La gioia dei giocatori italiani per la vittoria dei mondiali del 2006
Tutti insieme, stretti in un fremito comune, presso la redazione centrale tedesca di Rai Sport, a Monaco, divisi in 2 gruppi, secondo scaramanzie a me del tutto sconosciute, ma rispettate.
Una parte di giornalisti, opinionisti e tecnici nel luogo di lavoro, assiepati su sedie e scrivanie, con alcuni televisori a disposizione per monitorare gli eventi della finale mondiale. Un’altra parte nello studio TV, con uno schermo gigante in grado di farci sentire più vicini a Berlino, e agli azzurri: l’Italia, che ha eliminato i padroni di casa della Germania, affronta la Francia. Quando mai mi capiterà di realizzare la cronaca diretta di una finale, con i nostri giocatori in campo? Mai, e allora decido di approfittare dell’esistenza di un nuovo media, il Web, per esibirmi. Curo, da 4 anni, il sito NESTI Channel, e mi armo di un registratore grande come 3 accendini, con l’intenzione di trasmettere le fasi salienti in Italia, il giorno dopo, via telefono. Successivamente, saranno messe “on line” dai miei tecnici della Time&Mind, e in futuro (ma in quel momento, non posso saperlo) su Youtube, in perpetua memoria di una serata indimenticabile. Lo studio TV sembra uno stadio, e gli effetti che entrano nel registratore, con la mia voce, sono simili a quelli autentici, per quanto, attorno a me, in molti si chiedano cosa sto combinando. La Francia passa in vantaggio dopo 7 minuti, su calcio di rigore battuto da Zidane, anche se l’impressione, che tuttavia inganna, è che la palla non abbia superato la linea di porta. L’Italia reagisce 12 minuti più tardi, quando, su corner di Pirlo, Materazzi salta in quota, e crea le condizioni perché gli azzurri disputino una prima parte della gara superiore a quella avversaria. Nella ripresa, e nei tempi supplementari, il risultato resta 1-1, ma con la Francia più prodiga di gioco offensivo e di occasioni, pur in presenza di una difesa italiana insuperabile. A 9 minuti dai calci di rigore, rimango allibito quando capisco il motivo di un atterramento proprio di Materazzi, che aveva colto di sorpresa tutti, essendo avvenuto a palla lontana. Zidane, 8 anni prima, aveva afferrato la Coppa del Mondo, a furia di testate (al pallone), in finale. Otto anni dopo, macchia l’ultima partita della carriera con la furia di una testata (al petto). Arrivati ai penalties, penso soltanto una cosa, e cioè che ho visto troppe volte le squadre italiane naufragare dagli 11 metri, per cui, se la dea bendata si concedesse una vacanza… Dopo Pirlo, Materazzi, De Rossi e Del Piero, sul 5-4, tocca a Grosso la responsabilità di riavvolgere di 24 anni il nastro dei Rossi, Tardelli, Bearzot e Pertini, rendendo azzurro il cielo di Berlino. Nel 1982, ero dietro a Martellini, mentre nel 2006 sono dietro a un registratore, ma non tanto piccolo dal non riuscire a contenere una gioia spaziale: allora “in onda”, stavolta “on line”. LA MIA WEBCRONACA SU YOUTUBE https://www.youtube.com/watch?v=7Q0_DnK7Kwo