Oggi vorrei trattare un argomento che ritengo possa essere utile a molti genitori.
Ogni papà e mamma vorrebbe preservare il suo piccolo da qualsiasi situazione spiacevole che la vita riserva, ma tutti siamo consapevoli che questo non è possibile. Nonostante ciò molti di noi, comprensibilmente ma irrazionalmente, sono impegnati quotidianamente in questa utopica impresa.
Ecco i racconti di quattro diverse madri:
- “L’anno scorso mia suocera, uscendo in passeggiata con mio figlio di 4 anni, è caduta e si è rotta il naso. Le lascio immaginare la scena raccapricciante che ci si è presentata quando, richiamati dalle urla disperate del nostro bambino, siamo accorsi sul luogo dell’incidente. Sono trascorsi mesi dall’accaduto e, a distanza di tempo, mio figlio ha sviluppato una vera e propria fobia che si manifesta puntualmente con urla e proteste ogni qualvolta decidiamo di fare una passeggiata.” Alla domanda cosa avesse fatto per cercare di risolvere la situazione, la madre risponde: “vedendo che il mio bambino non mi ha più chiesto nulla, per timore di turbarlo, ho evitato di tornare sull’argomento”.
- “Sa, purtroppo in famiglia poco tempo fa è venuto a mancare mio padre a cui mia figlia di 5 anni era molto legata. Da allora pare trasformata, stento a riconoscerla, da esuberante e loquace quale era, si è trasformata in una bambina silenziosa e rancorosa”. Alla domanda cosa stesse facendo per cercare di aiutare la sua bambina, la madre risponde: “sono convinta che il tempo curi ogni dolore, quindi per il momento evito di toccare l’argomento perché troppo doloroso”.
- “Il mese scorso sono caduta dalle scale, niente di grave, ma la mia bambina da allora non mi lascia un attimo, mi segue persino quando mi reco in bagno.” Alla domanda se ha mai parlato di quell’episodio con sua figlia, la madre risponde: “no, non mi sembra il caso, si è trattato solo di uno stupido incidente”.
- “Tempo fa i ladri ci hanno fatto visita, fortunatamente non eravamo in casa, ma al nostro rientro abbiamo travato l’abitazione sotto sopra. Non so se è collegabile a quell’episodio, ma il mio bimbo da allora pare avere paura di tutto”. Alla domanda ne ha mai parlato con suo figlio, la madre risponde: “no temevo di turbarlo ulteriormente”.
Come è facilmente intuibile, le testimonianze, pur presentando scenari diversi, possiedono un denominatore comune individuabile nelle reazioni delle madri e negli effetti ad esse conseguenti.
Allora che fare quando viviamo esperienze nelle quali nostro malgrado sono coinvolti più o meno direttamente anche i nostri figli?
Partiamo dal presupposto che un bambino non ha la capacità di comprendere ciò che accade attorno a lui al pari di un adulto. Vi sono esperienze quindi che necessitano di spiegazioni. Mi riferisco in particolar modo a quelle che possono essere causa di sofferenza, paura, rabbia.
Cosa succede nella mente di un bambino quando si trova a vivere una situazione “minacciosa” alla quale però non segue una spiegazione razionale dell’accaduto?
Accade che la paura, la tristezza, la rabbia, possono rimanere dentro di lui e, senza trovare una giusta collocazione, rischiano di ingigantirsi giorno dopo giorno, dando origine a manifestazioni comportamentali (scoppi d’ira, pianti ingiustificati, paure irrazionali ecc.) che all’occhio adulto possono apparire incomprensibili.
E’ meglio evitare quindi di chiudersi nel silenzio, nella speranza che il trascorrere del tempo cancelli il ricordo e le emozioni ed esso legate, o il cercare di sminuire l’evento.
Una strategia utile è, invece, quella di consentire al bambino di raccontare ripetutamente l’evento. In modo tale lo si aiuta a comprendere l’accaduto, affinché possa cominciare a gestirlo dal punto di vista emotivo.
I passaggi fondamentali sono principalmente 3:
- Raccontare ripetutamente quanto successo
- Dare un nome alle emozioni provate dal bambino
- Sottolineare il lieto fine dell’evento
Facciamo un esempio riprendendo l’episodio dei ladri in casa.
M: Ti ricordi quando siamo rientrati ed abbiamo trovato la casa tutta in disordine?
B: si...
M: immagino tu ti sia molto spaventato.
B: mh! mh!
M: purtroppo ci sono persone che non si comportano sempre bene, probabilmente sono entrate in casa nostra senza permesso, perchè avevano bisogno di soldi.
B: sono cattivi!
M: si, sono d’accordo con te che non si dovrebbe fare, non si dovrebbero prendere le cose degli altri. Immagino anche la tua rabbia quando hai visto i tuoi giocattoli sparsi ovunque.
B: mh! poverini!
M: (avvicinandosi al bambino e prendendolo fra le braccia) ti ricordi che poi è arrivata la polizia ed ha sistemato tutto?
B: si, avevano anche le pistole e mi hanno fatto vedere le manette! (un sorriso illumina il volto del piccolo) Meno male che ci sono i carabinieri che mettono in prigione i ladri, in modo tale che noi possiamo tornare ad essere sereni e tranquilli.
Attraverso questi semplici passaggi si è permesso al bambino di elaborare l’esperienza spaventosa, aggiungendola alle altre sue esperienze di vita.