Tutto ciò che è umano ha sembianze naturali, e tutto ciò che è materiale ha sembianze umane.
E la macchina andava, tra una corsia di sorpasso e un semaforo rosso.
Le piante dipinte di verde, su un suolo marrone del colore della nostra pelle abbronzata. Edifici rettangolari e smussati dai nostri menti scomposti. Gallerie di sogni arrotondati da un’istintiva razionalità. E sull’asfalto sfilavano linee bianche e veloci, erette, parallele e alternate nascoste dalle ruote gonfie delle nostre facce farcite di sonno e sobrietà.
Le canzoni alla radio dal volume esatto di timpani ripieni di bocche con dentro parole reiterate. Le lettere si identificano ai nostri passi, e i passi ai nostri piedi che somigliano ad alberi dai rami intrecciati e sospesi al cielo per miracolo divino.
Le mani hanno la forma del mare, onde sempre in movimento, in continua scissione, che si alzano, si abbassano, si fermano, riposano, respirano, si stringono, salutano, abbandonano e si lasciano andare alla vita.