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Vi metto di seguito un articolo apparso su il Venerdì di Repubblica per chiedervi cosa possiamo fare noi affinché la condizione femminile possa diventare paritaria in ogni dove. A partire dal nostro quotidiano ci diamo davvero da fare? La domanda è rivolta anche agli uomini che credono nel paritismo. Maria Giovanna Farina
LE LAUREATE SPAVENTANO GLI AYATOLLAH
Giro di vite in Iran contro l'istruzione delle ragazze: vietati 77 corsi universitari. Il motivo? La loro bravura oscura i maschi.
Teheran. In Iran, con l'inizio del nuovo anno accademico, le studentesse universitarie non potranno più frequentare 77 corsi di laurea e affacciarsi a decine di professioni, dall'archeologia all'ingegneria, o studiare le lingue occidentali, tra cui l'inglese. La notizia è stata riportata dal sito indipendente Roozonline e anticipata, in parte, all'inizio di agosto, dall'agenzia di stampa semi-ufficiale Mehr, sebbene ancora manchi l'annuncio formale del governo.Il progetto di creare università single-sex, cioè aperte a un solo sesso, quello maschile, dovrebbe coinvolgere in tutto 36 atenei statali. Il divieto è visto come l'ennesima azione del governo contro le donne iraniane, tanto che il premio Nobel per la Pace 2003, l'avvocatessa Shirin Ebadi, ha scritto una lettera di protesta al segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon, e all'Alto commisario dellìONU per i Diritti Umani, Navi Pillay. "Questa iniziativa è parte di una recente politica della Repubblica islamica che tenta di far tornare le donne dentro casa" denuncia Ebadi. Teheran mira a diminuire il numero di studentesse che frequentano l'università, con una percentuale tra le più alte nei paesi islamici, facendolo scendere dal 65 almeno al 50 per cento.Il ministro delle Scienze e dell'Alta Educazione, Kamran Daneshjoo, ha infatti parlato della decisione come di un "bilanciamento", mentre Abolfazi Hasani, un alto funzionario dell'istruzione iraniana, ha detto che "alcuni campi del sapere non sono adatti alla natura delle donne", giustificando la messa al bando dei corsi universitari in base al sesso. Intanto è già partita la mobilitazione su Internet per sensibilizzare l'opinione pubblica al difuori dell'Iran e sul sito www.thepetitionsite.com è stata lanciata la petizione online per chiedere, al ministro Daneshjoo, la revoca del divieto.
Supplemento del Venerdì di " la Repubblica" del7 settembre 2012 n°1277Articolo di Simona Verrazzo
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