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Le mie letture – Nuotare sott’acqua e trattenere il fiato

Da Marcofre

Il fatto è che, quando si sia provata l’intensità dell’arte, nient’altro di ciò che può capitare nella vita sembra ormai importante quanto il processo creativo.

 

Questo libro dal titolo chilometrico è di Francis Scott Fitzgerald, autore di romanzi quali “Tenera è la notte” e “Il grande Gatsby”. Non è però quello che ci si aspetterebbe, o forse sì; cerchiamo di spiegarci e soprattutto di capirci.
È una testimonianza che pesca nella corrispondenza dello scrittore statunitense, e anche da alcune sue opere.

Se perciò si è a caccia di uno di quei libri che spiega come azzeccare l’incipit giusto, e rendere la propria opera favolosa, probabilmente è meglio lasciar perdere.
Non c’è nulla del genere, eppure la ricchezza che si trova in queste pagine è sbalorditiva.

In certe lettere si intravede il dramma di chi deve scrivere, e nello stesso tempo pensare a pagare i conti. Di chi deve agire in fretta, eppure non può che prendersi del tempo perché la scrittura ama solo le cose fatte bene. Eppure su tutto resta la determinazione a resistere, a lavorare sulla parola perché il lettore possa amarla.

Non c’è solo questo nel libro elettronico che racchiude anche una prefazione di Nicola Lagioia.
Scott Fitzgerald preferisce puntare la sua attenzione sull’atteggiamento che occorre avere se e quando si sceglie di fare Letteratura con la L maiuscola.

Naturalmente nulla è garantito: è bene ribadirlo, e in fondo basta sfogliare la biografia di questo, o di altri scrittori per rendersene conto. Ma per lo scrittore statunitense se uno ha talento e ci vuole provare, deve avere coraggio e tenacia. Questi paiono tra gli ingredienti più importanti, e ce n’è almeno un altro forse ancora più cardinale.

Il duro lavoro. Come in Carver, anche in Scott Fitzgerald la bellezza delle frasi non arriva grazie al soffio degli Dei, ma attraverso una lunga, snervante opera di taglio, riduzione, riscrittura. Un confronto però che non si esaurisce solo con la pagina scritta, o il vocabolario, ma che si sviluppa altrove. Con con Hemingway; Scott Fitzgerald parlava, chiedeva consigli, ne offriva.

Anche questo era un mezzo per riuscire a ottenere una scrittura dura, potente, eppure bellissima.

Infine, una piccola curiosità. Spesso si dice che al giorno d’oggi la letteratura non è più come una volta, quando si premiavano davvero i talenti. È falso. Basterebbe conoscere appena la vita e lo scarso successo che Scott Fitzgerald conobbe in vita (divenne uno dei grandi della narrativa statunitense dopo la morte, ovviamente) per comprendere che il funzionamento dell’editoria è sempre lo stesso.

Ma dalla corrispondenza di Scott Fitzgerald ci si rende conto che il gusto addomesticato del pubblico, che sembra prediligere solo letture facili; oppure i favori tra scrittori ci sono sempre stati, rappresentano una costante nel tempo. A salvarci da certa mediocrità ci pensa il talento di alcuni grandi autori, per fortuna.

Minimum Fax. Traduzione di Leopoldo Carra e con una prefazione di Nicola Lagioia.


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