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Le interviste impossibili 2

Creato il 03 febbraio 2011 da Patuasia


Questa volta Patuasia è andata a casa del PD e ha intervistato il suo Presidente, Fabio Protasoni.

Nelle fila del centrosinistra il PD ha perso quote di credibilità a causa dell’atteggiamento del suo segretario, Raimondo Donzel, prima in linea con quella che si chiamava Alleanza autonomista e progressista e poi a cercare di ricucire con l’Union. E’ possibile recuperare la fiducia perduta?

Personalizzare la politica non aiuta a farla migliore e, per fortuna, nel Pd le decisioni sono collettive e democratiche, così come le responsabilità per i successi e per gli errori (ma non è che a forza di prendere di mira Donzel vi sfugge qualcosa?).  E’ vero che il PD ha perso la fiducia di una parte del proprio elettorato. Colpa nostra perché siamo stati, nella fase delle elezioni amministrative, troppo confusi nelle alleanze e troppo deboli nella proposta. Quello che stiamo facendo è perseguire, con maggiore determinazione l’idea originaria del partito Democratico.  Un partito aperto e plurale ma non ideologico (es. nuovo Travail), radicato sui problemi (federalismo, trasporti, lavoro, sociale…) e più competente. Perché per cambiare la Valle d’Aosta non è sufficiente sparare nel mucchio. Occorre avere un progetto concreto e realistico e per fare questo occorrono saperi e conoscenze nuove. Certo avete ragione su un punto… Dobbiamo essere più chiari e netti nelle cose che diciamo ma non superficiali o semplicistici o demagogici. Questo non aiuterebbe nessuno.

Cosa c’è di nuovo che caratterizza l’attuale PD con i precedenti DS, visto che l’ala della Margherita che lo ha fondato qui come a Roma non c’è più?

Molto. Programmi e identità sono il frutto dell’incontro tra culture diverse che prima si guardavano in termini dialettici e competitivi e che oggi stanno insieme con l’idea che “sinistra” è, ancora, una bella parola piena di significati per tutti. Io non sono l’ex di niente perché Margherita e Ds non esistono più. Sono un democratico. Nel PD valdostano ci sono uomini e donne che non avevano ruoli in quei partiti (tipo il Segretario e il Presidente) ed altri che non hanno mai avuto una tessera a parte questa. L’età media del gruppo dirigente è intorno ai 40 anni. In tutto il paese, come da noi, la questione degli “ex” è archiviata da tempo e le discussioni tra gli iscritti, nei circoli e nelle riunioni, non sono su cosa eravamo, ma su cosa si deve fare per uscire da questi 15 anni di delirio. Non è un Rutelli in più o in meno che cambia il progetto del PD.

Perché è così difficile per il PD cercare alleanze a sinistra, mentre trova facile, nonostante i suoi rappresentanti, dialogare con l’Union e con le altre forze di maggioranza?

In consiglio Regionale e Comunale  i rapporti con Alpe e Fed della Sinistra sono buoni e si fanno iniziative comuni sia sul piano amministrativo sia su quello politico (es. iniziativa sul federalismo fiscale del 20 Ottobre). A giudicare, poi, dalle reazioni scomposte di Rolly o di Margue nei nostri confronti… sembra che diamo fastidio. Qualche resistenza e qualche giudizio sommario nei nostri confronti mi pare sia venuto, nel passato, proprio da alcuni di quelli che citi “a sinistra” e che magari lo fanno prendendo a pretesto i sentimenti che anche Patuasia spesso esprime. C’è ancora strada da fare perché, come per la fiducia degli elettori, pesano le scelte del passato, le differenze programmatiche e la sensazione che siano ancora presenti rancori personali e tatticismi. Comunque, secondo me, si è chiuso un ciclo e se si riparte dalle cose concrete…. faremo più in fretta e meglio. Poi, per fare politica davvero, bisogna provare a convincere chi non la pensa come te e per farlo (fatte salve le pregiudiziali etiche) bisogna parlare con tutti. Il dialogo non è un disvalore. Lo è il trasformismo e l’equidistanza, l’ambiguità e la dietrologia.

Immagino che il suo partito dia abbondante spazio all’etica, allora come è possibile che desideri (desiderio mai sopito) governare con politici che hanno avuto una condanna?

Se tiriamo fuori dalla sfera di cristallo i presunti desideri possiamo dire tutto di tutti. Noi non facciamo politica tanto per guadagnare qualche posizione. Gianni Rigo si è dimesso da presidente della V commissione, senza che fosse tenuto a farlo, per una ragione Politica.  Alle elezioni amministrative abbiamo proposto all’UV della città di invertire quel processo di scivolamento a destra che Rollandin ha imposto al suo partito. Hanno rifiutato e qualcuno tra loro ha dichiarato che l’UV è morta. Il Pd è all’opposizione del sistema di potere e della politica di questa maggioranza di centrodestra regionale e comunale e dell’UV che la guida. E non per una questione ideologica o etica nei confronti di alcuni di loro, ma per il fatto, anche Patuasia lo ha evidenziato, che, scivolando a destra, sprecando risorse e comprando tutto il comprabile, ci stanno portando sull’orlo dell’esplosione mentre la disoccupazione cresce, lo sviluppo è fermo e l’autonomia della società civile è massacrata.

Possiamo sperare in futuro in una alleanza elettorale che veda le forze del centrosinistra unite con l’obiettivo di mandare all’opposizione l’Union Valdotaine?

No. Se fosse solo questo l’obiettivo sarebbe troppo poco. Non si vincono le elezioni contro qualcuno ma per qualcosa. L’obiettivo è mettersi d’accordo, con le forze del centrosinistra, per cambiare il modello di sviluppo della Valle d’Aosta. Più ecologia e più lavoro, più estroversione e più cultura, più società civile e meno “mamma regione”, più libertà e più responsabilità. Non è automatico e non è sufficiente porre una sigla su quattro pagine di programma. Tutti noi, visto cosa sta diventando la politica, meritiamo qualcosa di più. Che cambi la politica in Valle e nel Paese.

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