Nel voluminoso ed istruttivo saggio "Extraterrestri amici e ostili", George C. Andrews indaga l'inquietante sequela di morti che funestarono la società Marconi Ltd, azienda attiva nel settore della sicurezza e dei sistemi di difesa aerospaziale. L'autore desume quasi tutte le informazioni da un articolo di cronaca apparso sul Tulsa World, a firma di Leslie Shepherd dell'Associated press.
Il mistero ebbe inizio il 5 agosto 1986 quando Vimal Dajibahi, 24 anni fu ritrovato esanime sulla sponda del fiume sotto il ponte di Clifton, presso Bristol (Inghilterra sud occidentale). Si ventilò l'ipotesi del suicidio, ma gli esami del medico legale non chiarirono le cause del decesso. Nessuno seppe spiegare perché Dajibahi, giovane ingegnere che verificava i sistemi di guida per i siluri, all'interno della Marconi underwater systems ltd, presso Londra, si trovasse a 168 kilomteri dalla capitale britannica.
Tre mesi dopo la scomparsa di Dajibahi, Ashad Sharif, un analista informatico che lavorava ad un progetto di difesa in un'altra sede della Marconi, vicino a Londra, fu trovato morto in un parco nei dintorni di Bristol. Secondo l'inchiesta, il tecnico si tolse la vita, impiccandosi, dopo aver appeso una corda ad un ramo ed aver messo in moto la sua automobile. Un suicidio alquanto macchinoso...
Nel gennaio del 1987 fu la volta del programmatore di computer Richard Pugh il cui cadavere fu rinvenuto nell'abitazione di Londra. Le circostanze del decesso non furono mai accertate. Pugh, 37 anni, aveva lavorato per il Ministero della difesa.
Nello stesso anno John Brittam, esperto informatico di 52 anni, fu trovato privo di vita nella sua auto posteggiata nel garage di casa. Brittam era stato impiegato presso la Royal armaments research and development establishment.
Un mese dopo morì Peter Peabell, docente universitario titolare della cattedra di Metallurgia. Si trattava di un apparente suicidio, con Peabell esanime sotto la sua vettura con il motore acceso. Fonti governative lasciarono trapelare che l'ordinario era stato impegnato in un progetto che studiava i nuovi impieghi del berillio in Unione sovietica.
Nel marzo del 1987 l'esperto di sistemi informatici David Sands entrò con la vettura carica di taniche contenenti carburante in un ristorante vuoto, bruciando vivo. Sands, 37 anni, aveva lavorato per Easama, una società collegata alla Marconi, con un contratto inerente alla difesa aerea.
Nell'aprile 1987 perirono altri due scienziati. Uno era Mark Wisner, 25 anni, specialista di computer alla base della R.A.F. per il collaudo degli armamenti. Un'inchiesta stabilì che era morto suicida, soffocandosi con un sacchetto di plastica.(!) L'altro, Victor Moore, era un esperto della Marconi: in questo caso gli inquirenti conclusero che il decesso era stato causato da overdose. Wisner si stava occupando della creazione di programmi informatici destinati ai caccia Tornado, mentre Moore aveva progettato sistemi di rilevazione in condizuioni di oscurità.
Tempo dopo fu trovata su una scogliera la salma di Russell Smith, scienziato di 25 anni, impiegato all'Unità per l'energia atomica a Harvell. La polizia asserì che era stata reperita una lettera nell'auto di Smith, ma si rifiutò di rivelare il contenuto dello scritto.
Il 25 marzo del 1988 un altro addetto della Marconi, il 52enne Trevor Knight, fu rinvenuto morto nella sua vettura satura di monossido di carbonio. Knight, ingegnere elettronico, si era interessato di missili teleguidati presso il quartier generale della società.
A questi decessi Andrews aggiunge l'incidente fatale che occorse al pilota collaudatore Humphrey Taylor Scott il 22 ottobre 1987. Scott partì da una base aerea del Surrey a bordo di Harrier GR-5, velivolo a decollo verticale. Egli doveva colladaure l'unità prima che fosse consegnata alla R.A.F. Qualche minuto dopo il decollo, il controllore di volo ricevette una regolare comunicazione via radio da Scott, ma in seguito perse ogni contatto. Non fu captato alcun segnale di May day. Il 23 ottobre il corpo dello sventurato aviatore, con indosso tuta, paracadute e giubbotto gonfiabile, fu individuato in un campo del Wiltshire.[1]
Marcello Soave in "Ufologi uccisi", sottolinea che gli specialisti della Marconi erano implicati in maniera diretta o indiretta in un piano di difesa spaziale, noto come "Scudo stellare". Inoltre l'autore evidenzia un nesso tra la singolare serie di "suicidi" o "morti accidentali" e scottanti questioni ufologiche. Scrive Soave: "Molti hanno ipotizzato che la ricerca fu avviata con lo scopo di proteggere gli Stati Uniti sia dall'Unione sovietica sia dagli alieni. Probabilmente il KGB, comprendendo che le forze occidentali stavano perfezionando una potente arma che poteva essere usata nello spazio contro di loro, sferrò un'offensiva per vanificare il progetto. [...] Forse gli scienziati eliminati avevano scoperto che i vertici militari erano in combutta con i Grigi".
Qualcuno è proclive a ritenere che nella strage fossero stati coinvolti extraterrestri preoccupati che i militari stessero creando degli apparati volti a danneggiare o a distruggere le loro navicelle. Andrews, invece, suppone che gli esperti ad un certo punto si erano accorti che i loro servigi erano sfruttati da persone controllate dai Grigi, esseri per nulla interessati al benessere dell'umanità. In particolare Andrews nota che l'accademico Peter Peabell, prima di essere ucciso, stava profondendo il suo impegno in uno studio sul berillio, un elemento ad alta tenuta, destinato ad essere impiegato nella costruzione di strutture subacquee. Non sono poche le fonti che si riferiscono all'esistenza di basi aliene site sui fondali marini del pianeta.
E' una storia molto sinistra, allarmante, piena di ombre: è sicuro che le autorità e gli investigatori spacciarono per suicidi una catena di assassinii, ma è arduo comprendere chi si trovi dietro questo eccidio: una potenza straniera? alieni alleati del governo occulto? una forza esterna?
Infine, perché i decessi sembrano essersi interrotti? Il programma dello scudo spaziale è stato solo ufficialmente accantonato. Stando ad alcuni ricercatori - si pensi ad Alfred Lambremont Webre - isistemi H.A.A.R.P. sono uno sviluppo dei dispositivi bellici spaziali avviati negli anni '80 del XX secolo. Dispositivi bellici ideati e realizzati per combattere chi?
Forse non è difficile rispondere.
[1] Alcuni autori aggiungono alla ferale lista altri "suicidi" ed "incidenti".
Fonti:
G. C. Andrews, Extraterrestri amici e ostili, pp. 340-344, 1986
M. Soave, Ufologi uccisi, 2007
Magazine Ricerca
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