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Le intercettazioni telefoniche : l’italia che spia per arrestare i corrotti e per mandarli in prigione.

Creato il 12 aprile 2010 da Madyur

Nella più grande e famosa delle indagini giudiziarie italiane , quella di mani Pulite, le intercettazioni non le hai mai quasi usate. Gli indagati confessavano : e per fare i processi bastavano le loro ammissioni , insieme ai documenti bancari dei conti all’estero. Senza contare che i cellulari , a quel tempo, non erano così diffusi.

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Quando i corrotti si sono diventati nuovamente forti, le intercettazioni telefoniche e ambientali sono diventate uno dei pochi strumenti d’indagine capaci d’inchiodarli alle loro responsabilità: così Davigo , pm di mani Pulite, spiega l’aumento delle intercettazioni. Della loro esistenza nessuno se n’è accorto se si usavano per arrestare trafficanti di droga, sequestratori, mafiosi. Quando arrivarono sui giornali le telefonate dei politici, finanzieri, calciatori, allora il Paese si è reso conto.

Allora ecco sollevare il problema della privacy , dell’invasività delle intercettazioni nella vita privata , del Grande Fratello che ci controllerebbe tutti. E’ così? Per prima cosa dobbiamo dire che è il pubblico ministero a chiederle , a carico di indagati per reati che devono essere gravi. Ma è un giudice , il gip ( giudice per le indagini preliminari) a decidere se autorizzarle o no.

La richiesta delle utenze da controllare viene inoltrata agli operatori telefonici. Poi la faccenda passa alle forze dell’ordine: polizia carabinieri e guardia di finanza hanno nelle loro caserme sale d’ascolto con le macchine per registrare le conversazioni. Ma riescono a fare solo una piccola parte del lavoro. Così le procure si rivolgono sempre più spesso ad aziende private specializzate , di solito scelte da ufficiali di polizia giudiziaria che lavorano con i pm.

In Italia le aziende spia-telefoni , sono una quarantina. Quasi tutte si trovano al Nord. Molte a Milano e in Lombardia , dome la Sio di Cantù , la Area di Binago , la Rcs spa di Milano. Una a Trieste , la Innova. Il lavoro non è a prova di rischi , e soprattutto delicato : così la Rcs ora è al centro di un’indagine delicatissima per fuga di notizie, a causa della telefonata del 2005 di Piero Fassino (“Allora? Siamo padroni di una banca?”) finita sulle pagine del Giornale prima ancora di essere trascritta e messa a disposizione dei magistrati.

I rischi sono anche economici , perché la concorrenza è aumentata e il Ministero della Giustizia ha chiuso i cordoni della Borsa. Così alcune aziende hanno fatto il crac , altre hanno dovuto aspettare anni per avere dei soldi dal ministero e alla fine hanno dovuto recuperare crediti senza interessi, con lo sconto del 5 e del 10%.

I costi delle intercettazioni sono diverse a secondo dell’aerea geografica. Capita che a Campobasso un’intercettazione costi 3,85 £ al giorno, a Roma costa 5, mentre a Lodi 27. Ancora i più oscillanti , in base ai rischi, i prezzi delle microspie piazzate in una stanza o in un’auto: 19 euro al giorno a Roma , ben 195 a Catania.

Non si sa quante persone sono sotto controllo in Italia. Il Ministro della Giustizia , Alfano, ha sostenuto che in Italia si fanno tre milioni d’intercettazioni , con un costo totale di un miliardo d’euro all’anno. In una seduta al Parlamento disse “Le persone intercettata in Italia nel 2007 sono state 124.845. Poi ciascuna fa o riceve mediamente trenta telefonate al giorno. Così si arriva a tre milioni di intercettazioni”.

In verità i decreti emessi dai gip sono stati 45.122. Ogni decreto corrisponde ad un’utenza , cioè a un solo numero telefonico e, quando si controlla un indagato, si intercettano tutti i suoi numeri : casa, ufficio, uffici , eventuale seconda casa , cellulari. Una persona può anche avere dieci numeri : Moggi disponeva di otto cellulari , con varie schede, più le utenze di 4 abitazioni , del suo studio privato , dell’ufficio preso la sede della Juventus . Intercettarlo voleva dire produrre una ventina di decreti , ciascuno prorogato più volte.

Facendo un rapido conto, le persone intercettate sono state quasi 20 mila : lo 0,03% della popolazione italiana. Inoltre controllando dati del Ministero della Giustizia dicono che sono in calo : 286 milioni di euro nel 2005 , 246 nel 2006 , 224 nel 2007. D’altra parte l’indagine del 2005 sui furbetti di quartiere ha fatto entrare nelle casse dello Stato quasi 1 miliardo di euro.

Le intercettazioni sono uno strumento insostituibile per smascherare i reati in un Paese a illegalità diffusa. Oppure come dice Polito ,direttore del Riformista, “il rischio più grave che corre l’Italia dai tempi delle leggi speciali del fascismo”. Berlusconi e Saccà, Guido Bertolaso e la sua cricca, Stefano Ricucci e i furbetti del quartiere: l’intercettazione telefonica è uno specchio del paese.

madyur

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