I media della città di New York sono da sempre tra i più feroci detrattori di squadre e giocatori, oltre che i più affamati di scoop, interviste, mezze verità e dichiarazioni da poter (ri)utilizzare in giornali, TV e radio; se già il loro materiale con i New York Knicks era ampio, da quest’anno aumenterà esponenzialmente, visto l’arrivo di Phil Jackson come Presidente e General Manager. Ieri, ad esempio, in una conferenza stampa, l’ex coach di Bulls e Lakers ha parlato di tutto, e come sempre l’ha fatto senza troppi peli sulla lingua (anche se meglio non credere a tutto quello che dice coach Zen).
Il primo tema caldo che Jackson ha toccato è stato quello del prossimo allenatore della franchigia, visto che dopo la scelta di Steve Kerr di accettare l’offerta dei Golden State Warriors, i Knicks sembrano brancolare nel buio:
“Mi era stato chiesto di allenare per una stagione la squadra, facendo crescere dietro di me un coach giovane, ma ho rifiutato; mi sarebbe piaciuto è ovvio, ma le mie condizioni fisiche non me lo permettono.
Il nostro prossimo allenatore dovrà capire la direzione che sto cercando di dare a questa squadra. Brian Shaw è sotto contratto con i Nuggets, che hanno già molte nostre scelte al Draft, non voglio dare qualcos’altro a Denver. Derek Fisher? Non so se vorrà muovere la sua famiglia per venire qui, ma di sicuro è uno dei nomi nella mia lista.Conto di trovare un allenatore sicuramente prima di luglio, ma mi piacerebbe trovare qualcuno che abbia una relazione diretta con me.”
Scartati con questa dichiarazione i nomi di Mark Jackson e Brian Shaw quindi, quello più caldo rimane Derek Fisher che però prima dovrà terminare i playoff con i Thunder.
Jackson poi ha parlato anche dell’affare quasi fatto con Kerr:
“Avevamo trovato un accordo di massima con Steve, ma senza conferme; quando è arrivata l’offerta dei Warriors è stato giusto lasciarlo andare. Obiettivamente quella è la miglior situazione per lui. E’ un ragazzo della California, allenerà un gruppo di ragazzi giovani, fatti apposta per lui, in una squadra che sta già facendo i playoff.
Noi siamo una squadra che ancora non gioca la postseason, dobbiamo costruire un roster adatto, con questo non voglio dire che dobbiamo ricostruire, ma è indubbio che dobbiamo creare un gruppo competitivo.”
Poi Jackson ha affrontato un altro tema spinoso, quello di Carmelo Anthony che potrebbe uscire dal suo contratto entro il primo luglio e diventare free agent:
“Gli ho detto che secondo me sarebbe una buona idea restare l’anno prossimo e vedere se la strada che abbiamo intrapreso è quella giusta. Ma è una sua scelta, l’opzione è sua, e ha quindi il diritto di decidere se diventare free agent. Mi ha detto che ci penserà su.
Ad ogni modo non perderò il sonno per questa questione, sopravviveremo anche a questo.
Il suo talento è evidente, è uno di quei giocatori con le capacità che servono nelle partite di playoff e spesso in queste situazioni hai bisogno di un giocatore con la sua capacità di segnare anche nelle situazioni critiche. Lui è uno di quei giocatori, uno dei pochi che può fare queste cose.”
Per chiudere coach Zen ha parlato del futuro della franchigia che ha un salary cap ancora bloccato dai pesanti contratti acquisiti (o elargiti) negli anni scorsi, ma che dal 2015 potrebbe essere molto più libera:
“Abbiamo l’opportunità nei prossimi anni di essere in corsa per i free agent più ambiti, giocatori di prima fascia. Non quest’anno, anche se lavoreremo per cercare di migliore da subito questa situazione, ma dall’anno prossimo e quello successivo penso che avremo questa possibilità. Non giocatori da 20 milioni di ingaggio, ma magari due che accetteranno un po’ meno, per costruire una squadra attorno a Carmelo, per cercare di vincere il Titolo.
Sono fiducioso che ‘Melo resti con noi l’anno prossimo. Dobbiamo cambiare attitudine, modo di pensare, abbiamo bisogno di un nuovo modo di pensare per ripartire. E’ un processo che dovremo portare avanti insieme, quello che la squadra dovrà fare per poter essere tutti sulla stessa pagina, per poter andare in campo ed essere competitivi.”
L’estate per New York sarà senza dubbio difficile, perchè riuscire a lavorare su questo roster non sarà per nulla facile, ma proprio per questo è stato chiamato Jackson, uno che sa bene come parlare ai giocatori e come gestirli, e sa anche come gestire la pressione di una città come NY, dando in pasto ai media quelle che spesso sono solo delle mezze verità.