Magazine Politica

Le prigioni di Silvio Pellico

Creato il 07 ottobre 2013 da Giuseppe Lombardo @giuslom

Le prigioni di Silvio PellicoL'avvocato Fausto Coppi, l'insigne giurista che avrebbe dovuto salvare Berlusconi dalla condanna cavillando sull'elusione in luogo dell'evasione, ha sciolto gli ultimi dubbi: se la situazione resta questa, cioè se il suo assistito non si persuade a chiedere la grazia, ammettendo quindi le responsabilità oggettive del gruppo Fininvest, la difesa sarà costretta a chiedere l'affidamento ai servizi sociali. Una settimana al più e verrà depositata l'istanza, onde evitare gli arresti domiciliari.Si spalancano nuovi orizzonti: come ricordava Moretti nelle vesti del Caimano, se la legge è uguale per tutti, alcuni cittadini sono più uguali degli altri. Così opinionisti a vario titolo suggeriscono una strategia di lungo respiro: se il Cavaliere deve essere recuperato alla comunità, tanto vale destinare il suo ingegno al servizio di ex prostitute, conducendo il sultano di Arcore fra le vittime della mercificazione femminile. Sarebbe un bel messaggio, no? Un contrappasso dantesco, carico di un forte significato simbolico, tanto più in vista del processo Ruby.
Peccato che l'idea, oltre ad essere balzana, sia vagamente controproducente. Destinare Berlusconi alle escort sarebbe come punire un bambino lasciandolo in una sala giochi. Parliamo dello stesso uomo che spinse la D'Addario a consumare, con maggior frequenza, atti di autoerotismo nel lettone di Putin. Nossignore, va bene che la pena deve essere esemplare, va bene che ai giardinetti è difficile mandarlo, ma tramutare una condanna in un festival della libido mi sembra un po' troppo. A maggior ragione se si prova un briciolo di compassione per l'uomo, perché è vero - come diceDon Mazzi - che "bisognerebbe aiutarlo a riscoprire la sua anima", salvandolo dalla fauna di falchi, colombe e pitonesse che gli hanno eroso la vitalità negli ultimi tempi. Insomma, lasciamogli solo il cane Dudù.
E proprio sulla bagarre interna al Pdl vale la pena di spendere due parole. Nonostante la nota diffusa ieri da Paolo Berlusconi, "un uomo al di sotto di ogni sospetto" secondo la felice definizione di Montanelli, pare che Alfano abbia chiesto l'allontanamento di Sallusti dalla direzione del Giornale, quale condicio sine qua nonper evitare la scissione in seno al partito. Il giudizio di chi scrive sul prezzolato graziato dal Colle è arcinoto, tuttavia l'ennesima ingerenza della politica nella redazione di una testata non può essere salutata con un sorriso sornione da nessuno, men che meno dal sottoscritto, passato anzitempo per le forche caudine del silenzio obbligato. Premettendo che Belpietro o Sallusti pari sono, stigmatizzare il metodo Boffo, per lungo tempo difeso da Bentivoglio Angelino, appare un filino incoerente. Se questi sono i nuovi liberali, se tanto ci dobbiamo aspettare dalla Nuova Italia, allora occorre sin da subito sottolineare lo straordinario conformismo, nei modi e nei vezzi, che li equipara a quanti li hanno preceduti, simbolo evidente che nei "diversamente berlusconiani" l'unica differenza reale sta negli scranni da difendere.G.L.Le prigioni di Silvio Pellico

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines