Il mio viaggio in terra polacca e in particolare a Cracovia e dintorni si è concluso con la visita guidata alle miniere di sale di Wieliczka, una città nota proprio grazie al salgemma estratto dalla miniera tra le più antiche del mondo.
Raggiungere Wieliczka è stato facilissimo, grazie alle indicazioni semplicissime reperibili su internet; infatti, dista appena quindici chilometri
dal centro della città ed è raggiungibile tramite autobus, treno o pulmino.
Noi abbiamo optato per l'autobus di linea, preso nella zona vicina al castello di Cracovia, abbiamo raggiunto in una ventina
di minuti la miniera, spendendo la modica cifra di due zotly e mezzo, l'equivalente di sessantacinque centesimi di euro.
Giunti davanti all'ingresso principale abbiamo fatto il biglietto (la cifra è di trentasette pln, circa dieci
euro, non ricordo se la guida si paga a parte o è inclusa nel prezzo e con una cifra irrisoria è anche possibile fare
le foto all'interno della miniera), comprendente la visita con guida in italiano e atteso in un parco alberato l'orario d'ingresso, previsto dopo due ore, visto l'alto afflusso di
turisti.
Nel piazzale erano presenti tre musicisti, vestiti con gli abiti di un tempo, a suonare simpatiche melodie
e ad allietare i turisti e nel parco delle panchine e i servizi igienici, con alcuni ristoranti e bancarelle per mangiare qualcosa nell'attesa.
A guidarci nei sotterranei della miniera una simpatica ragazza polacca che ci ha dato una descrizione generale sulla
miniera; si tratta, infatti, di un percorso di circa due chilometri a piedi, scendendo una scalinata in legno di trecentoottanta scalini che sembra non terminare mai (l'uscita avviene mediante uno stretto ascensore).
La miniera è suddivisa su nove livelli, di cui solo tre sono visitabili e l'aria che si respira all'interno della miniera è
molto salutare, grazie all'effetto del sale sulla nostra pelle ed è chiamata anche la "Cattedrale del sale della Polonia" e non è difficile capirne il motivo, una
volta dentro.
Terminata la discesa, ci siamo
ritrovati in un mondo sotterraneo completamente nuovo e affascinante, caratterizzato da gallerie, cunicoli, ampie stanze e corridoi tutti tempestati di sale o salgemma dalle forme più strane
(a forma di broccoletti, a stalattiti etc.), laghetti, percorsi di acqua e statue scolpite magistralmente da abili minatori.
Nelle stanze si trovano numerosi candelabri e lampadari i cui cristalli sono realizzati interamente con il sale, numerose
statue, cappelle e, in alcuni casi, gnomi, folletti e i sette nani che sbucano da ogni lato delle grotte, lasciando il visitatore a bocca aperta per la bellezza e la precisione delle
sculture.
In alcune stanze o aree della miniera sono rappresentati i minatori di un tempo con i cavalli e i lavori che vi svolgevano
all'interno, sotto forma di fantocci o creati sempre con il sale, compresi i mattoni che calpestavamo, realizzati con
blocchi di sale e riconoscibili indirizzando un fascio di luce al loro interno.
L'ultima sala visitata è un'impressionante stanza dalle dimensioni notevoli (alta dodici metri, lunga cinquantacinque e larga diciotto) e caratterizzata da una cappella con una statua di Gesù
Cristo crocifisso, delle sculture e bassorilievi disegnati a parete, un piccolo presepe e altre scene di santi e di luoghi, ovviamente tutti interamente ricavati dal sale.
A conferire alla sala un aspetto ancora più maestoso sono dei lampadari mastodontici e la sala è dedicata ala principessa
Kinga, figlia del re di Ungheria e moglie del principe di Cracovia e divenuta patrona dei minatori
polacchi.
Nei secoli molti personaggi famosi hanno visitato le miniere, lasciando spesso un segno o traccia del loro passaggio, tra
cui Niccolò Copernico, Goethe, il papa Karol Wojtyla e Bill Clinton, per citarne alcuni, oltre a molti re.
Dal 1978 la miniera di Wieliczka fa parte della lista dell'UNESCO come Patrimonio dell'umanità.
La visita è stata interessatissima sotto ogni aspetto, con la guida che ci ha reso partecipi del lavoro dei minatori, spingendo un grosso argano per l'estrazione dei barili di sale e dandoci il famoso "salario" come
ricompensa, sotto forma di un pezzo di salgemma che custodisco gelosamente.