Le metafore che ci dicono chi siamo

Da Jessi

Molti libri di divulgazione scientifica della linguistica e dello studio del linguaggio possono darci strumenti importanti per interpretare la realtà intorno a noi. Ma anche quella dentro di noi. Il libro di cui vi parlo oggi rappresenta un classico e ci offre una chiave interpretativa per capire come il linguaggio influenza il nostro pensiero e le nostre azioni. E viceversa. Il libro è: Metafora e vita quotidiana di G. Lakoff  e M. Johnson, curato da P. Violi, EditoreBompiani  (2004, 2°ed.).

Gli autori hanno approfondito il ruolo della metafora. Nelle parole degli autori: “abbiamo trovato che la metafora è diffusa ovunque nel linguaggio quotidiano, non solo nel linguaggio ma anche nel pensiero e nell’azione: il nostro comune sistema concettuale, in base al quale pensiamo e agiamo, è essenzialmente di natura metaforica. I concetti… strutturano ciò che noi percepiamo, il modo in cui ci muoviamo nel mondo e in cui ci rapportiamo agli altri. Il nostro sistema concettuale gioca quindi un ruolo dìcentrale nella definzione delle nostre realtà quotidiane.”

Un esempio molto significativo ci viene dato attraverso la metafora della ‘discussione come guerra’ , presente in molti nostri modi di dire:

“Le tue richieste sono indifendibili

Le sue crtiche hanno colpito nel segno

Ho demolito il suo argomento

Ha distrutto tutti i miei argomenti

Non sei d’accordo? Va bene, spara!

Le metafore che usiamo ci dicono come la nostra società concettualizza il dibattito verbale, come noi a nostra volta lo ereditiamo e lo tramandiamo agli altri, ma non solo. “Ciò che è importante sottolineare è che noi non soltano parliamo delle discussioni in termini di guerra, ma effettivamente vinciamo o perdiamo nelle discussioni: noi vediamo la persona con cui stiamo discutendo come un nemico, attacchiamo le sue posizioni e difendiamo le nostre, guadagnamo o perdiamo terreno, facciamo piani e usiamo strategie, se troviamo una posizione indifendibile, l la abbandoniamo e scegliamo una nuova linea di attacco. Molte delle cose che noi facciamo durante una discussione sono strutturate dal concetto di guerra.”

Possiamo ad esempio non riconoscere la ragione dell’altro, perchè sarebbe per noi una sconfitta. E, in questo modo, con una metafora che da forma ad un’idea, possiamo perderci altri aspetti di quell’idea per il semplice fatto che non sono previsti in quella metafora. Ad esmepio, in una discussione è possibile imparare, trovare un amico, trovare se stessi. Ho più volte citato il brano di P. Auster in cui viene presentata Kitty che sa ascoltare e parlare con i suoi interlocutori in modo non bellicoso, non polemico (Πόλεμος, ‘polemos’ significa appunto ‘guerra’), ma collaborativo e costruttivo, tanto che ne esce davvero un dialogo: la metafora in questo caso è quella della “discussione come una partita con un buon giocatore.”

Insegnare ai bambini a dialogare in modo non bellicoso, attraverso il nostro esempio, potrebbe essere un modo per contribuire a creare una società più collaborativa. Il percorso può iniziare dalla riflessione sulle metafore che usiamo tutti i giorni, e che, senza rendercene conto, possono dare forma ai nostri pensieri e al modo in cui agiamo. La metafora della “leadership come aggressività” , per fare un altro esempio, soggiace alla visione di molti.  In questo post e nei suoi commenti, si riflette su modelli diversi di leadership, come ad esempio quella emotiva.

Il libro di G. Lakoff  e M. Johnson, ha aperto la strada alla riflessione sulla metafora e sulle implicazioni per il modo di pensare e di agire in vari ambiti disciplinari, cito come esempio la scuola e l’educazione e la psicoterapia.

Ci sono delle metafore che sentite ‘vicine’ alle vostre idee, o, al contrario, distanti e che sostituireste volentieri?

Questo post partecipa al Venerdì del libro, appuntamento nasto da un’idea di Paola di Homemademma che sta anche organizzando una biblioteca virtuale su Anobii, a questo link.

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