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Le nuove notti di Figa(ro)

Da Danielevecchiotti @danivecchiotti

Indipendentemente da come la si pensi in fatto di politica, e sia che si consideri il nostro premier un essere bieco e privo di qualunque moralità o che, al contrario, lo si ritenga vittima di un continuo assalto da parte di agguerritissimi nemici, un dato non può essere negato: la scena parlamentare italiana e le cronache ad essa associate assomigliano sempre di più a un fogliettone spionistico in salsa porno.
Uomini di governo che si mischiano a fanciulle di belle speranze tramite l’intermediazione di ex-parrucchieri trasformatisi in magnati del magnaccismo camuffato da rappresentanza artistica: è roba da collana “Segretissimo” adattata per lo schermo da Riccardo Schicchi.

In Italia, si sa, i bordelli non sono consentiti dalla legge. Per questo un’equipe di geni ha pensato bene di cambiare il nome al business, e anziché “Casini” ribattezzarli “Agenzie di Spettacolo”.
E non lo dico con facile moralismo, ma da mero (e si noti che non uso l’aggettivo “puro”, che nel mio caso sarebbe fuori luogo) osservatore.

Stamattina, ascoltando il "Requiem (K626)" mentre aprivo i quotidiani, pensavo che se quel grande puttaniere di Mozart fosse ancora vivo, sulle vicende dei festini a Villa Certosa, sulle Naomiletizie e sulle D’Addario ci costruirebbe delle opere liriche incantevoli. Perché le avventure e le sventure sessuali dei maschi di potere erano per lui straordinario materiale d’ispirazione.

Dunque, da non-melomane convinto, mi viene da suggerire a chiunque voglia farsi un’idea su cosa stia succedendo alla classe dirigente italiana di vincere tutte le ritrosie nei confronti del canto urlato e di passarsi tre ore di puro divertimento con “Le nozze di Figaro” o “Don Giovanni”, incomparabili capolavori composti da un genio che certo non era un campione di castità e morigeratezza.
Noterete che gli ingredienti sono esattamente gli stessi che da due anni tengono banco su “Repubblica” e “La vita in diretta”: nobili e ricchi uomini di potere che si divertono ad esercitare la loro influenza su giovinette ingenue che poi così ingenue non sono mai; intrallazzi di letto e matrimoni combinati solo per puro divertissement di corte; meretricio, spillette d'oro, travestimenti ed altri intrighi in salse miste, in un continuo dondolio tra tragedia e commedia, tra edonismo e dannazione.

Fossero vivi oggi, con la loro passione per le storie di sesso e potere, Wolfang Amadeus Mozart e Lorenzo Da Ponte sembrerebbero due artisti passati sotto un contratto con Lele Mora, frequentatori della Costa Smeralda, e stalloni in ottimi rapporti con Alfonso Signorini, col quale passeggerebbero amabilmente sulle spiagge di Antigua al solo fine di trarre ispirazione per i loro meravigliosi lavori.

Ecco.. forse abbiamo torto noi che ci scandalizziamo tanto per i bunga bunga a Palazzo Grazioli. Forse non è vero che nella nostra epoca la politica è degenerata e ha perso ogni dignità. Forse ci manca solo un compositore-genio che ci aiuti ad apprezzarne il lato artistico.


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