Eredi delle prefiche romane, erano chiamate così le donne che venivano assoldate, soprattutto in provincia, per vegliare i defunti, senza che questi fossero loro parenti. Vestivano in nero e cantavano o recitavano litanie, nenie e canti funebri e piangevano disperate per la dipartita. Si disponevano a corona attorno al letto funebre, le vesti nere, gli sciolti capelli cadenti. La figura di queste donne era molto diffusa in tutto il sud Italia. Da molto tempo, ormai, la Curia napoletana severamente condanna le consuetudini più superstiziose del culto dei morti; così anche questa usanza è sparita.