Una storia d’amore e d’amicizia dove la felicità ha il sapore delle piccole cose.
Doralice Incanto ha ventotto anni, è un post doc, una professoressa precaria e vive da poco sola in centro a circa trenta chilometri da Trovadì, il suo paese natale. Improvvisamente perde la supplenza e si trova senza lavoro. Il panico è in agguato: che fine hanno fatto i sogni che la accompagnavano sin da bambina?
Ma si sa, in certi casi l’unica è fare di necessità virtù e lei si improvvisa dog sitter dei mostruosi cani della signora Frizzi, per essere poi chiamata dal servizio civile e accettare l’incarico di badante di una vecchia ottantenne, Gilda, oltre che la tata di un bambino di cinque anni, Beo.
E proprio quando tutto sembrava perduto, Doralice comprende il vero senso della vita, l’ordine delle cose che fa muovere l’universo: l’amore per gli altri è la salvezza per se stessi. Spalanca gli occhi e si guarda attorno: Gilda non esce da vent’anni, era una scrittrice; oggi è sola e triste con il suo terribile segreto. Beo ha perso la mamma e, suo padre, l’affascinante Riccardo sopravvive a fatica, a luce spenta.
Ed è così che Doralice comprende che non è poi così male vivere “nel migliore dei mondi possibili”, e così si impegnerà per renderlo un po’ meno brutto e un po’ più bello questo nostro strano mondo.
Elogio della normalità straordinaria, dei buoni sentimenti, delle seconde opportunità, dei rapporti mai scontati eppure tendenti alla piena realizzazione. Un gioiellino narrativo, forse ancora un po’ acerbo nella trattazione, sebbene credo che sia proprio questo il segreto del successo che questo romanzo d’esordio sta ottenendo in rete. Ilaria ha scritto senza dubbio una storia che fa bene al cuore, una di quelle che non cerca il sorriso a tutti i costi, facendo compiere rocambolesce avventure alla protagonista di turno, sempre precaria e sempre in affanno (come moltissime “eroine” moderne al centro di alcuni dei romanzi più letti di questi ultimi tempi). Purtroppo alcune anomalie riscontrate nel file (dovute alla conversione del medesimo per la pubblicazione in digitale) non rendono “visivamente” agevole la lettura, ma ne ho parlato con l’autrice e mi ha assicurato che stanno provvedendo. Per cui, buona lettura a tutti!