Quando il gatto non c’è…il vertice si riunisce per trovare la quadratura del cerchio, tra riforma del mercato del lavoro, articolo 18 e riforma elettorale. Mentana non poteva non evidenziare le novità sull’accordo tra i partiti per una nuova riforma elettorale e una sicura riduzione del numero dei parlamentari, mentre Monti, cerca sostegno e investimenti per l’Italia, in Cina.
Dopo le polemiche sul lavoro trovata l’intesa e raggiunto l’accordo tra i leader di Pdl, Pd e Udc Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini, sulle riforme a termine del vertice di maggioranza nel quale si è deciso di incardinare parallelamente la
riforma della Costituzione e la legge elettorale. I leader dei partiti vanno al contrattacco e dopo la bufera sulla riforma del mercato del lavoro scatta la tregua politica, forse per metter a tacere Monti dimostrandogli che, in sua assenza i litigiosi partiti trovano un’accordo sulla riduzione del numero dei parlamentari, sulla revisione dell’età per l’elettorato attivo e passivo, sul rafforzamento dell’esecutivo e dei poteri del premier in Parlamento.Il terzetto esulta: Alfano: “abbiamo fatto un buon lavoro”, Bersani:”la volontà di proseguire c’è”, Casini: ” E’ strana questa coalizione, è eterogenea, si è chiesto alla politica di battere un colpo e così è stato”. Per ora la soddisfazione che aleggia nel mondo politico fa ben sperare in una polizzavita che dia tregua al paese. Non ci saranno sgambetti, scompare l’ombra del voto anticipato e dovrebbe essere certo che alla prossime elezioni sia ridata la possibilità di scelta ai cittadini dei parlamentari che li rapprersenteranno.
Dopo l’ultimatum del presidente del Consiglio, Mario Monti : ” Se il Paese non è pronto per quello che riteniamo un buon lavoro, non chiederemo di continuare” , il tema più caldo rimane quella della riforma del lavoro, di cui però i tre leader non hanno parlato. Del resto storicamente la competenza di proteggere il mondo dei lavoratori spetterebbe alla sinistra, ma credo che i tempi saranno più lunghi di quelli auspicati, visti gli esiti degli ultimi scontri politici scatenati e la mancanza di concrete forme di reazione atte a tutelare la categoria.
E forse proprio per questo che l’opinione pubblica in questo momento indirizza tutta la sua pressione sui partiti, che scontano oggi con un clima loro ostile anni di immobilismo bipartisan. E nonostante tutto le dure scelte fatte dal governo una eventuale coalizione a guida tecnica probabilmente vincerebbe le elezioni soffiando voti a destra e a manca.E mentre in Italia si cerca di sopravvivere in attesa della prossima stangata, targata Imu, Monti in missione in Cina, cerca di “piazzare” l’Italia nel mercato orientale, dove, pare riscuota stima e credibilità. Dunque Monti all’estero piace, agli italiani un po’ meno visto che la situazione sociale italiana continua a vivere una drammatica disoccupazione, rincari del quotidiano e diminuzioni degli stipendi.