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Le notti erano piene di pesci: Akab e Alessandro Baggi

Creato il 02 dicembre 2011 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

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AKAB
: Inizierei subito con un carico da 90. Anzi, anni 90. Io fui folgorato da un paio di tue storie brevi viste su Mostri e Splatter. Tipo che andavo in terza media e, in mezzo a horror trattato come pornografia, le tue gemme disturbanti, una qualità di disegno altissima, due storie disegnate con stili estremamente diversi, e i testi. Dei testi che urlavano l’orrore vero. Ti ritrovo sull’Intrepido, stessa potenza. Poi il nulla per anni. Fino ad arrivare alle tre graphic novel fatte con la scuola del fumetto. BUM! Come ti ho già detto, per me, tra le cose migliori lette in Italia negli ultimi 10 anni. Ok. Arriva la domanda. Tieniti pronto che non è una domanda da forum di internet. Insomma, la domanda è: che cazzo ci fai in Bonelli? (lo scambio di battute tra i due autori si è tenuto prima della scomparsa di Sergio Bonelli - ndr per esplicito volere degli autori stessi)

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Baggi visto da Akab

ALESSANDRO BAGGI: Risposta “cuore in mano”: ci LAVORO. Splatter e Mostri chiusero, senza pagare molte cose, a me ad altri; l’Intrepido per pagare pagò, ma chiuse anch’esso. Di quel tipo di storie di cui tu parli ne ho scritte a mucchi, a pigne, a pacchi, e c’ho i quaderni pieni. Ma nessuno, nobody, mi paga una minchia di nulla per realizzarle in forma di tavole disegnate, inchiostrate ecc.; son sghiribizzi espressivi per cui il mezzo “fumetto” richiede MESI per realizzare. Un paio d’ore per scrivere, due mesi o tre per fare le tavole...
Eh, ma allora mi scrivo una canzone straniante e ipnotica, trovo gli accordi, non ci faccio poi un cazzo di niente lo stesso, ma NON CI DEVO LAVORARE QUATTRO MESI.
Sergio Bonelli questo lo sa; egli sa TUTTO. Dal 1998 ad oggi ho disegnato tante pagine di “Dampyr”, tante tante tante tante: me le han pagate, e sono ancora vivo, e lotto insieme a voi. La mia ultima composizione s’intitola “Pentole sulla collina”; 4 accordi messi in croce.
Io ho dato un’occhiata alla gallery dei tuoi lavori, su Facebook: complimenti. Vi vedo una grande intelligenza irrequieta, un disegno grafico e critico (un po’ scarno, per il mio gusto precipuo che ancora vaneggia di Alex Raymond e Gene Colan e Al Williamson), e un (giusto) odio verso un certo tipo di odiosissime cose.
Ma cazzo, quelle cose piacciono a tanti, e siamo in pochi ad odiarle, e nessuno ci spende un centesimo comunque, e i forum d’internet li hai letti? Io poche volte, poche; quei ragazzi lì mi fanno paura.
Epperò... essi sono i LETTORI di fumetti; forse quelli che odiano i “soliti fumetti” ecc..., non leggono neanche fumetti “insoliti”, leggono libri o neanche quelli, si concentrano più su cose bellissime tipo scopare o appiccare fuochi nelle notti di Ottobre, nel gettare cose nel fiume dallalto di un ponte buio, nel guardare orrendi cani di ceramica che rotolano tra i flutti...
Ti hanno scritto, nei commenti: “Serve una rivista di critica che pubblichi vignette come questa.”. E tu: “Serve una rivista di critica che PAGHI per pubblicare vignette come questa.” Ma poi, ci sarebbero persone che pagano per comprarsi ‘sta rivista?
I miei tre volumi fatti con la Scuola Del Fumetto mica sono andati a ruba, chiaramente. Ho una storia su una donna senza pelle che telefona, e una su due esploratori che si scopano una signora un po’ stronza e poi se la mangiano, e poi, però sono tristi perché si erano un po’ innamorati di lei, ma intanto il marito della signora sta venendo a cercarli attraverso le notti... neanche mai più inchiostrate (ci vorrebbero MESI).

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Akab immagina la donna senza pelle

AKAB: Hai scritto troppe robe belle e tristi. Ho bisogno di ragionarci un attimo. Ma la mia espressione ad alta voce dopo aver letto la tua risposta te la voglio dire subito. Ho detto: che scempio, che scempio, che scempio. Tre volte.
Eeevabbhe... sospiro e andiamo avanti.
Che cosa posso dire, il mercato fa schifo. W il mercato. Io, però, non riesco a rassegnarmi che non vedrò la donna senza pelle telefonare. Capisci?
Per me è semplicemente sbagliato e profondamente ingiusto. Perché per quanto tu possa fare un ottimo lavoro su Dampyr semplicemente a me quella roba lì non interessa. Ed è un peccato capitale che ricada sulla testa dello zombi bonellide; e pure su tutti i suoi discendenti. Gente come te, come Mari, come Bacilieri, con potenzialità infinite finite a lucidare pomelli al Titanic sul fondo dell’oceano (per citare uno scrittore molto amato dai ragazzini) cazzo. Per me questo è un reato! Altro che falso in bilancio! Sminuire enormi talenti, signor giudice, chiedo il massimo della pena.
Che sia chiaro, non sto mica qui, a menarla a te. Ma almeno concedimi lo sfogo. Io comunque, come hai prontamente notato, vivo navigando nel meraviglioso mondo dell’arte contemporanea. Il resto lo faccio il più sghembo e velocemente possibile. I miei libri escono, li leggono in 500, e tanto basta. Magari la forma ne risentirà, ma il contenuto è salvo. Ora, dovrei farti un’altra domanda... ma è davvero difficile, ci sono cose molto serie e assurde scemenze che ti vorrei chiedere, ma non mi è chiaro in che ordine. Supero l’empasse e a brucia pelo ti chiedo: leggi fumetti? Se si quali? Potresti dirmi tre graphic novel (per intenderci) che ti sono piaciute lette ultimamente? E tre fumetti buoni così detti popolari?

Le notti erano piene di pesci: Akab e Alessandro Baggi> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="320" width="230" alt="Le notti erano piene di pesci: Akab e Alessandro Baggi >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-41469" />BAGGI: Okay. Leggo libri (a centinaia ne lessi, convinto che sarebbe ANCHE servito a qualcosa, dai Pirandelli agli esistenzialisti, Severino e Heidegger, Edgar Morin, Edgar A. Poe, Ecce Homo e tutte ‘ste robe: le possenti pagine che forgiarono l’"Uomo Moderno”); anche fumetti, si, ne leggo tanti. Jacula, Zora la Vampira (scellerati e dissacratori, quasi punk, come piace a me), Kriminal e Satanik, Marvel poca roba, che detesto ‘ste cose della “continuity”; ma il Devil di Bendis, Mark Millar, belli. Un po’ di cose strane tipo Coconino Press. Diabolik, persino. I Topolini no. Tre graphic novel? Tutto di Daniel Clowes (un genio), “Zeno Porno” di Bacilieri, “Brian The Brain” di Miguel Angel Martin.
Ma... che vuol dire graphic novel?
Tra i fumetti popolari mi piace Dylan Dog, che non l’avevo mai letto (giuro) e invece è fico... Alcune storie, belle, proprio belle. E Tex (disegnatori di tutto rispetto), Ratman... Napoleone mi piaceva. E anche Jan Dix. Zagor me lo son letto, quasi tutta l’epopea. Nietschiano, per certi versi...
Mi è piaciuto moltissimo anche “Kick Ass”.
I Dylan Dog di cui parlo non sono solo quelli di Sclavi: l’ultimo della Barbato, “La seconda occasione”, l’ho trovato splendido. E “Hook l’implacabile”, “La stanza n. 63”, “Vittime designate”, “L’ultimo arcano”, “L’ospite sgradito”... Non so, ne ho presi su alcuni a caso, in redazione, e me li sono letti, e... Minchia, ma son belli: cioè, complicati e sofisticati, sul piano tecnico, ma non solo; il livello qualitativo medio delle storie è alto. Bella, Dylan (scopro l’acqua calda, ma, ti dico, non ne avevo letti quasi mai...)!
Per quel che riguarda il fare le proprie cose dedicandovi le migliori energie, e il resto sghembo e tirato via... Ahimè, no: dissento. Io cerco di dedicare le mie migliori energie a TUTTO quel che faccio, e se ci son lavori miei che paiono sghembi e tirati via è proprio perché non ho SAPUTO fare di meglio; ma ci ho provato, dio se ci ho provato...
I miei primi Dampyr appaiono più grezzi e spartani degli ultimi; ma perché allora disegnavo così, non avevo capito delle cose ecc., non è che tirassi via. E perdiana, un editore (l’unico) serio (e CHE PAGA. SEMPRE. TUTTO.) va ripagato con il massimo dell’impegno. Mi pare onesto. Etico. Poniamo che costui mi commissionasse una cazzata: ci sono cazzate ben fatte e cazzate cazzone. Preferisco declinare: se non declino, eseguo la cazzata MEGLIO CHE POSSO.
Già gli artisti fanno cose inutili: se le fanno pure male, aiuto!

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AKAB: Ahahaha!! Si, io ho un po’ semplificato cose molto complesse per non annoiarti. Diciamo intanto che a me le cose veloci e sghembe piacciano perché credo più nellistinto e nellimmediatezza che nel ragionamento. Questo non vuol dire che non ci deve essere un pensiero dietro, ma l’esecuzione di getto la trovo molto più potente e onesta. Però ripeto è difficile spiegarmi usando la tastiera. Credo che questo sia uno degli argomenti che andrebbe trattato face to face.
Quindi, rimando e passo alla prossima questione. Mi stavo chiedendo se avevi preso in considerazione l’ipotesi di far disegnare le tue storie ad un altro disegnatore... potrebbe essere una soluzione alla problematica di kronos e il suo bisogno di ingoiare figli. O no?

Le notti erano piene di pesci: Akab e Alessandro Baggi> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="400" width="280" alt="Le notti erano piene di pesci: Akab e Alessandro Baggi >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-41456" />BAGGI: Si, ci ho pensato: ma così i mesi ce li perderebbe lui! Ai tempi dell’Intrepido accadde che qualche sceneggiatura mia venisse affidata a un qualche altro disegnatore; ma veniva pagato (dall’editore), e anch’io, per la sceneggiatura. Ora tutto questo (l’editore) non esiste più; la mia sceneggiatura, scritta aggratis, dovrei darla da disegnare a un tipo che ci lavorasse dei mesi aggratis per poi ottenere un fumetto col quale farci NIENTE, o da pubblicarsi AGGRATIS.
Non è forse più bello addentrarsi negli stagni dautunno, o imbiancare le pareti di casa sino a perdersi nel loro nitore? Non è forse più dolce il cestino di fichi, il muro della casa di fronte, l’ombra del pesce preistorico sospesa sulla porta della cantina? Le questioni dell’Arte, hai ragione, sono molto complesse; ma incrociano sempre, inevitabilmente, il Danaro & il Tempo.
Mi sono arrovellato su questi temi per anni, e pensavo di andarmene in giro NUDO per Precotto per dimostrare con adamitica semplicità che a NESSUNO gliene fotterebbe un cazzo, nessuno ti direbbe niente, nessuno incrocerebbe il tuo sguardo. E andare in giro nudo REGALANDO SOLDI? Li vorrebbero? Li prenderebbero? E qualcuno che mi desse dei soldi A ME, per fare questo?
Ci vuol meno che a fare un fumetto, via...
Nei miei “Appunti sull’Arte”, si sostiene impavidi che, ad esempio, le “Demoiselle D Avignon”, sono, in una parola, BRUTTE, e non comunicano un cazzo, sembrano semplicemente un brutto quadro grosso mal dipinto, ed altre iconoclastiche, sincere affermazioni.
C’ho avuto anche il coraggio di proporlo ad una Casa Editrice Grossa, un gruppo. Ma non so scrivere libri, hanno ragione; quanto alle idee (questo me l’ha detto S. Bonelli, ragione a pacchi anche lui), chiunque ne ha: è realizzarle, che è difficile. Ma adesso, due giorni fa, mi si è fottuto il computer a casa mia, e ce l’avevo su lì, il mio “Appunti sull’Arte”, e non avevo mai fatto nessun “backup”, io, nemmeno sapendo cosa fosse fino a ieri l’altro, e forse dicono che si è fottuto l’hard disk e tutti i dati sono persi, adieu. Artistico, no?

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AKAB: Più che artistico è una grande sfiga!! Ma a questo punto mi viene da chiederti... Se tu riuscissi a vivere bene della tua musica, per dire, o vendendo i tuoi quadri,  pensi che continueresti a fare i tuoi fumetti? E ancora più nel profondo (e surreale): se fossi lultimo uomo vivo sulla terra, pensi che disegneresti solo por te?

Le notti erano piene di pesci: Akab e Alessandro Baggi> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="395" width="300" alt="Le notti erano piene di pesci: Akab e Alessandro Baggi >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-full wp-image-41458" />BAGGI: Certo. Anzi, FINALMENTE potrei continuare a fare i miei fumetti: se hai una serie di cose che ti permettono di vivere bene, puoi anche farne una che non rende nulla. Il fatto è che TUTTE queste cose non rendono nulla (quadri, musica, poesia, fumetti di un certo tipo ecc.), e magari ce n’è solo UNA che ti permette di vivere - possono essere lavori pubblicitari, o commissioni per arredo d’interni, che ne so? - e questa cosa, ovviamente, non può essere ESPLETATA dedicandoci un paio di orette al giorno; va fatta seriamente, come tutto, e quindi alla fine tu sembri essere pagato per NON dipingere quadri, per quando NON suoni, per quando NON scrivi poesie: forse è giusto così...
Perché poi, chi fa quadri, mica compra quadri altrui; e i pochi musicisti che conosco di dischi non ne comprano mica troppi; e molti fumettisti che conosco i fumetti se li fanno dare in redazione, e pure io. Però il numero 300 di Dylan Dog l’ho comprato all’edicola, perché mi sentivo in colpa. Se fossi l’ultimo uomo vivo sulla terra... il mio fumetto sarebbe... IL MONDO, no?

AKAB: Ma del MONDO saresti lettore o autore?

BAGGI:  Okay; sei un figo. Complimenti per il domandone!
Autore? Autore del... della...mia l-lettura?..

AKAB: Ahahahah!! Cazzo, Alessandro, se fai così, mi sento preso un po’ per il culo...

BAGGI: Ah! Ah.. No, scusa; io NON SONO CAPACE di prendere per il culo: mi manca il neurone che ci vuole. O son sincero fino alla brutalità, o mi inabisso in un’inerzia condiscendente e sto lì... Oppure non ho capito un cazzo. Quelli che fan fumetti non “leggono” il mondo a modo loro (un po’ tutti, in verità)?
Se l’ultimo uomo sulla terra è un fumettista, e il Mondo diventa il suo fumetto, ne è autore anche se non disegna, no? Cioè, è autore del modo in cui lo legge. Perché la coscienza... cioè, il soggetto che agisce... “Ogni conoscenza a priori riguarda solo le relazioni tra universali”... le menti non creano né il vero né il falso... Non ho capito un cazzo, vero?

Le notti erano piene di pesci: Akab e Alessandro Baggi> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="396" width="280" alt="Le notti erano piene di pesci: Akab e Alessandro Baggi >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-41459" />AKAB: Detto questo, hai capito molto più di un cazzo. Era la mia domanda a essere molto più terra terra. Ovvero ti chiedevo se anche da solo continueresti a disegnare. Cioè quanto dell’impulso al disegno (e non al racconto) sia legato al futuro prossimo fruitore, e quanto invece è una reale esigenza personale.

BAGGI: Non so se da solo continuerei a disegnare; forse come passatempo, forse perché non so fare altro. Magari farei dei puzzle; mi piacciono, ne ho fatti alcuni. L’impulso mio è sempre stato al racconto di qualcosa, tipo “se vuoi, ti posso anche fare dei disegni, ma quel che voglio dire è QUESTO”.
Raccontare una storia è interessante per chi racconta e (spero) per chi ascolta, fare i disegni è una lunga fatica, lenta, lenta. E’ fatica. Fare i disegni su una storia ALTRUI è... beh, LAVORO, no? In un fumetto in cui le due forme espressive siano sfigatamente separate, quello entusiasta, di solito, è lo sceneggiatore. I disegnatori tacciono, o fan mostra d’esser contenti perché hanno potuto fare la splash-page.

AKAB: Ma andiamo avanti, ti volevo chiedere, e spero non sia una domanda troppo impegnativa, ma se Sergio Bonelli dopo essere stato ad un rave ti chiedesse di studiare una serie tutta tua per le edicole, cosa pensi che gli proporresti? (hai un anno da adesso per rispondere)

Le notti erano piene di pesci: Akab e Alessandro Baggi> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="194" width="197" alt="Le notti erano piene di pesci: Akab e Alessandro Baggi >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-full wp-image-41460" />BAGGI: Mah, pensa che a Bonelli ho proposto IO di farmi fare qualcosa di “tutto mio” per le edicole, e non ero neanche stato a un rave... Mi sarebbe piaciuto assemblare un volumone di trecento e passa paginone, tipo “I romanzi Bonelli”, quelle grosse cose corpose che fanno ora, con tanti racconti horror brevi come quelli che piacciono a te, che ce ne ho già scritti a mucchi... Ho anche alcune storie già disegnate a matita e altre, secche e senza appello, orrore vero: “Marion, quando dormiva”, “Attraverso infinite notti”, “Il raccontino di San Valentino”, “Niente a che vedere con Walt Disney”...
Ma neanche lui era stato a un rave, e la risposta fu NO.
Anche per una serie, saprei che fare, ma vorrei che TUTTI i numeri avessero una sceneggiatura fica che va come una scheggia e non perde un colpo e non si affloscia mai, e sulle 100 tavole OGNI MESE essere così abili e tecnici è impresa ardua anche per un fanfarone rottinculo come me; andrei a lezione da Pasquale Ruju, che mi sembra proprio un Maestro di tecnica, e i numeri del suo “Cassidy” mi filano via come lampi e in un attimo li finisco e dico “Beeello, minchia...
Un post- disastro alla “Kamandi”, ma baggiano. O sennò scrivere un “Dylan Dog”, che può comunque contenere tutti i miei input senza snaturarsi; è una delle poche creature (reali o non) più FORTI di me alle quali sento di potermi avvicinare senza la minaccia insita nella disparità delle forze.

Le notti erano piene di pesci: Akab e Alessandro Baggi> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="371" width="260" alt="Le notti erano piene di pesci: Akab e Alessandro Baggi >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-41461" />AKAB: Il tuo apprezzamento per Ruju mi fa capire che sei un vero pervertito!! E infine un postatomico stile Kamandi ma tuo sarebbe davvero una bomba (H)!!

BAGGI: Che c’ha che non ti piace, Ruju? A me piacciono i tecnici, quelli che col computer si connettono alla Nasa, quelli che suonano la chitarra elettrica eseguendo l’assolo di “Voodoo Chile” AL CONTRARIO, quelli che gli dici “Cazzo, bella foto... “ e lui ti dice “Beh, no... è un disegno... mio...
Ho letto un bel po’ di storie in piedi, in metropolitana, e sceso a Precotto son rimasto lì sulla banchina a finirle, e questo non mi accade spesso, ed il loro autore era Ruju. Non altri. Ieri sera ho letto il n. 300 di Dylan Dog. Non ci ho capito niente, ma è colorato e quindi lo guardavo lo stesso.
Beeello.

AKAB: Ahahahahah!! Si. I colori sono a colori. Come la tv di mio padre. Io cmq preferisco ancora vivere. Che di carabinieri che incontrano distretti di polizia proprio non saprei che farmene.
Come già sfiorato il discorso, buona la prima nelle cose che faccio, va ben oltre la scarsa autocritica o la mancanza di criteri. Forse è più semplice forse è più complesso. Ma il punto è che è quello. 15 minuti di esecuzione. Bene. Perfetto. Mi scusavo per inutile (e ironica) proforma, per dirla tutta a me piace perché è così che è venuto fuori. Fosse venuto fuori cosà, mi sarebbe piaciuto uguale. Ti ho detto. Questa è roba da dirsi di persona (se salta fuori) perché le parole non mi bastano, o non mi vengono.

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Il metodo “buona la prima” lo conosco e lo rispetto, ma non fa per me. Sono malato di “prova e riprova”; non sono mica un jazzista (e anche loro, non so... sono così tecnici che la prima cosa che gli viene è comunque il risultato di ANNI di “prova e riprova”.). Il gesto, il segno, la pittura informale... Ho fatto MOLTI quadri informali, ma ci lavoro e continuo e continuo per giorni, e alla fine son densi, stratificati, sotterranei e compressi e, insomma, quando mi sembra che possano andare (ma DOVE?) la “prima cosa” che feci su quei supporti è ormai sepolta sotto agli strati, andata. Va da se che le “Ubermalungen” di Arnulf Rainer e robe simili fossero i miei numi. Gunther Damisch; pittori austriaci cocciuti e perentori. Precotto è così.
Partecipai, nel ‘93, credo, ad una cosa per giovani artisti indetta dal comune di Milano e, in qualche modo, “vinsi”, SENZA CONSEGNARE GLI ORIGINALI (che già allora non mi fidavo) ma solo le fotocopie, un soggiorno simile in qualche posto lontano... Ma non ci andai neanche in effigie; mi pare che fosse in Malesia.  Mio fratello voleva andarci al posto mio, spacciarsi lui per l’”artista”, pastrocchiare una qualche cazzata e starsene là un mese: duchampiano, si sarebbe dovuto fare, la mia “opera” sarebbe stato lui che si spacciava per me ecc. O più Vito Acconci, a ben pensarci...
Ma comunque io titubo a muovermi da Precotto; Berlino, l’Europa, dovranno un giorno prendere atto di Precotto, della sua ineluttabile centralità. Un tempo, nel mio palazzo, pare abbia abitato Jo Squillo, e anche Gianluca Grignani bazzicava forse, anni fa, una compagnia facente base a Precotto.

AKAB: Ahahahhaah!!! PRECOTTO RULES!! Il metodo lasagna lo uso con le tele pur’anco io. Ci sono quadri che ho tenuto in studio per anni. Ogni tanto aggiungevo roba, o li ricoprivo del tutto andando sopra il sopra (ma era il sotto del sotto, che mi guidava)  Comunque direi che lintervista è ufficialmente finita senza una fine. E oramai siamo nel fantastico territorio del cazzeggio puro. Molto bene! Anche perché è sempre tutto un pretesto.
Per esempio, se mi invitano per una mostra a Berlino, io ci vado per Berlino, non per la mostra. Così come l’anno scorso sono stato un mese autorecluso nel carcere minorile di Catanzaro con il pretesto di curare la regia di un documentario. In tutti i casi quando m’invitano e si accollano tutte le spese, io accetto sempre. Che ho capito che pensare troppo fa male.
Alla fine è tutto nell’atto, e finché fa ridere..

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BAGGI: E finiamo così, belli, alle quasi 4 del mattino (stavo ascoltando in sordina Califano, il Decano degli zarri, mentre inchiostravo scrupoloso); se andiamo avanti ti faccio altre domande, dopo aver visto i tuoi lavori, e va a finire che t’intervisto io.
Alcune sarebbero: vedo che deformi, distorci, mutili le figure... E’ perché sei ancora un Giovane? E’ rabbia, autocommiserazione, cosa? Colori grigi, gente che si uccide sulla ‘500, personaggi dei fumetti ammirati/derisi... che mondo vorresti, per Te?Le notti erano piene di pesci: Akab e Alessandro Baggi> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="386" width="270" alt="Le notti erano piene di pesci: Akab e Alessandro Baggi >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-41464" />
Nel “Fonzie” che dice: “Hey” “hey” “hey” “ hey” ( “Come sono solo”), c’è l’equilibrio tra disegno e parole che io chiamo “Puro Fumetto”. Riesci a mantenerlo per tavole e tavole? (Saresti il nuovo Altan, ma più nuovo...)

AKAB: Califano è una vetta che pochi temerari hanno saputo davvero conquistare. Bisogna buttar giù milioni di pregiudizi guardiani. Come un certo tipo di rap. Che non mi frega di quanto gangstar sia, ma in mezzo, fosse pure per sbaglio, capitano frasiperlepoesia.
La seconda la salto. Se son giovane non voglio saperlo. Faccio quel che faccio. A me sembra ogni giorno la stessa cosa nuova di domani. Diciamo che se tutto sta veramente per finire io non vedo l’ora di ricominciare.
In ogni caso ho (come tutti) sofferto molto, vissuto sprecando tempo  e divertito parecchio. Credo che sia la vitamondo di tutti. Io non ne voglio uno in particolare, mi piace sputare nel piatto in cui non-mangio.
Di Altan mi piacciono le mani (come le disegna) per il resto la satira in vignette non mi fa mai ridere. Giusto Quino mi piace. Ma non è ridere, è pensare.
Tipo quella di Fonzie l’ho fatta dopo un periodo che mentre disegnavo mi tenevo in sottofondo le puntate di Happy Days. Ed è lampante se lo rivedi con un occhio lucido che sia la storia di un povero ribelle disperato che non ha amici, niente amore (mille donne = nessuna donna), costretto a vivere nel garage di una paciosa e subnormale famigliola borghese per elemosinare un po’ di calore umano. Era propaganda, è sempre propaganda.

BAGGI: Ma la ggente COMPRA qualche cazzo di opera d’arte, da qualche parte? (a me pare di no... ho UN solo amico, che ogni tanto mi vende qualcosa a chissacché, o mi compra qualcosa lui stesso: è un figo. Si chiama Remo)

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Poi ci sono i workshop, le illustrazioni, le copertine dei dischi, i manifesti dei festival, le commissioni private ecc ecc… e in più lavoro molto anche con i video, tipo post produzioni, videoclip di band underground, documentari per enti pubbliche e privati (tipo quello di Catanzaro mi è stato pagato niente meno che dal ministero di giustizia italiana).
Quindi si. C’è vita su Marte oltre Tex e a Topolino. Io mi ci ritrovo in mezzo senza aver fatto molto per meritarmelo, ma è sempre così.

BAGGI: Il fantasy, i templari, il Medioevo, tutte queste cazzate... non le odi? E, se la risposta fosse “No”... come puoi?

AKAB: Sfondi porte aperte. In genere, i generi poco mi attraggono. Il fantasy mediotemplare men che meno. Temo che la vera verità delle 04:54 sia che mi interesso di me. Di me in quanto essere umano che racchiude tutto quello che c’è e pure quello che non c’è. Esattamente come parlare con il monitor come sto facendo adesso.
Uso te, te usi me. Ma è tutto un gioco di specchi. Un investigare su se stessi (dove per se stessi si intende ioteluinoivoiloro) ma senza cercar colpe o colpevoli. Mettere insieme i pezzi del puzzle è già lo scopo. Non certo finirlo, è la verità delle 04:54 è già passata per dar spazio alla nuova assoluta verità delle 05:01, è il modo migliore finora trovato per far passare il tempo.

 

Mai fu divertente; storie di vino scadente e di ragazze del 1982 ricoverate per L E-patite in una Milano merdosa con i tram e lAutunno buio che portava le sue candeline e i suoi spiriti nella mia cartella senza pace; i dischi dei Dead Kennedys e i polverosi narghilé di mamme e papi altrui, Alberto Camerini, un odio indistinto mi provocava il non avere un posto, lessere lì in mezzo. Ristretti sono i miei parametri nel calcolare il bene. Desiderio e Paura mi muovono come marionetta, e libero da entrambi non andrei certo a far mostre o niente. Forse vagherei lungo i laghi, ricordando che lì ci fu il mondo che per me era bello, con le canzoni di Pupo che echeggiavano giù per le rive, e mio padre che pescava; che, se volevo, mi comprava un Kriminal.
Le notti erano piene di pesci.

Alessandro Baggi

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Riferimenti:
Akab, il blog: mattatoio23.blogspot.com
Alessandro Baggi, il sito: www.alessandrobaggi.com


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