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Le locuste - capitolo vi

Creato il 19 luglio 2011 da Ciro_pastore
PAOLA E NANNI
David negli anni aveva approfondito i suoi studi personalissimi in psicoanalisi. Sia con Nanni che con Cercolese la sua era una relazione di tipo analitico. Transfert e controtransfert regolavano i loro rapporti. Cercolese, in fondo, come tutti i politici di rango amava il potere in quanto tale. Il potere si alimenta di se stesso, in un circolo vizioso autoreferenziale. Potere produce potere, questo lui lo sapeva benissimo. Sono gli stessi clientes ad innalzare il potente di turno al suo rango di Signore. Una particolare versione dell’attrazione fatale per il potere è quella che alcune donne locuste provano per il potente. La potenza del potere affascina le locuste perché, a differenza del potere economico, il potere politico consente di ottenere cose che anche con i soldi è difficile raggiungere. Il potere politico è un meta strumento, è come il coltello dell'esercito svizzero, un utile strumento multifunzione. È un piccolo coltello dalla lama ripiegabile dotato di molti altri attrezzi, che possono comprendere: stuzzicadenti, forbici, pinzette, apribottiglie, e giravite. Tutti gli attrezzi sono ripiegati all'interno del manico e vengono estratti per l'uso. Il potere politico è capace di lusingare, di obnubilare, di sedurre, di ridurre le coscienze, di cancellare ogni moralità.David stesso ne era stato affascinato, ma dopo averlo conosciuto, aveva capito che bisogna combatterlo, dall’interno e con le sue stesse armi. Il potere non si distrugge con una bufera rivoluzionaria, si rende inoffensivo minandone le sue stesse fondamenta. Ridicolizzare chi detiene il potere era l’arma usata da David. Lo faceva con tutti e questo gli aveva lentamente procurato odi, rancori e, presto o tardi, anche qualche vendetta lo avrebbe raggiunto. Ma, intanto, lui avanzava imperterrito forte della sua capacità di uomo sagace e corrivo. Queste erano i suoi punti forte. Quelli che gli consentivano di essere mal sopportato ma troppo utile per essere allontanato.
Nella tarda primavera del 2010, nella sua vita entrò Paola. Una quarantenne dal fisico statuario ma dalla mente labile, ai limiti del collasso psicologico. Per anni sotto psicofarmaci, tentava disperatamente di uscire. Ma per David questo era un motivo ulteriore di attrazione. Isteriche, ansio e depresse erano la sua specialità. Donne complesse, spesso complicate. Con vite ingarbugliate, un passato da dimenticare e un futuro spesso tutto da costruire.Paola, separata da un marito molto più grande di lei, medico e con gravi problemi di erezione. I due non avevano figli naturali e avevano combattuto per avere in adozione una coppia di sorelle gemelle, figlie di una donna con gravi problemi economici e mentali. Certo, la situazione in cui erano state paracadutate non era delle migliori, ma almeno nella nuova famiglia stile Mulino Bianco, non avrebbero mai più sofferto la fame. L’agiatezza borghese di quella famiglia faceva a cazzotti con lo strano equilibrio psicologico che vi regnava. Paola era una donna che dopo anni di vita matrimoniale molto severa e contrita, si era aperta al mondo. Per lavoro frequentava i politici e non tardò a finire distesa sulla scrivania di piccolo ras, tale Crescenzoni.Le sue modalità sessuali avevano presto incuriosito David. Si conoscevano da ragazzini, poi si erano persi di vista per decenni. David aveva avuto un cotta adolescenziale per lei. Ma essere coetanei non gli aveva giovato. Lei era sempre stata attratta dagli uomini molto più grandi di lei, in una logica da complesso di Elettra. Si erano ritrovati grazie a Facebook e per David non era stato difficile insinuarsi nella sua vita. Ora era un uomo maturo ed esperto nell’arte della seduzione, sperimentata lungamente e con ottimi risultati.La prima volta lei non si ricordava nemmeno di quel ragazzino timido che un giorno l’aveva amata. Poi, pian piano, i ricordi nella sua memoria offuscata dagli psicofarmaci somministratele dal marito cominciarono a riproporsi, prima sbiaditi, poi sempre più nitidi. Ne aveva parlato con i suoi fratelli che, invece, stranamente di David si ricordavano bene. Alla fine David riuscì a convincerla di vedersi, quanto meno per fare un dolce tuffo nel passato. In fondo, a che serve stare in FB? Ritrovare vecchi amici, amori e provare a rinverdire un passato mai più riproponibile. David lo aveva utilizzato con altre donne, e aveva sempre funzionato.
Anche Nanni era un caso patologico, psicologicamente parlando. Una donna dalla personalità aggrovigliata, come un esercito di serpenti che si contendono un’unica preda. Ma la loro era una relazione analitica, dicevo, più sentimentale. David nel ruolo dello psicanalista e lei in quello della paziente. Una paziente riottosa e pronta a dissimulare anche con il proprio terapeuta. Ma decisa come sempre ad usare la seduzione per ottenere benevolenza e considerazione. Una donna che si era costruita una tale barriera impenetrabile che anche David, che ne aveva scardinate tante, faticò ad aprire quella inespugnabile corazza. Lei, la sorella e la madre: un trio femminile con risvolti davvero impensabili.- No, Renzo, non ho ancora finito dal parrucchiere – rispose Nanni al cellulare. – Dopo faccio un po’ di spesa e per le otto sono a casa come sempre, tesoro. David ogni sabato sera assisteva puntualmente a questi dialoghi telefonici. Si era convinto che tra i due esistesse un tacito accordo di reciproca non belligeranza. A lei piaceva fargli ascoltare le sue telefonate con il marito. A David la cosa ripugnava ma stava al gioco, come sempre. Chiusa la conversazione lei era pronta a buttarsi tra le sue braccia, come se nulla fosse avvenuto, ennesima ripetizione di un clichè seriale. David ne era convinto, quella telefonata faceva parte del copione. La sua coazione a ripetere, il suo mettere in scena sempre la stessa sequenza era tutta condensata in quella situazione. Per anni, dal 2007 al 2010, aveva dedicato a Nanni i suoi sabato pomeriggio, finendo le sue serate in compagnia di donne sempre diverse, però.
Una volta Nanni le aveva perfino presentato il marito. Un omone grande e grosso, imbolsito dagli anni e dai malanni. Doveva essere stato un uomo energico e volitivo in passato, ma più di un quarto di secolo con quella donna lo aveva ridotto male. Lui secondo me capiva tutto, ma sopportava per tanti motivi. La loro sessualità era ridotta al lumicino. A dire di Nanni, si limitava a masturbarlo la domenica pomeriggio, un altro di quei lavori forzati a cui lei volontariamente si sottoponeva. Me li vedo, lui che guarda la tv mentre lei con fare distratto provvede a maneggiarlo con cura e con attenzione, per evitare sbalzi pressori, pericolosi e sempre possibili, visto la sua cardiopatia acclarata.

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