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Le parole sbagliate

Da Marcofre

Stavo limando un racconto breve, parte del gioco proposto da Morena Fanti. Come spesso (forse meno spesso di un tempo? Non lo so), accade, d’un tratto mi sono visto, riconosciuto. Ero lì, sulla pagina. Non avevo resistito alla tentazione di salire sul piedistallo.

Ero evidente, lapalissiano; per fortuna mi sono accorto della mia presenza ingombrante. La volontà di spiegare, di giudicare i protagonisti, di emettere sentenze; tutta roba inutile.
Mi devo ricordare che non è importante spiegare o svelare. Bensì lasciare che le giuste parole emergano dal frastuono, e dicano quanto hanno da dire.

Ogni volta che prendo la parola, è perché sul foglio ci sono le parole sbagliate. E ora buonanotte.


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