Le #primarie del #csxiamo: @pbersani e @matteorenzi al ballottaggio

Creato il 26 novembre 2012 da Intervistato @intervistato
E venne il giorno. E venne un uomo, per la verità 5, compresa una donna. Il cast delle primarie del centro-sinistra è variegato e alla fine il film è andato in onda, richiamando nelle sale 4 milioni di persone. Un successo, calcolando il prezzo "popolare del biglietto", solo 2 euro. 
Già dalla mattina su Twitter era un fiorire di hashtag, ma alla fine ha vinto ancora la Premiata Ditta Europa di Menichini, che dopo #csxfactor, il re della notte del confronto, lancia #csxiamo, che scalerà la classifica dei TT.
Però stavolta bisogna scendere in strada, la rete va bene, ma qui ci si arma di documenti, pre-registrazione e si va. Colazione al bar è tappa obbligata, anche per capire gli umori della gente, fra parole, risate e battutine un po' cattive fra quelli che sono i tre protagonisti maggiori: Bersani, Renzi e Vendola. Non me ne vogliano la Sig.ra Puppato e Tabacci, che si è dimostrato un vero signore nel giocare con le sue caricature marxiste stile Pravda. Si vota, si fa la fila, cercando di spiegare anche a chi non ha compreso del tutto le informazioni che quello non è il suo seggio, ma i volontari sono tranquilli, anche verso chi alza un po' la voce. C'è un'atmosfera tranquilla, quasi d'altri tempi, come se per un giorno, un solo giorno, questo paese si sia riappropriato di certi suoi riti. Sono impressioni, non dati.
I dati sono le tre settimane che i volontari hanno avuto per organizzare sezioni e gazebo, non è poi molto tempo, mi racconta Franco, pensionato, con cui fumo una sigaretta per strada, la prima da quando è entrato alle 6 e mezza della mattina, mentre quelli che hanno montato i gazebo alle 4 adesso stanno dormendo a casa. Poca fila, ma nel pomeriggio sarà un delirio ovunque. Tre settimane in cui i candidati sono andati dappertutto a fare campagna elettorale, ma soprattutto a richiamare l'attenzione sul votare, perché è quello che sta chiedendo il paese: partecipazione. Non è facile rispondere a questa richiesta, la macchina deve funzionare, senza sbavature, anche se perfetta non è stata, però ha tutti gli occhi addosso, primi fra tutti quelli del PDL, che ancora non ha deciso se le primarie le farà o no, dipende tutto da Berlusconi. Si, proprio lui. Però anche Giorgia Meloni, che le primarie le vuole fare, se ne va alla sezione del PD di Via dei Giubbonari, a due passi da Campo de' Fiori a Roma e chiede come vadano le cose, ascoltando volontari e funzionari, un endorsement all'avversario, un bel segno, vuol dire che le cose le stai facendo bene e che diventi una sorta di modello. Certo c'è anche L'uomo che ha votato due volte, non si esce dalla metafora del cinema!
Ci sono anche schermaglie, sia in strada sia sul web, soprattutto su twitter, dove i rottamatori renziani, i segretariani di Bersani e i radicali di Vendola, si punzecchiano, si scambiano battute acide su chi interpreti bene il cambiamento. E' una sfida per un primato importante, perchè il cambiamento lo vogliono tutti, ma c'è chi sembra voler annullare la proprio storia e tradizione, mentre chi vorrebbe sempre ricordare con orgoglio il proprio passato. E' un falso mito quello del nuovo, anche se l'appeal di un candidato giovane come Renzi è forte, vista sia l'età media della classe politica italiana, sia il procurato disastro sotto gli occhi di tutti.
Vero che Renzi è stata una scossa, utile e necessaria al centro-sinistra, perchè l'ha spinto a misurarsi su temi nuovi e sul ricambio, come sono state preziose le sollecitazioni di Vendola sui diritti civili e sull'ascolto delle voci che soffrono più il disagio. Però il segretario è quello che s'è preso il partito nel momento peggiore della sua storia e c'ha messo la faccia, una vita difficile, visto che spesso ha fatto la paperella al tiro a segno per quante volte è stato colpito. Allora qui serve una cosa sola: la sintesi. Perché se in una coalizione o in un partito ci sono più posizioni allora bisogna fare il punto, la mediazione, che non è la marmellata, ma di più: prendere il meglio e costruire un progetto intorno. Un duro lavoro che va fatto, perchè richiesto da 4 milioni di persone - ma sono molte di più - che non sono zombie, come dice il Grillo Parlante in un post dove cita a sproposito il filosofo Michel Foucalt, ma sono il paese.
I numeri parlano chiaro, almeno fino ad ora, è l'una e trenta, circa: Bersani 44,4%, Renzi 36,3%, Vendola 15,2%, Puppato 3%, Tabacci 1,2%
e siamo a metà dello scrutinio. Renzi fa bene, molto bene, vincendo in Toscana e in alcuni zone dell'Emilia Romagna, ma è secondo. Però se vai a vedere è un paese a macchia di leopardo, segno che i flussi elettorali e le "appartenenze" stanno cambiando e su questo bisognerà ragionare parecchio. Ci sono alcune discrepanze nei numeri, perché il comitato di Renzi ha dei dati che parlano di un distacco di solo 4 punti percentuali e non di 8, come segna lo scrutinio ufficiale, il che vorrebbe dire una diversa disposizione delle forze in campo. C'erano stati nel pomeriggio dei twit e dei post che parlavano di sondaggi diversi, di risultati a sorpresa, come Pierluigi Battista. Il risultato però non cambia: ballottaggio.
Sarà una settimana dura, pesante, una settimana in cui si ricomincia da zero. Non s'illudano i contendenti, qui i voti non si stoccano, anzi sono molto liquidi, e non si illudano neanche gli altri pensando di poter chiedere qualcosa in cambio, perchè per ora non c'è nulla sul piatto. Non si illudano ancora Renzi e Bersani, perchè qui non ci sono "loro" e "noi", anzi c'è un unico grande noi, non omologato, eterogenero, variopinto, ricco di differenze, di stimoli, che non ha bisogno di una contrapposizione inutile e sterile, ma di una nuova piattaforma che sappia trasformare tutto questo in un programma di rinnovamento e cambiamento senza se e senza ma verso la palude in cui il paese è stato trascinato. Sarebbe bello continuare a giocare in trasparenza, nel fair play, magari con una certa vis polemica, fatta di argomenti e proposte, di domande e riposte, di confronto e discussione. Sarebbe bello. Sarebbe politica.
Simone Corami | @psymonic


The primaries: Bersani and Renzi go to ballot
The day came. And a man, actually 5, a woman included. The cast of the primaries of the center left is varied and in the end the movie was aired, calling to the votes about 4 milion people- A success, considered the popular price of the ticket, just 2 euro.
Already from the morning on Twitter it was a profusion of hashtags, but in the end Menichini managed to emerge with his #csxsiamo, after the extremely successful #csxfactor during the debate.
But this time we must go out, the web is fine, but here you get armed with doccuments, pre-registration and go. Breakfast at the bat is a must, also to understand the people mood, among words, laughs and evil jokes among those who are the three main protagonists. Bersani, Renzi and Vendola. Please, Mrs. Puppato and Mr. Tabacci, don't get me wrong. By the way Tabacci proved to be a sir in playing with his marxist caricatures in Pravda style. You vote, you stay in line, trying to explain to those who didn't understand everything that it isn't the right place to vote, but volunteers are calm, even with those who raise their voices. There's a quiet atmosphere, almost of other times, as if for one day, just one day, the country regained its rituals. These are just impressions, not facts.
The facts are the three weeks that volunteers had to organize sections and stands, not a lot of time, Franco tells me: he's retired, and he smokes a cigarette with me, the first since he came in at 6:30 in the morning, while the ones who put up the stands at 4 now are sleeping at home. Just a bit of line, but during the afternoon it's going to be crazy. Three weeks during which candidates have gone everywhere with their campaign, but especially to recall the attention of the audience on voting, because that's what the country's asking for: participation.
It's not easy to answer this requesst, the maching must function, withoutu errors, even though it hasn't been perfect, but it has all eyes on it now, first of all those of the PDL, that still hasn't decided whether to do the primaries or not, it all depends on Berlusconi. Yes, him.  But also Giorgia Meloni, who wants these primaries, went to the PD section in Via dei Giubbonari, two steps away from Campo de' Fiori in Rome and asks how things are going, listening to volunteers and functionaries, an endorsement to the rival, a good sign, it means that things are going well and you become some sort of model Well, there are also those who voted twice, you can't escape the cinema metaphor.
There are also fights, on the streets and on the web, especially on Twitter, where Renzi supporters, Bersani's and Vendola's pick at eachother, exchange jokes on who interprets the change better than the others. It's a challenge for an important primate, because change is something everyone wants, but there is also who seems to be willing to cancel history and tradition, along with those who want to remember the past with pride.  It's a false myth the new one, even though the appeal of a young candidate such as Renzi is strong, given the average age of the Italian political class, and the disaster that lies under the eyes of everyone.
Simone Corami | @psymonic

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