Se desideriamo prenderci cura del futuro, l’unico modo che abbiamo per farlo è prenderci cura di tutti i suoi momenti e sforzi passati, ossia dell’attuale presente.
Jon Kabat-Zinn La sofferenza ha qualcosa a che fare con la dimensione temporale in cui siamo inseriti.
Questa, infatti, è solitamente alimentata da pensieri riguardanti fatti accaduti nel passato oppure da qualcosa che ci preoccupa nel nostro futuro: crisi d’ansia se pensiamo al prossimo esame, al prossimo viaggio, al prossimo evento importante o spiacevole. Qualche giorno fa una paziente, spiegandomi la natura della sua ansia ha un’illuminazione; mi guarda e mi dice:
Dottoressa, siamo solo a metà maggio e io comincio già a stare malissimo per qualcosa che succederà a fine giugno. Che senso ha?
Be’, un senso evolutivo in effetti ce l’ha. Anticipare le difficoltà permette di prepararci e sopravvivere a eventi che altrimenti sarebbero stati fatali; per intenderci: se la gazzella avesse questa capacità saremmo pieni di gazzelle e non ci sarebbe neanche un leone. Noi abbiamo questa marcia in più, ma, ahimè, é la stessa marcia che ci fa scontrare con la sensazione di poter e dover controllare tutto. E questo fa schizzare a mille i nostri livelli di stress. Questo non significa: spegniamo la corteccia frontale e lasciamo che il leone si gusti i nostri cosciotti, significa fermarci e restituire al presente il suo valore: il valore dell’unica occasione che abbiamo di agire per noi e per il nostro destino.
Per concludere vi riporto le parole di Jon Kabat-Zinn: