Le Langhe, venti archeologi e un professore

Da Alice
Le Langhe, un caldo torrido, una carovana stile matrimonio di 6 macchine tutte rigorosamente Fiat (che patriottici!), tra cui una multipla senza freno a mano e con le frecce impazzite. Sotto il sole accecante e cocente scendono una ventina di futuri archeologi e un professore, pezzati, puzzolenti e distrutti e, sotto lo sguardo attonito dei passanti, sostano una buona mezz'ora davanti a un rudere, lasciando le auto in posti davvero poco raccomandabili per l'incolumità di queste ultime, facendo foto manco fossero turisti giapponesi (parole del professore). Alba, centro storico, mattina inoltrata. Venti ragazzi che corrono in lungo e in largo per le viuzze lastricate alla ricerca del professore perduto, pezzati e puzzolenti, con la paura di venire cazziati di brutto. Litigano fra loro su chi debba chiamarlo al cellulare e fanno supposizioni su dove possa essere finito. "Io vado avanti più velocemente perché devo chiedere dei permessi per visitare quelle cantine, voi intanto seguitemi" le ultime parole famose. Alba, centro storico, venti ragazzi stipati davanti a una chiesa che guardano un professore dall'altro lato della strada che palpeggia il muro di una casa e urla termini antichi di edilizia. Una signora col carrellino per portare la spesa gli passa davanti, lo guarda per qualche secondo e se ne va scuotendo la testa. Risata generale di noi studenti che assistiamo alla scena. Bar, non so più dove, "avete solo cinque minuti". Mi ritrovo in bagno assieme a una ragazza conosciuta solo quella mattina. Lei riempie la bottiglietta al lavandino, io faccio la pipì e poi ci invertiamo. "Ah comunque io sono Chiara!" "piacere, Alice". Non mi ero mai presentata a qualcuno prima d'ora in bilico su una turca. Augusta Bagiennorum (attuale Bene Vagienna), ovvero il nulla, pianura infinita, campi di graminacee (evviva l'allergia), caldo torrido, venticello che alza la polvere della strada sterrata e te la fa appiccicare al sudore, venti studenti e un professore ormai abbrustoliti dal sole, pezzati e puzzolenti si trascinano fino all'antico teatro romano. In lontananza un cane abbaia, il rumore di passi striscianti per la stanchezza. Un ragazzo che si mette a canticchiare la colonna sonora de Il Gladiatore passando le mani sul grano come nella scena finale del film, seguito a ruota dai due amici che si mettono a discutere dei Campi Elisi, chiedendosi se anche quelli puzzavano di cacca di maiale. Risata di gruppo. Dopo la mini gita ad Augusta Taurinorum (Torino), il corso prevedeva una maratona per le Langhe, precisamente ad Alba, Pollenzo e Bene Vagienna. Per chi fosse riuscito ad arrivare fino alla fine di questo post, qui c'è l'album completo con le didascalie che spiegano di quali posti si trattino. L'ho mai detto quanto io ami la mia università e i miei compagni? (colleghi è troppo formale da dire).

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