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LE INTOLLERANZE ALIMENTARI (II parte)

Creato il 06 febbraio 2011 da Benessere
Le Intolleranze, viste come una rottura dell’equilibrio cibo-ospite, si insediano comunque in un organismo predisposto geneticamente o con uno sbilanciamento della barriera intestinale. Un peso importante rivestono la carica antigenica dell’alimento, l’età dell'individuo, gli insulti al sistema immunitario.
Gli starter più frequenti di un'intolleranza alimentare sono: introduzione precoce nel lattante di latte vaccino e derivati, uso di antibiotici, infezioni virali o batteriche a carico dell'intestino, infestazioni parassitarie intestinali, stress emotivi.
Tra gli alimenti, quelli che più frequentemente danno reazioni sono:
l.Ricchi di istamina: pomodoro, birra, formaggio stagionato e fermentato, spinaci, funghi, cioccolato, tonno in scatola, ecc.
2. Istamino liberatori: fragole, ecc.
3.Tendenzialmente allergizzanti: pesce, arance, uova, soia, latte vaccino, pesche, kiwi, crostacei
4. Cibi che più frequentemente causano intolleranze: latte e latticini, lieviti, frumento, olii vegetali, olio di oliva, ecc.
Un'intolleranza alimentare deve essere sospettata quando un disturbo, anziché comparire in modo passeggero o saltuario, inizia a presentarsi sempre più frequentemente fino ad interferire con la vita "normale" della persona.
Come sempre in Biologia le variabili possono essere molteplici, e quindi la ricerca di eventuali intolleranze alimentari può essere una delle strade da percorrere per affrontare una problematica.
Possibili intolleranze alimentari vanno quindi prese in considerazione quando, dopo aver corretto la dieta, i problemi persistono, e possibilmente prima di intraprendere terapie farmacologiche, che presentano sempre effetti collaterali a breve o lungo temine.
Dalle intolleranze alimentari si guarisce, seguendo diete ad eliminazione associate eventualmente ad un sostegno fitoterapeutico.
Eliminazioni parziali o per tempi troppo brevi di un alimento non portano risultati soddisfacenti, solo tanta inutile fatica e scoraggiamento!
Si può quindi seguire una terapia individualizzata che consiste in:
• Rimozione dei fattori predisponenti che possono essere molteplici e devono essere attentamente individuati.
• Dieta di eliminazione e quindi sospensione per un periodo limitato , uno/due mesi, del consumo dell'alimento "incriminato", fino a successiva reintroduzione dello stesso
• Trattamento omeopatico di fondo perchè la medicina omeopatica facilita il recupero della normale funzionalità e rinforza il sistema immunitario, nonché la costituzione stessa del paziente.
• Iintegrazione vitaminica e oligoterapica.
I disturbi possono scomparire molto rapidamente, già all'inizio del periodo di correzione dietetica, per non comparire neanche se il paziente riprende le precedenti abitudini alimentari.
A volte i miglioramenti sono sorprendenti, e mano a mano che la salute migliora, il paziente acquista fiducia, il sistema immunitario si rinforza ed il corpo diventa sempre meno sensibile allo stress, a tutto vantaggio della qualità di vita.
Nel giro di qualche mese l'organismo si sarà "ripulito" dalle "informazioni" patologiche evocate dall'alimento, e ci si può gradualmente cibare con tranquillità di quegli alimenti che prima facevano star male.

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