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Le “occasioni” di lavoro in Italia. La storia di Caterina

Creato il 17 gennaio 2012 da Mondoinformazione @matteopartenope

Sono sempre più preoccupanti le “occasioni” di lavoro che vengono offerte ai giovani italiani. Molte aziende non si fanno problemi a mettere annunci chiedendo persone disposte a lavorare “gratuitamente” senza nessuna copertura di contratto, oppure con contratti di tirocinio che non prevedono neanche un rimborso spese.

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Questa è la storia di Caterina, ma come lei, in Italia, ci sono molti ragazzi che devono far fronte a queste “opportunità” non retribuite o pagate in “nero”. Ed è anche  per questo che è sempre più alto il numero dei giovani che preferisce andare all’estero per trovare un occupazione degna di essere tale.

Caterina  ha 28 anni, si è laureata al Politecnico di Milano in Design degli interni con 109 su 110. È una ragazza con molto carattere, tanto che ha risposto ad un annuncio pubblicato da un importante rivista d’arte “Flash Art” che cercava tirocinanti senza però promettere un minimo di rimborso spese. L’annuncio recitava: “adatto solo a chi può mantenersi per parecchi mesi a Milano”.

L’annuncio di Flash art le ha fatto ripensare al periodo in cui cercava lavoro in Italia, si è sdegnata  quando ha letto “Teniamo a precisare che, ahinoi, per almeno 8-10 mesi, il rimborso spese per uno stagista che deve imparare tutto è minimo, quasi inesistente”. Poco più in là la giustificazione, firmata in prima persona dal direttore ed editore,Giancarlo Politi: “D’altronde lo stage, almeno da noi, vi permette di apprendere al meglio una professione”. Caterina si è ricordata di quando spulciava le offerte di lavoro una a una. “Mi sono laureata a ottobre 2008. Subito dopo l’inizio della crisi – racconta a ilfattoquotidiano.it -. Ho infilato curricula in ogni mail box esistente”. Il colloquio arrivava solo in pochissimi casi e spesso era una delusione in quanto le proponevano di lavorare gratis nel periodo di prova a tempo indefinito.

Quando ha visto l’annuncio, Caterina si è arrabbiata “perché veniva spacciato per stage un lavoro da editor, che richiedeva una persona già formata”. Così ha mandato una mail a Politi. Clicca qui per leggere lo scambio di mail.  Caterina si è presa della “mignotta”. Eppure lei quel lavoro non lo voleva neanche perché da mesi ha già un vero contratto a Londra.

Il botta e risposta è finito su facebook. Poi in rete è iniziato il tam tam. Molte proteste piovute sulla bacheca di FB di Flash Art. Tanto che, Politi ha pubblicato sul sito della rivista un nuovo messaggio, accusando Caterina di avere manipolato e modificato la sua risposta.

Il rimborso spese da “quasi inesistente” è diventato di 350-500 euro al mese. Mentre chi aveva protestato è stato definito “un utente un po’ frustrato che ignora il moderno concetto di stage”. Ma il “moderno concetto di stage” non coincide con quello che Caterina ha trovato fuori dall’Italia. “Nel novembre 2009 ne ho iniziato uno a Stoccarda, in Germania. Pagato 750 euro al mese”. Poi le hanno fatto il contratto e presto sono arrivate altre opportunità.”Da quando lavoro all’estero – racconta – seguo personalmente il cliente, partecipo al processo creativo insieme a lui e ai miei superiori”.

Caterina è soddisfatta ma ha comunque dovuto abbandonare la sua famiglia i suoi amici e il suo Paese. È  stato anche per loro che ha deciso di mandare una mail al presidente Napolitano (leggi la lettera):  “I miei amici fanno tre lavori per mantenersi, buttano giù rospi incredibili e continuano a rimboccarsi le maniche nonostante centinaia di porte in faccia”. Poi una preghiera: “Signor presidente, ci aiuti a ritrovare le nostre speranze. Non lasciateci soli”. Perché nessuno offra più lavori non pagati. Anche da noi.


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