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Le persone sposate

Creato il 02 giugno 2011 da Tiziana50mq
Oggi ho voglia di invidiare le persone sposate.
Quelli che hanno celebrato la loro unione firmando delle carte successivamente riposte in un archivio.
Quelli che poi sono andati a farsi le foto nei parchi e sulle spiagge.
Quelli che hanno portato parenti ed amici ad abbuffarsi di pesce e digestivi.
Quelli che hanno distribuito nelle case dei conoscenti, un inutile oggetto, probabilmente di porcellana e di opinabile bellezza.
Ho voglia di invidiarli perchè per loro è più semplice.
E' più semplice, non tanto per quanto riguarda il rapporto con i parenti, che di solito, anche se non condividono questa strana scelta di non ufficializzare le cose, comunque ti rispettano e ti prendono sul serio, ma è più semplice per quanto riguarda l'interazione con gli sconosciuti e gli amici.
Gli sconosciuti ad esempio, il 90% delle volte che sentono utilizzare la formula "il mio compagno", non capiscono e restano a fissarti. Se poi per praticità, e anche per una pura preferenza linguistica, utilizzi la formula "il mio fidanzato", allora deducono che sei solo temporaneamente in visita e ognuno vive a casa sua.
La soluzione è una sola, l'espressione corretta è: mio marito.
Mio marito è uscito, può dire a me.
E' passato mio marito e ha ordinato tale cosa.
Aspetto mio marito, prenda pure l'ascensore.
E' inutile che fate la classica smorfia, sintesi dell'insinuazione: lo dici solo perchè ti fa piacere chiamarlo così. La verità è che i rapporti con gli estranei, i commercianti, i condomini e simili, diventano estremamente più semplici. E soprattutto, smettono di chiedervi: Ma siete studenti?
Discorso più lungo e complesso è da farsi per quanto riguarda gli amici, perchè possiamo dividerli in varie categorie.
Ci sono i CONFUSI, quelli che alla notizia "stiamo cercando casa" ti guardano e ti chiedono "come mai?". Inarchi un sopracciglio e tenti di formulare una risposta, poi però decidi che la domanda non è pertinente.
Poi ci sono i PREOCCUPATI, che sono invece quelli che si fanno prendere dal panico, perchè se lo fai tu, prima o poi toccherà anche a loro.
Si può percepire lo stato d'ansia crescente, dal tono della voce, utilizzata per formulare la seguente domanda: qual'è la cosa positiva del vivere insieme?
E tu cominci a recitare un lunghissimo elenco di fesserie, assolutamente vere, quanto assolutamente inutili, rendendoti conto, solo il giorno successivo, che hai dimenticato di dire la cosa più ovvia e più importante: la cosa positiva del vivere insieme, è che vivi insieme.
Ma eccoci al turno degli ENTUSIASTI, quelli che stanno talmente bene con voi, che ancora prima di firmare il contratto d'affitto, verranno a trovarvi per festeggiare.
E non se ne vanno più.
Una specie di figlio prematuro e già grande.
Si, sei tu, sto parlando di te, e no, non puoi venire a cena stasera!
In fin dei conti però, sono quelli che preferisci, perchè a furia di prendersi un benvenuto o un vaaquelpaese, sono quelli che ti conoscono meglio, che vengono a prendersi il caffè, e lo portano già fatto.
Sono quelli che ti chiamano almeno tre ore prima, per confermare o disdire un invito, perchè diciamocelo chiaramente, aggiungi un posto a tavola è una stronzata, perchè se sposto un po' la seggiola, sto scomoda, e se divido il companatico, aropp mez'ora teng famm n'ata vot!
Forse mi sto dilungando eccessivamente, quindi riassumiamo.
Questo bisogno di continua chiarezza con gli amici deriva quindi dalla necessità di essere sempre presi sul serio, e quindi di affermarsi come nucleo familiare agli occhi dell'umanità circostante?
Ma in realtà, quanto di tutto ciò influisce realmente sulla quotidianità di una coppia di vecchia data?
E infine, con che frequenza Lei sogna di ritrovarsi Lui che le offre una coppa di champagne con un luccichio sul fondo?
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