Con l’istinto del ribelle a dell’anticonformismo Marlon Brando ci doveva essere quasi nato perché già con i genitori aveva avuto seri problemi… E non aveva neanche tutti i torti con un padre prepotente e una madre alcolizzata. Ma dalla scuola militare dove lo avevano spedito sperando che almeno imparasse un po’ di buone materie si fece cacciar via e finalmente a diciassette anni approdò a New York, senza arte ne parte. Ma sapeva recitare e lo voleva fortemente. Saranno Shakespeare e il teatro a liberarlo dalla dislessia e dall’incapacità di dialogo della sua giovinezza solitaria… Quando arriva a Hollywood è già qualcuno… Ci aveva pensato Stanley Kowalski ad aprirgli le porte e ancor prima di ”Fronte del Porto” era già nel cuore dei giovani come il Selvaggio sulla moto con il giubbotto nero, il romantico rivoluzionario Zapata e il bellissimo Marcantonio con le ciocche sulla fronte, nell’accorato monologo in difesa di Cesare…
Dopo divenne indispensabile per Hollywood e lo impiegarono anche male con film mediocri, ma di richiamo al botteghino. Ed era anche un personaggio scomodo e imbarazzante, con tutte le libertà sessuali che si prendeva e che andavano nascoste… Con il vento di perbenismo che tirava da quelle parti… Solo da poco si racconta qualcosa in più. Dicono che…Si era fatto sorprendere a baciare Sir Lawrence Olivier sotto gli occhi neanche troppo scandalizzati della moglie … Che a Marylin Monroe che gli prospettava una scappatella aveva offerto 15 euro per le sue prestazioni… Nella sua più completa disinvoltura sessuale si parlava di relazioni con Rita Hayworth ma anche con Montgomery Clift e lo stesso James Dean… Aveva soprattutto un amico del cuore… un attore fuori del mondo colorato di Hollywood che recitava in televisione e portava gli occhiali su un viso del tutto anonimo. A suo modo Brando fu fedele a Wally Cox per tutta la vita e quando l’attore morì volle le sue ceneri… Raccontano che negli ultimo tempi della sua vita mangiasse spesso solo con l’urna delle ceneri di Cox appoggiata sul tavolo.La rabbia sociale andava di pari passo … e anche questo era motivo di disagio a Hollywood. Cominciò a difendere tutte le minoranze razziali e in particolar modo gli afro americani che avevano cominciato un’ aspra battaglia per i loro diritti. Fu per questo forse che quando prese moglie o per meglio dire mogli si scelse sempre mogli esotiche prima Anna Kashfi che era per metà indiana, poi una messicana e la terza moglie Tarita Teriipia,un attrice di Bora Bora, conosciuta mentre girava “Gli ammutinati del Bounty”, che ci lasciò un memorabile ricordo del Tenente Fletcher, mito individuale in un film che doveva essere corale…
L’imbarazzo di Hollywood verso il suo scomodo personaggio raggiunse il culmine il 28 agosto del 1963 quando in quel 25% di bianchi che ascoltarono Martin Luther King affermare “I have a dream” c’era anche Marlon Brando. Stavolta gliela fecero pagare. Per alcuni anni i film di Marlon Brando furono pochi e mediocri. Lo volle Chaplin ne “La contessa di Hong Kong”, ma non fu un successo e Quemada lo interpretò perchè era un film italiano e lo volle Gillo Pontecorvo che alla fine disse che Brando era il più grande !
Fu ”Il Padrino” a far risorgere veramente Brando… E fu un interprete, un personaggio, un mito tutto diverso… Dapprincipio non voleva quella parte mafiosa e poi con l’estro e il gusto dell’eccesso che era tutt’uno con
lui, si spoglio di tutta la sua bellezza che a 48 anni era ancora tanta, si riempì le guance d’ovatta, un paio di baffi da meridionale, un invecchiamento precoce e divenne Don Vito Corleone, la voce roca e l’accento dell’ Italia meridionale… ma senza un briciolo di istrionismo, solo misura e grandezza. Certo parte del merito era anche di quel giovane regista italo americano, ma alla fine in molti dichiararono che “Il Padrino è il film più grande di tutti i tempi. Giudizio senz’altro enfatico, ma rende il clima di passionale che si creò attorno all’opera di Francis Ford Coppola. Per Marlon Brando ci fu l’Oscar, era il secondo dopo “Fronte del Porto”, ma lui questa volta non andò a prenderlo. Eradiventato ancora più pazzo o forse più saggio… Mandò una giovane nativa americana vestita da Squaw, con le treccine, che protestò dal palco – e aveva tutte le ragioni – per il trattamento iniquo che l’America riservava ai nativi. Poi con determinazione se ne andò senza ritirare il premio…Aveva voluto che “ll Padrino” fosse girato in fretta perché aveva un impegno a Parigi.. Difficile superare Don Vito Corleone, ma il disincantato personaggio de ”L’Ultimo Tango a Parigi” che viene ucciso appena riacquista la voglia di vivere è di quelli che non si dimenticano. Brando ha ancora fascino da vendere e Bertolucci ne fa un interprete sensibilissimo della solitudine e della crisi di valori.I l film era un capolavoro e lo perseguitarono.”Era scandaloso – dissero – troppi nudi e scene di sesso” senza voler vedere che non c’erano forzature ed cccessi, che era tutto funzionale alla storia… E poi c’era lui Brando che di per sé era già un’odiata icona del proibito. In paesi come l’Italia del film ne ordinarono il ritiro, poi la distruzione della pellicola in un rito quasi satanico di fobia sessuale. E’ da poco tempo che è stato possibile rivederlo.
Dopo “Ultimo Tango a Parigi” Brando seguitò a lavorare e a farsi pagare frofumatamente aveva tre ex mogli e circa dieci figli fra quelli ufficiali e meno…ma l’unico film capolavoro nacque dal rinnovato incontro con Francis Ford Coppola. Stavolta non c’era bisogno di travestimenti . La leggendaria bellezza di Brando non c’era più… Appesantito, invecchiato, malconcio per l’alcol, ma sempre divo e imperioso volle essere riprese nella penombra, spesso appena si intravvede ma, in “Apocalipse Now” ci regalò il Colonnello Kurtz, un semidio votato all’autodistruzione, che in qualche modo è la sintesi dell’ex pugile dei suoi inizi e la stanchezza di Don Vito Corleone.Gli ultimi anni saranno nefasti e in un susseguirsi di tragedie familiari, con un figlio condannato per omicidio e una figlia suicida,Brando morirà in solitudine, come molto spesso, nonostante i riflettori,la celebrità e gli amori, gli era successo durante la vita. Alla fine le sue ceneri furono gettate in mare assieme a quelle del suo federle amico Wally Cox…
Fu durante le riprese del Padrino che Marlon Brando aveva conosciuto la cucina italiana! E del resto era inevitabile in un film che è tutto imperniato su una famiglia mafiosa che a tutti i costi vuole mantenere le sue origini e le sue tradizioni… Almeno finchè non ci penserà la generazione successiva a dimenticare qualcosa… C’è un momento della storia in cui Peter Clemenza un fedelissimo della famiglia deve cucinare durante un’emergenza e parla di come preparano le polpette al sugo… E allora viene naturale concludere con questo piccolo ricordo di un grande film, sicuramente uno dei più grandi dell’ indimenticabile carriera di Marlon Brando.
POLPETTE AL SUGO
INGREDIENTI per 4 persone: Carne bovina o suina tritata 500 grammi, mollica di pane grammi 100, pepe a piacere, sale quanto basta, prezzemolo tritato 2 cucchiai, aglio 3 spicchi, noce moscata 1 pizzico abbondante, 3 uova, pecorino grattugiato 50 grammi, parmigiano grattugiato 50 grammi, basilico fresco 5 foglie e, 1 cipolla, la scorza di 1/2 limone tritata finemente, olio extra vergine di oliva 5 cucchiai,1 cipolla, latte 1/2 di bicchiere
PREPARAZIONE: Spezzettate la mollica di pane e mettetela a bagno nel latte. Mettete in una ciotola la carne tritata, strizzate dopo alcuni minuti il pane dal latte e aggiungetelo alla carne sbriciolato, proseguite aggiungendo il parmigiano, il pecorino, il prezzemolo, le uova, il sale, il pepe, la noce moscata,la scorza del mezzo limone. Impastate tutti gli ingredienti e cominciate a preparare il sugo ponendo in una casseruola l’olio,la cipolla a fette e l’aglio tritato. Lasciate cuocere lentamenye e poi versate il sugo di pomodoro, aggiustate di sale e fate cuocere a fuoco medio. Mentre il sugo si cuoce con l’impasto formate delle polpette con circa 10 grammi ciascuna e inseritele nella casseruola del sugo con delicatezza. Lasciate consumare per circa 30 minuti e qualche minuto prima di togliere dal fuoco aggiungete il basilico fresco. Si servono calde. Dopo qualche ora dalla cottura, se nuovamente riscaldate, avranno acquistato più sapore.