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Le scie chimiche sono una realtà storica - parte 2

Creato il 18 gennaio 2011 da Corradopenna
Questo articolo è il seguito di Le scie chimiche sono una realtà storica - parte1. Questa seconda parte la trovate pure riassunta nel video qui sotto. Se vi piace il video potete pure scaricalo da mediafire in formato avi.  La prima arte del video è scaricabile anch'essa  formato avi.

Le scie chimiche sono una realtà storica - parte 2
Ovviamente wikipedia stessa riporta che ci sono moltissime prove che il composto rilasciato  (il famigerato solfuro di zinco e cadmio) sia nocivo per la salute, ma altrettanto ovviamente, come al solito, le istituzioni negano ostinatamente tale nocività.
Le scie chimiche sono una realtà storica - parte 2
Se non vi bastano le conferme che abbiamo visto fin qui, ecco le ammissioni del National Geographic Channell, non certo un media famoso per le sue denunce dei complotti, eppure anche quel canale televisivo ammette che gli esperimenti segreti della CIA esposero milioni di persone ad agenti chimici ed infettivi.
Le scie chimiche sono una realtà storica - parte 2
Tra i tanti orrendi esperimenti su cavie umane spesso ignare ed involontarie ne ricordiamo uno in particolare:
Un esperimento dell'esercito statunitense su New York City nel 1966 espose più di un milione di persone alla variante niger del batterio bacillus subtilis. Gli scienziati hanno usato bulbi delle lampadine riempiti con una combinazione di  batteri e particelle di carbone, che hanno quindi lanciato attraverso i condotti per l'aereazione delle varie linee della metropolitana.
Le scie chimiche sono una realtà storica - parte 2
E' invece il quotidiano britannico Telegraph che ci informa di un altro esperimento, quello compiuto da agenti della CIA in un paese della Francia dove riuscirono a immettere l'allucinogeno LSD nel pane.

Le scie chimiche sono una realtà storica - parte 2

La CIA ha sperimentato l'allucinogeno LSD su ignari cittadini francesi, riporta il quotidiano britannico Telegraph


Un giornalista investigativo ha trovato le prove consultando anche documenti ufficiali che risolvono finalmente il mistero di Pont-Saint-Esprit, ove il 16 agosto del 1951, moltissimi abitanti finirono in preda ad allucinazioni tremende, compreso il ragazzino di 11 anni che voleva strangolare la nonna, l'uomo che credendosi un aereo è saltato giù dalla finestra del secondo piano fratturandosi le gambe ed i tanti ricoverati in manicomio con la camicia di forza.
Le scie chimiche sono una realtà storica - parte 2
L'articolo del telegraph riporta che il giornalista ha trovato le prove del coinvolgimento della CIA in tale faccenda del pane all'LSD in documenti ufficiali.
Le scie chimiche sono una realtà storica - parte 2
Ma torniamo a wikipedia, il sito che nega l'esistenza delle scie chimiche; nonostante il suo negare scie e complotti non può arrivare a negare tutto, e così anche su quel sito si possono trovare descritti gli orrendi crimini, sperimentazioni su cavie umane, compiuti da folli scienziati per conto di agenzie governative, servizi segreti, laboratori militari.

Le scie chimiche sono una realtà storica - parte 2

Wikipedia ammette crudeli esperimenti su cavie umane non consenzienti

Si va dagli esperimenti compiuti facendo ingerire sostanze radioattive, o esponendo le persone a irradiazione nucleare, esperimenti di tortura fisica e psicologia, esperimenti farmacologici con sostanze potenzialmente pericolose, esposizione di persone ad agenti infettivi, esperimenti di tortura psichiatrica.
Le scie chimiche sono una realtà storica - parte 2
Particolarmente orribili sono gli esperimenti di tortura gestiti da psichiatri con elettroshock continui, deprivazione sensoriale seguiti da installazione di messaggi nella mente. In particolar modo si narra dell'opera di Ewan Cameron (dell'Allan Memorial Institute di Montreal, in Canada), il quale nel 1957 diede corso al subprogetto 68  del programma  di condizionamento mentale MKULTRA.
I suoi esperimenti erano avevano la finalità di cancellare le memorie e le personalità degli individui, riducendoli ad un livello mentale infantile, e poi di ricostruire la loro personalità in una maniera artificialmente indotta dallo stesso Cameron. A tal fine egli mise i suoi "pazienti"(ovvero le sue cavie) in uno stato di coma indotto da farmaci per 88 giorni, applicò numerosi  elettroshock ripetuti continuamente per settimane o per mesi, fino ad arrivare a 360 sedute di elettroshock a persona. A questo punto faceva ascoltare ripetutamente nastri contenenti dei messaggi; i messaggi venivano ascoltati tramite piccoli altoparlanti inseriti in caschi che i pazienti indossavano per essere posti in uno stato di deprivazione sensoriale (speciali caschi per impedire che tali persone potessero vedere ed ascoltare ciò che succedeva intorno a loro). I messaggi venivano ripetuti per 16–20 ore al giorno, per diverse settimane in un caso fino a 101 giorni.

Le scie chimiche sono una realtà storica - parte 2

Wikipedia descrive le torture psichiatriche dell'MKULTRA

Altri mezzi che utilizzo questo orrendo individuo grazie ai finanziamenti della CIA all'interno di un esperimento governativo, fu quello di indurre il coma insulinico nei suoi soggetti due volte al giorno, a volte anche per due mesi di seguito (in seguito alla somministrazione di un'overdose di insulina il cervello perde il suo zucchero e inizia a morire, le cellule nervose avvizziscono e muoiono mentre il paziente è preso da convulsioni),
Fra le sue cavie vi erano anche diversi bambini, e molti di loro furono violentati nel corso degli esperimenti.
Le scie chimiche sono una realtà storica - parte 2
E parliamo adesso di Hiroshima e Nagasaki, altri crimini orrendi che la storia ufficiale ha giustificato come atti estremi per porre fine ad un conflitto sanguinoso, ma che in realtà avevano ben altri fini.
Le scie chimiche sono una realtà storica - parte 2Le bombe atomiche vennero sganciate nonostante i Giapponesi avessero già cercato la resa da parecchi mesi. Ci sono documenti precisi che provano non solo che il Giappone cercasse la resa tramite l’ambasciatore giapponese a Mosca, ma che gli Usa avessero intercettato la corrispondenza relativa a tali iniziative; da quei documenti si evince che il Giappone fosse pronto ad arrendersi, ma avesse ancora qualche remora ad accettare una forma di resa incondizionata (vedi i documenti a cui fa riferimento Howard Zinn a pag 142 e 143 del libro “Non in nostro nome”, ed il saggiatore). 
La resa del Giappone era ormai imminente e le autorità militari statunitensi ne erano ben consce come rivela anche una fonte ufficiale governativa (U. S. Strategic Bombing Survey, del 1946): “Il Giappone si sarebbe arreso certamente entro il 31 dicembre del 1945, e con ogni probabilità prima del 1 novembre 1945, anche se la bomba atomica non fosse stata lanciata, anche se la Russia non fosse entrata in guerra, ed anche se non si fosse programmato e contemplato alcuna invasione” (tratto da Gar Alerovitz, “Why the United States Dropped the Bomb”, Technology Review, agosto/settembre 1990).
Le scie chimiche sono una realtà storica - parte 2La triste realtà si può conoscere leggendo una serie di interviste ai fisici che hanno lavorato al “progetto Manhattan” (per la costruzione della bomba atomica americana) raccolte da Pietro Greco nel suo libro “Hiroshima la fisica conosce il peccato” (Editori riuniti 1995). Si scopre così dai resoconti delle persone che materialmente lavorarono alla bomba che il generale Groves (supervisore militare del progetto) affermava apertamente che “ovviamente” l'intero progetto nucleare “è mirato a sottomettere i russi”.
Le scie chimiche sono una realtà storica - parte 2
Le scie chimiche sono una realtà storica - parte 2 Anche il bombardamento di Dresda da parte degli alleati, durante la seconda guerra mondiale, fu un atto atroce senza alcuna motivazione bellica se non quella di testare le nuove bombe incendiarie, di terrorizzare la popolazione, di seminare morte e distruzione. Dresda infatti era una città assolutamente priva di installazioni militari, logistiche o di qualsiasi altra struttura collegata alla macchina bellica, e proprio per questo in quel giorni del febbraio 1945, sul finire della guerra, la bellissima città della Germania orientale ospitava circa mezzo milione di sfollati che vi si erano rifugiati proprio per attendere la fine della guerra in un luogo sicuro.

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