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Le notti di Dragor

Creato il 29 settembre 2012 da Dragor

 

 

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   La  grande Oum Kalsoum in concerto, la Quarta Piramide,  l'anima araba, ogni nota vi tocca il cuore

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   Mentre dormite al calduccio nei vostri morbidi letti, qualche volta potreste pensare che non tutti sono così fortunati. C’è gente che di notte non può dormire perché lavora. Nella categoria dei poveracci costretti a lavorare di notte c’è anche Dragor. Direte: “Ma perché non lavora di giorno?” Certo, lavora di giorno, ma il giorno è troppo corto, così è costretto a lavorare di notte. “E non dorme?”, chiederete voi. No, Dragor non dorme. Il sonno è per gli umani, non per i Dragor. Mentre gli umani dormono, i Dragor lavorano e fanno funzionare questa baracca di mondo, per quello che può valere.   

   Questo non toglie che, nel cuore della notte, ogni tanto Dragor si conceda una pausa. E che cosa fa? Non può certamente svegliare sua moglie per fare l’amore, lo manderebbe a quel paese. E in ogni caso adesso la gentile consorte se la sta spassando in Europa. Così prima di tutto si prepara una buona tazza di tè chai, poi si accascia sul divano e accende la TV che con il numerico terrestre anche qui in Rwanda gli offre una cinquantina di canali. Sorseggiando il tè chai, si guarda prima di tutto un po’ di news: France 24, LCI, BBC1, Al Jazeera. Quando si è stancato di guardare le news, che cosa fa? Vi confido il suo segreto: clicca sulla TV egiziana.

     Adoro la TV egiziana perché di notte trasmette i vecchi film egiziani. I miei preferiti sono quelli con Oum Kalsoum, che secondo me, con Ella Fitgerald, Mahalia Jackson, Amalia Rodriguez e Cesaria Evora è la più grande cantante del mondo. Un’artista sublime che si può vedere nei vecchi film in bianco e nero degli anni Cinquanta, in ruoli strappalacrime dove finisce sempre per cantare con l’accompagnamento di quelle immense orchestre egiziane piene di archi che suonano tutti all’unisono, provocando un effetto da brivido. Poi ci sono i remake. Credo che gli egiziani abbiano plagiato tutti i film del mondo. Ho visto la versione egiziana di Via col Vento, di Addio alle Armi, del Porto delle Nebbie (dove hanno copiato perfino la celebre replica di Jean Gabin che nel sottotitolo inglese diventa Your eyes are beautiful, you know?). Ho visto la copia del Ponte di Waterloo con lui che va a fare la Guerra dei Sei Giorni contro Israele e al ritorno scopre che la fidanzata è diventata una puttana perché lo credeva morto. Hanno copiato perfino Amici Miei, Ladri di Biciclette e il Tempo delle Mele. Citatemi un film occidentale e vi troverò la sua copia egiziana. E i diritti di autore? Se questi film fossero plagiati in Occidente, apriti cielo. Si farebbero cause apocalittiche e si chiederebbero indennizzi astronomici. Ma chi va a vedere che cosa si fa in Egitto? Così sono liberi di copiare tutto e bisogna dire che lo copiano bene. L.’Egitto è l’unico paese africano con un’autentica tradizione cinematografica. Attori eccellenti, registi professionali.

   Così, fra un film e l’altro, passa il tempo e a un certo punto il gallo dei vicini m’informa che è spuntata l’alba. E devo ancora lavorare, mannaggia...

Dragor


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