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Le pericolose dementi

Creato il 14 maggio 2013 da Maria Carla Canta @mcc43_

mcc43

Chiamiamo intelligenza l’insieme delle doti naturali e lo sviluppo loro impresso vivendo. Capita di riconoscere come intelligente qualcuno che ha vedute stridenti con le nostre, ma altrettanto dover ammettere che qualcuno concorde con noi è complessivamente persona poco intelligente.

In genere abbiamo solo picchi di percezione del livello intellettuale altrui, per esempio credo potrebbe non essere lontana da un’avviluppante demenza la signora che ho osservato  sdilinquirsi su di un cagnolino, chinarsi e sussurrare  “Come ti chiami?”. Ma non importa un granché la sua sdolcinata demenza non avendo influenza sul livello collettivo. O meglio: sperando che non rappresenti una straniazione da sé comune alla maggioranza.

Un funesto condizionamento, invece, esercitano sulla collettività le dementi famose. Angelina Jolie, vip tra i vip e  inviata dell’Onu,  si è rivelata  una di queste.

Non tanto perché calando in Libia nel 2011 al ritmo dei tamburi di guerra per offrire  “solidarietà alla popolazione sofferente” non ebbe fegato di scendere dalla nave  e mettere piede  nella cruenta Misurata, ma  ciononostante si ripropone ambasciatrice dell’intervento in Siria,   ma per una più recente demenziale impresa che riguarda il corpo femminile.

angelina_jolie_supports_UN_intevention_in_Syria
 L’attrice ha spiegato la sua decisione con un articolo sul New York Times. “Mia madre ha combattuto il cancro per un decennio, ed è morta a 56 anni. Io ho un gene difettoso, il Brca1, che aumenta in maniera consistente il rischio di sviluppare il cancro al seno e alle ovaie”. Secondo le stime dei medici, spiega la Jolie, il suo rischio di sviluppare un tumore al seno è crollato dall’87% al 5%. ”Una volta che ho saputo quale fosse la mia situazione ho deciso di attivarmi e minimizzare il rischio. Ho fatto prima la mastectomia perché il rischio del cancro al seno era più alto di quello alle ovaie, e l’intervento più complesso”, scrive la Jolie.
Ma sto scrivendo – continua – perché spero che altre donne possa avere un beneficio dalla mia esperienza. Cancro è ancora una parola che spaventa i cuori delle persone, producendo un senso di impotenza. Ma oggi è possibile scoprire attraverso un test del sangue se si è a rischio, e fare qualcosa”.
Nell’articolo sul New York Times, la Jolie racconta come con i suoi sei figli, tre adottati e tre biologici, parli spesso “della mamma di mamma” e della “malattia che ce l’ha portata via”. “I mie figli mi chiedevano se la stessa cosa potesse accadere a me”, confessa l’attrice e regista, “e allora ho deciso che loro non dovevano temere di perdere la loro mamma per un cancro al seno”. Il passo successivo è stata la decisione di sottoporsi all’intervento di doppia mastectomia preventiva

L’Angelina, immeritatamente donna oso dire, ubriaca di scientismo vuole porre le sue mammelle svuotate e reimbottite come un cuscino a modello  della prevenzione del cancro?  Non si astiene neppure dal ricatto morale affermando di averlo fatto in quanto madre per rassicurare  figli?

Rammentate  le indossatrici formato grissino diventate – involontariamente –   un modello per  tante schiocchine adolescenti scivolate nell’anoressia?  Grande fu ad un certo punto lo sdegno generale. Sarà lo stesso anche per l’autolesionismo preventivo?  O no?

Il cancro è una malattia assai più misteriosa di quanto la chiacchiera pseudo scientifica sappia e voglia raccontare. Per certo la paura che volutamente si suscita crea ampi margini di profitto alle industrie e alle strutture sanitarie. Per questa ragione si combatte rabbiosamente  ogni teoria che non ponga l’origine della malattia su un piano prettamente fisico. I geni, e quei certi cibi o quella tale abitudine, ma tutto riconducibile a trattamenti con il bisturi, le radiazioni, gli intrugli chemioterapici e tante tante raccolte fondi per la “ricerca”. 

Tacitate e incriminate, invece,  le teorie di un’origine psicologica delle malattie come il cancro.  Il trauma improvviso, senza via di uscita, subito in solitudine perché nessuno in grado di comprendere “come” l’individuo stesso lo vive, se non elaborato induce il corpo a un  processo che ha nella sua fase acuta l’insorgere di un “male” . Talvolta un cancro, che è una massa. Talvolta un blocco, che è una paresi. Talaltra una lisi cellulare, come l’ulcera. 

Chi ha condotto studi e appurato queste leggi  psico- biologiche, si badi bene: non produttrici di profitti industriali, non riceve né il Nobel né la fama, riceve il carcere e l’esclusione dall’esercizio della professione medica.

Ritrovare rapporto di fiducia nelle capacità del corpo/psiche di recuperare e conservare la salute è la migliore medicina, oltre ad essere prevenzione della miserabile condizione di persona demente,  plagiabile attraverso la paura.

 


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