Tradizionalmente a Capodanno, non si può fare a meno delle lenticchie, vengono cucinate e mangiate il primo giorno dell’anno proprio per augurare abbondanza e prosperità, e nelle tradizioni popolari vengono equiparate al denaro ed alla ricchezza.
“Lens culinaris, sin. Lens esculenta o Ervum lens”, molto diffusa ed apprezzata per le proprietà sazianti e nutrienti è una delle più antiche piante commestibili conosciute dall’uomo sin agli albori della civiltà agricola la cui provenienza è medio-orientale Siria e Iraq settentrionale e successivamente diffusasi poi in tutto il mondo.
Esaù e Giacobbe
Tutti ricordano l’episodio biblico in cui Esaù vendette le sua primogenitura per un piatto di lenticchie.
Secondo Marni guida ai sogni di Supereva , vedere, cucinare, mangiare lenticchie nei sogni era considerato nell’antichità un auspicio di sfortuna e tristezza.
Questa pessima reputazione, dovuta forse al gonfiore, alla flatulenza ed al conseguente imbarazzo che la loro ingestione provocava, ha condizionato l’immagine onirica al punto da collegarla a tristezza, fastidi, litigi, menzogne, malesseri in genere limitati all’ambito domestico.
Pianta di Lenticchie
Nel mondo la coltivazione di questo legume occupa circa i 3,2 milioni di ettari, con una
produzione di 3 milioni di tonnellate, corrispondente a una resa media di 900 Kg/ha.
La nostra nazione ha meno di 1.000 ettari coltivati a lenticchia.
I semi secchi di lenticchia costituiscono un ottimo alimento ricco di sali minerali e proteine (23-24%) di buona qualità, ma per ulteriori informazioni sulla pianta, la sua storia e la botanica vi suggerisco di erudirvi sulla pagina di wikipedia, dedicata alla “Lens culinaris”.
Come dicevamo da Nord a Sud, le lenticchie vengono proposte nel Menù di San Silvestro, perchè simbolo di abbondanza.
Qui in Campania, vi è la tradizione che per l’epifania venga preparata la prima pastiera, ed anche gli inglesi per detta ricorrenza preparano la torta della dodicesima notte, poichè, la dodicesima notte è quella che corrisponde all’Epifania chiamata in questo modo per il numero dei giorni che trascorrono dal Natale fino alla festività e che segna la fine del periodo natalizioe,
lenticchie, e crema per la pastiera
l’ultima occasione per poter festeggiare, ossia l’Epifania che è chiamata anche prima Pasqua dell’Epifania, poi vi è la seconda Pasqua detta di Gloria o Resurrezione ed anche una terza ed ultima che veniva chiamata Pasqua Rosata o delle Rose e, che era appunto la Pentecostee, questo era l’ultimo giorno in cui si
consumava la pastiera perché il caldo, quando non c’erano i frigoriferi, non avrebbe permesso di conservarla a lungo.
Antonio con la sua pastiera alle lenticchie
Ma, divagazioni gastro-culturali a parte, vi voglio parlare di una pastiera innovativa ideata dal nostro eclettico Antonio Cafiero: quella con le lenticchie che vengono impiegate per sostituire il tradizionale grano.
Potrete naturalmente degustarla a Sorrento presso la sua celeberrima “Pasticceria Primavera”, al corso Italia, 142 .