Maltrattava e picchiava ferocemente la moglie. Con queste accuse i carabinieri del comando stazione di Savelli, nel crotonese, hanno arrestato un uomo di 60 anni nella sua abitazione, sorprendendolo in flagranza di reato, mentre colpiva la moglie con pugni al ventre e con un bastone di alluminio al capo. Per l’uomo, l’arresto è stato convalidato ed il giudice del tribunale di Crotone Olga Manuel ha disposto anche la custodia cautelare in carcere.La donna ha raccontato ai carabinieri che questa storia andava avanti da diverso tempo….(fonte).
Un’altra storia vera, questa di Savelli. Ed io quasi impazzisco pensando a quante donne in questo momento sono in attesa…di uno sguardo affettuoso, di una parola amica o meglio ancora della drastica consapevolezza che il “cambiamento” non puo’ piu’ essere atteso dall’altro ma solo da se stesse e che anzichè aspettare, a volte per numerosi anni, la fune amica che le tiri fuori dall’incubo è necessaria una drastica svolta che parta da se stesse, ma tant’è….
“”…Beh, lo dico con orgoglio, non è questa la mia storia…e magari non è nemmeno la tua, di te che stai leggendo e che non te ne importa nulla delle altre, perchè maschio o femmina che tu sia, non è toccato a te.
Non ti è toccato di nascere dove è nata lei, con quel padre che fin da ragazzina l’ha fatta sentire “di qualcuno”...< tu sei di papà tuo, guai a chi ti tocca >
…frase “innocentissima”, quale tenero padre non l’ha pronunciata…
E’ solo che poi cresci e a quella frase s’aggiungono le “privazioni”, le punizioni, quelle che non si comprendono < perchè a me no e a lui, mio fratello tutto è concesso >, quei “paletti” che non devi oltrepassare perchè sei già donna, precocemente donna, perchè le bambine non sono come i bambini, le bimbe diventano donne quando ancora i bambini sono bambini!
E quell’appartenere a qualcuno, quell’essere sempre di qualcuno tranne che “tua” ti fa eco nella testa, minuto dopo minuto, diviene una voce ossessiva fino a che te ne convinci che davvero appartieni a qualcun altro, che comunque a qualcuno devi rendere conto…
Quelle donne sono tante e le madri, donne anch’esse, spesso hanno taciuto, non perchè mute, ma per timore che chi le “deteneva” avrebbe prima o poi scoperto di non possedere proprio nulla e < chi lo calma tuo padre se lo scopre…>
E’ dalle madri non parlanti che a volte ho lasciato che le donne si difendessero, alcune le ho costrette a riconoscersi “sole”…di “nessuno”, se non di loro stesse. E quei padri che accompagnano le spose sull’altare per rinnovare il rituale del “passaggio di proprietà“, li ho sparati proprio lì dove le armi non dovrebbero entrare…
A volte è necessario morire per rinascere e riconquistarsi.
Riappropriarsi del sè è una pratica difficile, non te la insegna nessuno, la devi solo “praticare”. Ed io le donne coraggiose le ho guardate in faccia, ne vedo tante intorno, ma accanto a loro vorrei vedere uomini altrettanto coraggiosi che amano senza possedere, che sollevano senza sradicare, che educano senza vincolare…”"
Questo è quanto mi ricorda Anna Pascuzzo, impegnata scrittrice calabrese. A me, Anna, importa delle “altre”. Ma non riesco proprio a sentirmi orgogliosa, quando leggo storie come questa di Savelli.
Un video, creato per la manifestazione nazionale dello scorso 28 novembre a Roma, di Donne daSud . Novembre si avvicina, quest’anno sono piu’ perplessa del solito…
(foto da : riotclitshave.com/ )