«L’approvazione del matrimonio omosex è la prova del definitivo passaggio da una società di tipo patriarcale, fondata sui valori tradizionali e sulla famiglia, a una società femminilizzata, devirilizzata, nella quale l’uomo assomiglia sempre più alla donna», afferma Eric Zemmour intellettuale, giornalista e polemista de “Le Figaro”.
Questo è la “società avanzata”? Pochi sostenitori hanno il coraggio di parlare di “progresso”, ha notato il celebre filosofo e antropologo francese René Girard, «soprattutto alla luce di tutti i crimini commessi in suo nome nel XX secolo, apparendo alle generazioni future come il punto più basso della storia».
«”La società è cambiata” si sente dire», argomenta Girard. «Ma siamo sicuri che si evolve bene? Cambia, è vero, continua a cambiare, non ha mai smesso di cambiare. Ma come si può sapere se è una buona evoluzione? Dopo tutto, anche uno stato di malattia cambia e progredisce, ma porta ad un esito fatale». Dopotutto, «non dimenticate che “avanzato” si riferisce anche ad un formaggio divenuto inadatto al consumo». In un’altra occasione, commentando le conseguenze delle nozze gay in Francia che apriranno all’adozione e all’utero in affitto, ha spiegato: «i nostri socialisti marciano così verso il trionfo estremo del capitalismo: l’uomo divenuto merce».
Perfino Tommaso Cerno, giornalista fazioso dell’Espresso ed ex presidente dell’Arcigay -che si definisce “omosessuale celibe”- ha riconosciuto: «“Mi chiedo che cosa ci sia di rivoluzionario e giacobino nell’immagine di una coppia gay che passeggia per il prato di una villetta residenziale portando a spasso il cane». Per i gay è una trappola: «per trent’anni gli omosessuali si sono sempre caratterizzati come ‘i diversi’, e in nome di questa orgogliosa diversità hanno caratterizzato le loro battaglie per costringere la società a formulare un modello di relazione che andasse di là dal matrimonio classico borghese, che peraltro contiene in sé la parola ‘madre’ alla quale la cultura omosessuale è tendenzialmente estranea». Così, «la comunità gay ha barattato la ‘diversità’ per ‘l’eguaglianza’, fino a snaturare l’essenza stessa della sua battaglia in uno slittamento semantico che oggi dovrebbe essere oggetto di una profonda riflessione». Cerno individua nella militanza gay una «deriva conformista» e si perderà «la filosofia di quell’impegno, il senso di quella lotta per la diversità».
L’opinionista omosessuale ha anche una critica per il mondo Lgbt: «Non esiste soltanto l’omofobia machista o quella fascista, bisogna avere il coraggio di dire che c’è anche un’omofobia latente fra i gay ed è figlia dello slittamento di cui stiamo parlando. Fintantoché sei giovane e bello rientri nelle ‘giuste’ categorie della comunità; ma poi, quando invecchi o se ti ammali? A quel punto non vieni più ammesso, a meno di essere ‘qualcuno’, uno scrittore, un attore famoso…». La comunità gay otterrà anche l’eguaglianza, «ma avrà lasciato dietro di sé morti e feriti».
La redazione