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Le incomprensioni si chiamano insetti

Da Flavialtomonte

Salta per l’ultima volta, e poi cade giù. Stremata ci riprova, sbatte le sue ali trasparenti e si risolleva. Ci riprova! E di nuovo, dritta contro il vetro. Una, due, tre, quattro volte con insistenza. Povera ape. Non sa che accanto c’è l’uscita. Ma se non glielo dice nessuno, come fa a saperlo?
Se la prendo per la zampa e l’accompagno dite che s’arrabbia?
Son tipe strane le api. Stanno insieme solo quando sono in casa, non appena escono si perdono. Si perdono contro un vetro. Colpa nostra che abbiamo inventato il vetro! Loro mica lo sanno cos’è un vetro? Vaglielo a dire. Ehi ape? Questo è un vetro, tu sei un corpo e non ci passi, perché anche il vetro è un corpo solido. Niente. Apeeee? zzzz zzz zz zzz zz z. Niente, non ci capiremo mai! E continueremo a pungerci e ad ammazzarci, a odiarci e a volerci bene, tu a produrre miele e noi a disegnarti.
Io sono un essere umano vedi? Mentre tu sei un insetto.
Niente, non ha capito!


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