by Mattia Gariglio · 20 maggio 2014
Da giovedì 22 in sala un film dai forti chiaroscuri…
Gelsomina, adolescente introversa, primogenita di quattro, vive con la sua famiglia una vita bucolica, fatta di capre, pomodori e api. Un’estate straordinaria, in cui le regole che tengono insieme la famiglia si allentano e le loro vite rischiano di cambiare per sempre…
La famiglia de Le meraviglie, la famiglia della sua giovane protagonista, vive di regole tutte sue, in un mondo parallelo ai confini di una società impegnata a modernizzarsi, a migliorarsi nel faticoso tentativo di rendersi “mediaticamente” appetibile. La figura di Wolfgang , dispotico pater familias, funge da collante per un nucleo famigliare allo sbando proprio per causa sua. Re di un regno fuori dal mondo, destinato a sbriciolarsi sotto i colpi della modernità che incombe.
In un paesaggio ai bordi dell’urbe, si sviluppa una trama lenta, che a tratti rischia di avvilupparsi su sé stessa, nel continuo tentativo di raccontare una storia dallo spunto interessante, senza cadere vittima dello stile radical chic che sta’ appestando il cinema italiano in odor di autorialità. Sempre in bilico, Le meraviglie riesce, a tratti, ad evitare queste trappole, ma la scelta di alcuni interpreti (la Bellucci in primis) punisce oltremodo un’autrice che prova a sfruttare il nome per regalare al cinema nostrano un’opera degna di rappresentarci all’estero. La scelta di uno stile di recitazione “neorealista”, con battute che a volte sembrano buttate lì, nel tentativo, vano, di donare valore alla storia, si rivela controproducente.
Il ritmo potrebbe essere quello giusto, ma risente probabilmente della mancanza di alcuni silenzi utili.
Le meraviglie vive di momenti filmicamente forti, efficaci, fatti di sguardi e gesti dei quali sono protagonisti gli interpreti più giovani. Quando entrano in scena gli adulti la pellicola stenta, perdendo in impatto ed efficacia. L’opera avrebbe sicuramente tratto enormi benefici da qualche sforbiciata qui e lì, riguadagnando quel ritmo che perde per strada man mano che ci si avvicina ai titoli di coda.
Le meraviglie riesce dunque a resistere, a ed evitare di sventolare bandiera bianca, grazie ai giovani protagonisti, e a un cast tecnico capace di donare agli spettatori un atmosfera pregna di tensione ma allo stesso tempo di ironia e magia.
La pellicola della Rochrwacher si presenta per quella che è: fragile. Probabilmente troppo autobiografica, rischia rivolgersi ad un pubblico molto ristretto, avvezzo a quello che troppo spesso viene definito “d’essai”. A volte, però, essere fragili e di nicchia può essere la chiave di volta.
ASSUMERE CON CAUTELA
Regia: Alice Rohrwacher – Cast: Sam Louwyck, Alba Rohrwacher, Sabine Timoteo, Agnese Graziani, Monica Bellucci – Nazione: Italia – Anno: 2014 – Durata: 111′
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