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..le nostre..prigioni…

Creato il 07 gennaio 2012 da Gianpaolotorres

..le nostre..prigioni…

Le mie prigioni di Silvio Pellico (1789-1854)

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..le nostre..prigioni…

La fortezza dello Spielberg,dove venne imprigionato, in Moravia vicina a Brno.

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“…Mi espongo deliberatamente. Quanto alle persone che accuso, non le conosco, non le ho mai viste, non nutro nei loro confronti, né rancore né odio. Sono per me solo semplici entità, delle menti socialmente perniciose. E l’atto che qui compio è soltanto un mezzo per accelerare l’esplosione della verità e della giustizia. Sono mosso da un’unica passione: quella di far luce, in nome  dell’umanità che ha tanto sofferto e che ha diritto alla felicità. La mia protesta appassionata non è che il grido della mia anima. Si osi dunque tradurmi davanti alla corte d’assise, e che l’inchiesta abbia luogo alla luce del sole!. Aspetto”.

Così Emile Zola nelle ultime righe del suo “J’accuse”, ora ristampato, insieme a molti altri suoi testi di quella battaglia per la libertà e il diritto, da Giuntina con una prefazione bruciante di Roberto Saviano.

La scrittura non è mai un atto innocente. Implica una scelta, significa rischiare e spesso si tratta di sfidare il senso comune, sapendo che è possibile essere sconfitti. Non ultimo mettendo nel conto la possibilità di perdere i vantaggi acquisiti.

Non è bizzarro che a più di un secolo di distanza da quella battaglia civile di Zola, sia Roberto Saviano, la figura pubblica che più di ogni altra ha messo se stessa a rischio nell’Italia di questi anni grigi, a invitare rileggere quegli scritti.

 I classici non sono mai testi che ci ricordano un passato, sono voci che dal passato possono dire ancora qualcosa a noi. Per farlo occorre che nel presente ci siano figure che rappresentano la stessa sfida e rappresentano la stessa rottura, interrompendo il circolo vizioso della storia, spesso rappresentata dal fatalismo ironico della filastrocca.

C’era una volta un re che disse al suo popolo ‘vi racconterò una storia’ e la storia cominciò: c’era una volta un re che disse al suo popolo ‘vi racconterò una storia’ e la storia cominciò: E così all’infinito. Fino a che qualcuno improvvisamente si alzò e disse: “Oggi la storia la racconto io” e la storia cambiò.

(David Bidussa)

http://www.moked.it/unione_informa/111120/111120.html

 


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