori le nostre azioni, abbiamo a disposizione solo il pensiero cosciente e la percezione cosciente: possiamo pensare che siano entrambi connessi al libero arbitrio, ma in questo modo trascuriamo indimostrabile potere dell’inconscio che guida le nostre azioni, per concludere che la mente cosciente è l’unica protagonista. Il pensiero cosciente fornisce una mera giustificazione razionale alle azioni appena compiute, in realtà motivate in modo deliberato e molto poco libero dal nostro cervello inconscio.
E’ possibile rompere l’incantesimo? Alcuni temono che, descrivendo il libero arbitrio come un’illusione che nasce dal corpo materiale, lo spirito umano morirebbe; ma è improbabile che si verifichi un simile rivolgimento nel pensiero popolare. La percezione di un’azione cosciente nella vita di tutti giorni è onnipresente: essa reprime il nostro intimo scetticismo, che pure ci suggerisce come i nostri comportamenti siano causate da meccanismi cerebrali e non dal nostro libero arbitrio. L’illusione della presenza di un magico sé non è facile da sopprimere. Inoltre molti filosofi, e altrettanti scienziati, sostengono che, se La coscienza può essere illusoria, responsabilità etica è del tutto reale.
[Una curiosa scoperta in tema di libero arbitrio è che le persone, quando credono o sono indotti a credere che il libero arbitrio sia un'illusione, possono diventare più antisociali.
All'università della British Columbia hanno sottoposto 30 studenti a un test che studiava l'aritmetica mentale. Gli studenti venivano invitati a calcolare mentalmente La risposta a 20 semplici problemi. Prima di svolgere il test, però, a metà di loro veniva fatto leggere questo passaggio del libro di Francis Crick, La scienza e l'anima: Tu, con le tue gioie i tuoi dolori, i tuoi ricordi e le tue ambizioni, il tuo senso di identità personale e il tuo libero arbitrio, in realtà non sei altro che la risultante del comportamento di una miriade di cellule nervose e delle molecole in esse contenute. Noi non siamo altro che un mazzo di neuroni [...] Anche se ci sembra di avere una volontà libera, le nostre scelte sono già state stabilite per noi, e noi non possiamo cambiare questo stato di cose. ”
Gli altri studenti leggevano un passo differente, che non menzionava il libero arbitrio. Più tardi, quando se ne presentava l’occasione, coloro che avevano letto il brano più neutrale imbrogliava non meno del gruppo che avevano letto il libero arbitrio è un’illusione… ]
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