07\11\1867 - 05\07\1934
Maria Sklodowska, conosciuta dai più col nome di Marie Curie, è stata una delle più brillanti menti nel campo della fisica e della chimica. Unica donna ad aver vinto due premi nobel in altrettante materie (nel 1903 nella fisica e nel 1911 nella chimica), l'unico che può vantare tale primato è Linus Pauling, fortemente attaccata al mondo scientifico e alle scoperte. La sua passione nasce fin da subito, studiando da autodidatta assieme al padre e continuando poi a Varsavia, fino ad arrivare all'università della Sorbona, a Parigi, un percorso che la portò dapprima a diventare la prima donna insegnante in quell'università e poi a incontrare colui che sarebbe diventato suo marito, Pierre Curie.A loro si deve la scoperta del polonio e di molte delle scoperte sul radio e sull'uso dell'uranio, studi che però le si ritorsero contro. Negli ultimi anni di vita, Maria venne colpita da una grave forma di anemia aplastica, che la consumò fino ad ucciderla. Certamente fu provocata dai numerosi contatti con materiale radioattivo, al punto che i suoi stessi scritti e gli strumenti che utilizzò sono ancora conservati in appositi contenitori di piombo e considerati così pericolosi che per poterli consultare è obbligatorio indossare tute protettive.
Il perché del mio inserirla nella categoria delle muse ispiratrici è chiaro: una donna ferma, con una volontà ferrea, che ha donato tutta se stessa alla ricerca e allo sviluppo di nuove tecnologie, arrivando perfino a non registrare i brevetti delle sue scoperte facendo sì che il mondo intero potesse beneficiarne e continuare gli esperimenti.
Maria, all'età di sedici anni...
Una passione che supera di gran lunga la semplice curiosità e si attesta su livelli quasi inumani, se mi permettete il termine. Non è facile, al giorno d'oggi, trovare persone con una tale carica vitale che arriverebbero al punto di morire (nel suo caso non c'era volontà, visto che gli effetti negativi delle radiazioni sono stati riscontrati solo più tardi) e di regalare poi i propri risultati al mondo intero. In una civiltà che ha fatto del profitto personale, del accumulo incontrollato del denaro e dell'ingordigia i propri principi morali, Maria si inserisce in quel sottile spazio che c'è fra l'indifferenza e il martirismo. Invidio la sua forza e la sua determinazione e immaginarmela al lavoro, con una costanza quasi esasperante, riesce a spronarmi. Forse non sarò mai come lei, questo è certo, ma provare a raggiungere un frammento di tale perfezione è obbligatorio se si vuole crescere come esseri viventi.